Una serie che cerca di raccontare, pur con diverse licenze, un pezzo di storia. È di questo che parleremo in questa recensione di Cuori, la nuova fiction di Rai 1 in onda dal 17 ottobre 2021 per otto prime serate. Diretta dal regista Riccardo Donna, Cuori risulta essere sulla carta una serie ambiziosa che si propone di portare in prima serata su una tv generalista una storia di riscatto, che punta il dito ai pregiudizi di genere e non solo, il tutto mentre cerca di rendere uno spaccato dell'Italia degli anni sessanta, quel periodo in cui con una mano si tendeva al progresso e con l'altra si rimaneva ancorati a tradizioni e stereotipi, deleteri e umilianti, troppo duri a morire. Un'epoca in cui essere donna e medico erano due titoli difficili da concepire insieme e dove il movimento femminista, dopo aver subito una battuta d'arresto in epoca fascista, ancora non si avvicinava alle lotte che poi furono compiute negli anni settanta. È in questo clima che le vicende narrate prendono forma e si sviluppano, proprio in uno degli ospedali italiani più famosi, Le Molinette di Torino, dove poco dopo venne concepito e sperimentato il primo cuore artificiale, un macchinario rivoluzionario nel campo della medicina.
Amori e pregiudizi nella trama
Nel 1967 il primario di cardiochirurgia Cesare Corvara (Daniele Pecci) ha il sogno di effettuare il primo trapianto di cuore; per realizzarlo cerca di mettere su una equipe di medici talentuosi che possano avvicinarlo a questa impresa. Corvara, però, fa una mossa azzardata per l'epoca: come nuovo cardiologo del suo reparto chiama una giovane dottoressa che ha finito gli studi in America e che sembra possedere un talento straordinario nel compiere diagnosi complesse solo auscultando il cuore dei pazienti. È così che, tra lo sgomento generale, fa la sua comparsa in ospedale la dottoressa Delia Brunello (Pilar Fogliati), una donna capace e sicura di sé che fin da subito si prodiga non solo per integrarsi nel nuovo ambiente, ma per far valere la propria professionalità in un luogo dove l'opinione maschile sembra essere legge assoluta. Nell'equipe del reparto c'è anche Alberto Ferraris (Matteo Martari), pupillo di Corvara, con il quale anni prima la protagonista aveva avuto una relazione e che ora sembra sconvolto più che mai dal ritrovarla a Torino a lavoro nel suo stesso ospedale.
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Gli obbiettivi della serie
Come già accennato in precedenza, questa fiction si pone diversi obiettivi: raccontare un periodo storico complesso, quello della fine degli anni sessanta, in cui si avvertiva un grande spinta verso il futuro, in cui le innovazioni tecnologiche, in molti campi, gettavano le basi per un mondo moderno ma che rimaneva, nonostante questo, ancora fortemente ancorato alla tradizione e a costrutti sociali arcaici e socialmente dannosi. Da questa ambientazione nasce la storia di Delia Brunello, personaggio di finzione ma che esprime il secondo importante obiettivo della serie: quello di raccontare l'ingiustizia sociale dell'epoca. Lo spettatore vede la storia con gli occhi di Delia, vive insieme a lei le ingiustizie, ma è proprio qui che arriva la prima nota stonata: portando in scena anche una sorta di triangolo amoroso tra i protagonisti, Cuori compie un passo falso sminuendo e semplificando fino all'inverosimile le tematiche prima citate. La difficile condizione della donna in quel periodo viene affogata nel melò, ricoperta da una serie di stereotipi di genere che rischiano di vanificare l'importante messaggio di uguaglianza che si cerca di far passare.
Raccontare per stereotipi
Se comunque non possiamo che fare un plauso alla ricostruzione storica e alle buone scenografie che ricostruiscono molto bene l'aspetto e le dinamiche di un ospedale, non possiamo però promuovere la serie per quanto riguarda i contenuti e le dinamiche narrative stereotipate che poco di nuovo propongono in un panorama dove la serialità è oggetto di sempre maggiore interesse da parte di un pubblico che diviene più esigente e attento. Detto ciò consigliamo questa fiction a chi vuole passare una serata spensierata in compagnia di una storia che fa del romanticismo la sua fonte principale di interesse e che condisce questo elemento con qualche cenno storico accattivante e nostalgico.
Conclusioni
Per riassumere la nostra recensione di Cuori possiamo affermare che, a fronte di una buona ricostruzione storica, questa fiction di Rai 1 non riesce, purtroppo a fare centro nei suoi obiettivi. Imprigionata in una componente romantica stereotipata e ridondante non riesce fino in fondo a far valere quel messaggio di uguaglianza e giustizia sociale che si propone di far passare.
Perché ci piace
- La buona ricostruzione storica.
Cosa non va
- La componente romantica ridondante che soffoca le altre tematiche.
- Le dinamiche narrative eccessivamente stereotipate.