Cuori è la nuova fiction in onda su Rai1 dal 17 ottobre 2021, che tenta di unire ricostruzione storica e melò per creare un prodotto adatto al vasto pubblico della rete ammiraglia Rai. La serie immagina la storia della prima cardiologa italiana che si trova a far fronte ai pregiudizi e le discrimanzioni proprie dell'Italia degli anni Sessanta. Facciamo così la conoscenza di Delia Brunello, una donna capace e piena di talento che viene assunta dall'ospedale Le Molinette di Torino per far parte di una equipe di medici il cui scopo primario è effettuare il primo trapianto di cuore. Le cose, però, non si riveleranno facili, pregiudizio e diffidenza tentano di minarla nella sua professionalità: Delia è guardata da tutti con diffidenza e nemmeno la fiducia di Cesare Corvara, primario e marito della donna, sembra bastare. Sul luogo di lavoro la donna rincontra anche Alberto Ferraris, con cui ha avuto una storia prima di andare in America per completare i suoi studi. Alberto è diventato uno stimato cardiochirurgo, ma nonostante i successi professionali non sembra aver dimenticato la relazione con Delia. Abbiamo avuto l'occasione di seguire la conferenza di presentazione della serie, in cui il regista Riccardo Donna e gli attori Daniele Pecci, Matteo Martari e Pilar Fogliati hanno potuto raccontarci qualcosa sui loro personaggi e sull'esperienza sul set.
Tornare agli anni Sessanta
Cuori è una serie che si prefigge l'obiettivo di ricostruire un periodo di cambiamenti, un periodo in cui l'Italia si avvicinava a grandi scoperte scientifiche, specialmente nel campo della medicina. Il regista Riccardo Donna ha raccontato così la ricostruzione storica avvenuta sul set: "Calarmi negli anni '60 è stato molto interessante per vari fattori: il primo è perché sono torinese e tornare a lavorare a Torino è stato bello. Secondo me vedendo la serie si noterà la cura e il tempo impiegato per i costumi e tutto il contesto. L'abbiamo presa molto seriamente, ci siamo avvicinati a un mondo che non conoscevamo: la medicina degli anni Sessanta era pionieristica e ci siamo quindi messi a studiare. Io e gli attori abbiamo imparato come si faceva un'operazione e abbiamo avuto a disposizione i macchinari reali di quegli anni. Tutto questo ha permesso di creare un risultato più che credibile." Anche Daniele Pecci, interprete di Cesare Corvara, ha parlato delle sensazioni vissute grazie alla notevole scenografia messa in piedi per la fiction: "La cosa che più mi ha colpito della serie è la ricostruzione al livello scenografico, Maurizio Zecchin ha fatto un lavoro incredibile con la ricostruzione dell'ospedale, anche nei piccoli particolari. Questa è la cosa che mi ha entusiasmato di più, quando un attore entra in un luogo credibile riesce anche a lavorare meglio."
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La possibilità di credere nei sogni
Sono proprio questi ruggenti anni Sessanta che in Italia hanno portato un vento di rinnovamento non solo in ambito medico. Dall'arte alla musica, tutto stava cambiando e ce lo ricorda Matteo Martari, parlando del suo personaggio in Cuori, un medico capace e intraprendente, pronto alle innovazioni: "Alberto è un personaggio che ho amato molto, è intraprendente, orgoglioso, crede tanto nel suo sogno; è una caratteristica di quegli anni: la possibilità di credere nei sogni e nel futuro. È un ribelle dalla mente molto aperta. Mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a un'epoca a me sconosciuta, ma che poi ho apprezzato anche in ambito musicale." Ha poi continuato sottolineando le enormi differenze che intercorrono tra lui e Alberto Ferraris: "Tra me e il mio personaggio non ci sono punti di contatto, io e Alberto siamo molto distanti, lui ha una predisposizione all'impegno che io credo di non avere."
Le discriminazioni di genere
Nonostante i passi avanti fatti nell'ambito tecnologico, il nostro paese ai tempi era ancora molto arretrato nel campo sociale dei diritti individuali. Le discriminazioni di genere erano all'ordine del giorno e la donna in ruoli di potere era vista con sospetto e diffidenza. Di questo ha parlato Pilar Fogliati, che con la sua Delia Brunello ha cercato di mostrare proprio questo: "La cosa interessante è lo scontro che Delia ha con la cultura di tutti i giorni, anche le colleghe donne hanno assorbito uno sguardo maschile e le consigliano di chiudere il camice e non mettere la minigonna. La sua reputazione se l'è guadagnata a suon di diagnosi esatte e questo è ancora un discorso molto attuale anche per quanto riguarda l'oggi. Quando questa serie diventerà solo una ricostruzione storica avremo vinto. Per quanto mi riguarda, però, non mi sono mai trovata in situazioni in cui mi sia sentita meno ascoltata in quanto donna." Parlando delle peculiarità del suo personaggio, l'attrice ha aggiunto: "A Delia invidio la tenacia, è una persona che prende le decisioni facilmente ascoltando il cuore, e poi è un genio."