Amir è un giovane fattorino di origini egiziane che vive e lavora ad Amsterdam, dove gestisce insieme al padre vedovo Omar un piccolo ristorante messicano. Il locale sta da tempo attraversando un periodo di crisi, coincidente con la progressiva gentrificazione del quartiere, e gli introiti sono sempre meno da parte pur di quei clienti fissi che non hanno mai abbandonato Omar e la sua famiglia.
Come vi raccontiamo nella recensione di Crypto Boy, Amir cerca di guadagnare qualche soldo extra con piccole truffe, ma sogna prima o poi di diventare ricco. L'occasione propizia sembra capitargli quando si imbatte in Roy, un giovane e rampante uomo d'affari che ha fatto fortuna con la sua società di criptovalute. Il protagonista riesce a conquistarsi la fiducia del manager e viene assunto nella compagnia, cominciando fin da subito a guadagnare notevoli somme di denaro. Ma è ignaro che dietro quel mondo dorato si nascondano lati oscuri, che non tarderanno a venire alla luce mettendo Amir di fronte a decisioni difficili.
Il paese delle meraviglie
Il tema dell'integrazione è in realtà secondario rispetto al plot principale, che si concentra su un canonico percorso di ascesa e caduta di un protagonista sprovveduto, che si convince di essere un genio da un giorno all'altro salvo poi cadere vittima dei propri sbagli e trascinare con sé le persone che gli stanno vicino. Crypto Boy segue un tipo di narrazione ben consolidata e non si assume effettivi rischi di sorta, preferendo andare sul sicuro a discapito dell'originalità e lasciando lo spettatore con quella sensazione di aver già visto tutto mille e mille volte, per di più realizzato con mezzi e qualità ben maggiori. Questa nuova produzione originale Netflix batte bandiera olandese, con il protagonista di origini egiziane grande tifoso dell'Ajax e ampiamente inglobato in una società di quartiere multi-etnica, con il tema della gentrificazione che va di pari passo alla vicenda principale, pur senza mai risultare così incisivo da lasciare il segno.
Il colore dei soldi
Il povero che diventa ricco salvo dover fare i conti con quell'improvvisato cambio di status quo è d'altronde "vecchio come il cucco" e Crypto Boy non offre nulla di personale o nuovo tale da giustificare motivi di interesse da parte del pubblico, che già entro la prima mezzora avrà facilmente compreso tutti i vari, canonici, passaggi che il protagonista si ritroverà ad affrontare prima dell'ovvia e scontata redenzione finale, epilogo incluso. Il regista Shady El-Hamus, di origini egiziane come i personaggi al centro del racconto, aveva colpito duro su Netflix con il teso thriller a sfondo musicale Forever Rich - Storia di un rapper (2021), ma mentre lì era riuscito a trovare la giusta chiave di lettura con un film in grado di intercettare lo specchio dei nostri tempi, qui si affida ad una retorica fin troppo semplicistica e non riesce mai a pungere come dovrebbe.
Uccelli in gabbia
La logica criminosa dello schema Ponzi è ormai ben conosciuta dal grande pubblico, anche da coloro che non sono esperti di economia e di criptovalute, e il solo ad esserne all'oscuro sembra lo spaesato Amir, sfruttato forse proprio per la sua ingenuità e pronto ad assumere come altri al ruolo di capro espiatorio. Un sentimentalismo semplice semplice fa ben presto capolino e, per quanto genuino, finisce con lo smussare anche le derive più drammatiche della vicenda, con il microcosmo che ruota intorno alle figure di Amir e del genitore che diventa una sorta di oasi salvifica, dove rifugiarsi tra braccia amiche anche dopo aver commesso sbagli altrove imperdonabili. Crypto Boy si ammanta di note poco credibili, con uno discorso su riscatto e catarsi che si sviluppa con eccessiva facilità, rischiando di giustificare sbagli ed errori con un tono accondiscendente.
Conclusioni
Un giovane fattorino che lavora nel piccolo ristorante di famiglia pensa di aver fatto jackpot dopo essere stato assunto presso un'importante società di criptovalute, con soldi facili che cominciano a piovere giorno dopo giorno. Ma quel guadagno improvviso e dai risvolti non del tutto chiari rischia di allontanarlo dal padre e dalle sue origini. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Crypto Boy, ci troviamo davanti ad un film che ripropone l'abusato schema narrativo del ragazzo di condizioni modeste che da un giorno l'altro si trova a che fare con ricchezze inaspettate, salvo poi dover pagare il conto sacrificando ciò che ha di più caro. Un plot scontato messo in scena con poca energia, schiavo di un facile sentimentalismo che non riesce a riflettere sugli spunti sociali, pur presenti in sceneggiatura ma rimasti solo in superficie.
Perché ci piace
- Lo schema narrativo alla base è anche gradevole...
Cosa non va
- .. .ma è troppo abusato, con lo spettatore che facilmente intuirà l'evoluzione del racconto.
- Un protagonista anonimo.
- Sentimentalismo scontato.