Il basket come manuale di vita e un libro best-seller. Su Disney+ trovate Crossover, serie in otto episodi tratta dal romanzo di Kwame Alexander, nel quale si racconta la (bella) storia dei fratelli gemelli Josh 'Filthy' Bell" (Jalyn Hall) e di Jordan 'JB' Bell (Amir O'Neil), che fanno parte della squadra scolastica di basket. Sono bravi, e ad allenarli c'è il loro papà Chuck (Derek Luke), ex campione di basket, alle prese con una diversi problemi di salute. Pur promettenti campioni, solo uno tra JB e Filthy diventerà un giocatore professionista.
Entrambi, infatti, dovranno fare i conti con l'adolescenza, e con i consigli famigliari che passano attraverso l'intransigente ma amorevole mamma Crystal (Sabrina Revelle). La serie, prodotta tra gli altri da LeBron James, affronta molti temi importanti, quali l'identità e la maturazione, osservando le dinamiche famigliari da una prospettiva completamente nuova. Ne abbiamo discusso con gli stessi protagonisti durante le nostre video interviste, che ci hanno spiegato quanto "ogni cosa necessiti di un allenamento".
Crossover: video intervista a Jalyn Hall e Amir O'Neil
Come spiega Amir O'Neil, per il ruolo di JB è stato importante prepararsi fisicamente e mentalmente: "Ci siamo preparati ad un rigoroso addestramento per lo show. Avevamo fatto esperienza prima delle riprese, e poi abbiamo costruito le fondamenta sulle nostre capacità. Dovevamo essere fenomeni del basket! È stata dura, ci siamo allenati molto". Ma, come racconta Jalyn Hall, l'allenamento è stato anche spirituale: "Non dimentichiamoci le lezioni di poesia, che abbiamo tenuto contemporaneamente. È stato divertente, imparando cose che altrimenti non avremmo saputo. Ci si allenava, si sudava, e poi arrivava il momento della tranquillità in uno spazio dove poter esprimerci".
Effettivamente, tra i due, come vediamo in Crossover, c'è forte intesa. "Abbiamo letto il libro molte volte", prosegue Jalyn Hall, che nella serie è restio a proseguire la carriera sportiva: "Il romanzo era l'ossatura. Ma una serie è diversa, pur dovendo restare fedeli alla storia. Ci ha portato in viaggio, ma poi contava la mimica, l'abbigliamento. Ci siamo confrontati con gli sceneggiatori per entrare in sintonia tra noi". Tra i dettagli di Crossover, ci sono le t-shirt di Basquiat indossate da Jordan 'JB' Bell alias Amir O'Neil. Una sua scelta? "No, ma devo dire che amo Basquiat! Credo sia parte della nostra cultura". In chiusura, un dilemma che tiene banco nel primo episodio: basket o... ciambelle? Per Amir non c'è paragone: "Io dico basket!". Invece, Jalyn Hall: "Ciambelle, croccanti e alla crema. Le mangerei tutto il giorno!".
Crossover, la recensione: il basket come metafora identitaria per una serie efficace
Crossover: video intervista a Derek Luke e Sabrina Revelle
Se le ciambelle e il basket hanno tenuto banco tra Amir O'Neil e Jalyn Hall, con Derek Luke e Sabrina Revelle, che interpretano i genitori di Filthy e JB, abbiamo parlato anche di supereroi, tema che torna spesso nelle otto puntate di Crossover. Ma chi sono, oggi, i supereroi della nostra realtà? "Chi lotta per la parità dei diritti degli afroamericani, li ringrazio" ci dice Sabrina Revelle. "Credo però che non ci sia più spazio e tempo per un eroe nella nostra vita. Siamo diventati noi gli eroi di noi stessi. Bisogna prendere la vita per come la si vuole, facendo ciò che ci appassiona". Stessa idea per Derek Luke, che spiega: "Potrei rispondere in tanti modi, ma credo che eroe voglia dire capire e trovare la propria voce. È una grande domanda ma stratificata, osservabile da tanti punti diversi".
The Crossover di Kwame Alexander, scritto in versi, è stato un grande successo letterario del 2015, e lo stesso scrittore è tra gli ideatori della serie diretta da George Tillman Jr.. Chiediamo a Derek Luke e Sabrina Revelle cosa li ha colpiti dell'autore nato a Manhattan. "Senza di lui non saremmo qui", spiega l'attrice: "Il suo uso della prosa è impressionante. Ma devo dire che mi ha colpito la disponibilità. Mi ha supportato, ascoltato, messa a mio agio. Era lì per me". "Non conoscevo Kwame, ma ho apprezzato che molti ragazzi come me, magari non appartenenti a qualche book club, avessero amato il libro. Amo l'hip-hop, ma sentire parlare lui in modo tanto eloquente e poetico, ti fa sentire bene".