Croce e delizia, la recensione: Gassman e Bentivoglio, nonni, padri e amanti

La recensione di Croce e delizia, secondo film di Simone Godano con Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio nei panni di una coppia gay.

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Croce e Delizia: Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio

Ci sono latenti crisi abbandoniche, famiglie adagiate su una polveriera, padri e figli perduti, ci sono l'accettazione della diversità, un amore omosessuale e una girandola di personaggi incastrati nello spazio claustrofobico di una villa arroccata sulla costa laziale. Vi parleremo di tutto questo nella recensione di Croce e delizia, secondo film di Simone Godano, che si immerge nell'alcova dei conflitti familiari e mette in scena una molteplicità di temi del nostro contemporaneo (lo scontro sociale, l'omofobia, genitori e figli) rifuggendo da banalità e buonismo.

Il regista si affida ancora una volta a Giulia Steigerwalt, che aveva già firmato la sceneggiatura del suo esordio, Moglie e marito; in questo caso le dinamiche della commedia romantica fanno spazio alle rocambolesche avventure di una wedding comedy. Niente caricature, né rappresentazioni macchiettistiche della diversità: spiccano invece la misura e il garbo con cui autori e interpreti cercano di tratteggiarne i protagonisti.

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Una trama da wedding comedy

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Croce e Delizia: Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio in una scena

Croce e Delizia dichiara i propri toni sin dall'inizio, a partire all'agrodolce battuta che avvia la trama del film: "Quando soffrirai di crisi abbandoniche almeno saprai di chi è la colpa: della tua famiglia", dirà Jasmine Trinca rivolgendosi a uno dei bambini dell'asilo in cui lavora. Il pretesto da cui Simone Godano parte per sviluppare i diversi sottotesti della storia è l'annuncio del matrimonio tra un raffinato mercante d'arte di mezza età, Tony (Fabrizio Bentivoglio), e un pescatore di bell'aspetto, Carlo (Alessandro Gassman), alle rispettive famiglie: da un lato gli eccentrici e narcisi Castelvecchio, alto borghesi di mentalità aperta, incarnazione del radicalchicchismo più diffuso, dall'altro i Petagna, popolani, conservatori, legati ai valori tradizionali e di umile estrazione. La rivelazione inaspettata del loro amore scardinerà gli equilibri familiari, investendo in pieno soprattutto i primogeniti Penelope (la Trinca) e Sandro (Filippo Scicchitano).

Quello a cui lo spettatore assisterà per un'ora mezza di film sarà uno scontro sociale, oltre che familiare: popolo ed elite, tanto per usare due termini cari all'attualità nostrana, padri e figli.
Il cortocircuito si scatena in una delle scene più emblematiche, nel bagno di un locale, dove voleranno sberleffi, insulti e schiaffi.
L'intera vicenda mette sotto scacco alcuni cliché e stereotipi, li umanizza e rende credibile ciascuno dei personaggi in scena, mentre la penna di Giulia Steigerwalt rivela un realismo in grado di dare nuova linfa alla narrazione comica del nostro paese. A imporsi sarà l'amore che trascende differenze di genere e classe, un manifesto di tolleranza e integrazione, un invito alla mitezza e all'accoglienza.

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Croce e Delizia: Lunetta Savino, Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio in una scena

La verità dei personaggi

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Croce e Delizia: il cast in una foto promozionale

Non ci sono nè buoni nè cattivi, Godano non sta né con gli uni né con gli altri, nel tentativo di abbracciare e comprendere il punto di vista di ognuno. La famiglia disfunzionale, complicata, focolaio di rapporti irrisolti, sta tutta nei gesti concitati, nelle fragilità e nella tenerezza di quei personaggi: padri, figli, zie, ex e nipoti che durante la vacanza più bizzarra e schizofrenica della loro vita si troveranno a dissotterrare debolezze e non detti, superare i propri pregiudizi e accettarsi.

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Croce e Delizia: una scena con Fabrizio Bentivoglio

Un affresco reale, lontano da moralismi o parodie, al quale tanto hanno dato gli interpreti di questo burrascoso viaggio di formazione: Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio tratteggiano con raffinata pacatezza i propri ruoli, sinceri e profondamente umani. Non sono di meno la Trinca, alla sua prima volta in una commedia, un equilibrato mix di verve comica e drammatica irrisolutezza, e Scicchitano, figlio di Carlo, fedele alla Lazio, capelli biondo platino e coatto fino al midollo. Tutti indiscutibilmente veri. Tutti a farsi la guerra, salvo deporre le armi in nome della comprensione reciproca, che non è poi così difficile da raggiungere. A volte basta "guardare l'altro e vedergli dentro".

Conclusioni

Alla fine delle nostra recensione di Croce e delizia non ci resta che citare le parole di Tony, che con la svampita sincerità del vecchio bohemien suggerirà alla complicata Penelope: “Sei sempre così negativa, ogni tanto lasciati sorprendere dalla vita”. Sono la sorpresa e la semplicità le parole chiave di questa commedia, che certamente non sarà perfetta, soprattutto in alcune soluzioni narrative assolutamente discutibili (la sorella di Penelope ad esempio, interpretata da Clara Ponsot, non ha poi tanti motivi di esistere), ma è certamente un passo in avanti nel genere, per la scelta di affrontare il reale senza soluzioni accomodanti, e la capacità di parlare di omosessualità evitando di scadere nell’eccentrico o peggio, nel carnevalesco.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • Per la capacità di rifuggire da una rappresentazione retorica e buonista dell’accettazione del diverso.
  • Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio tratteggiano con garbo e straordinaria tenerezza due uomini innamorati follemente l’uno dell’altro.
  • Autori e attori sono tutti impegnati a restituire un ritratto vero e umano, lontano dal rischio della macchietta e della parodia.
  • Jasmine Trinca alla sua prima volta nella commedia, si rivela capace di combinare insieme leggerezza e inquietudine.
  • Al momento giusto la risata sa fare spazio alla riflessione, l’amarezza, la rabbia.

Cosa non va

  • La prima parte del film inciampa in qualche lungaggine e in scelte narrative discutibili, come la presenza di personaggi poco funzionali al racconto.
  • Non sempre riesce a orchestrare organicamente la molteplicità di temi affrontati, forse troppi.

Movieplayer.it

3.0/5