Per lei è la prima volta in una commedia, aveva finito per credere di non esserci portata a furia di sentirsi dire di essere seria e noiosa; per lui invece è un ritorno al genere che segnò il suo esordio (Scialla!) e che ora lo ricongiunge a Fabrizio Bentivoglio, suo padre putativo e mentore proprio su quel set.
L'occasione è Croce e delizia, film di Simone Godano di cui abbiamo parlato in questa intervista con Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano, che nel film sono Penelope e Sandro, i figli primogeniti di Tony (Bentivoglio) e Carlo (Alessandro Gassman), coppia gay alle prese con la rivelazione del proprio amore alle rispettive famiglie. Un coming out che romperà gli equilibri di due nuclei familiari molto diversi: alto borghesi, disfunzionali e radical chic i primi, ruspanti, coatti e laziali i secondi.
Insieme, come abbiamo spiegato anche nella nostra recensione di Croce e delizia, l'irrisolta Penelope e il verace Sandro, tenteranno di boicottare un matrimonio che scardina equilibri già fragili e riporta a galla sentimenti taciuti per anni. Il regista rinchiude tutti in una villa sul litorale laziale e firma una commedia sull'accettazione della diversità, sulla famiglia e i figli perduti; lontano dai soliti stereotipi di genere, ogni personaggio spicca per credibilità e umanità.
Una commedia di padri e figli
Il coinvolgimento di Jasmine Trinca è arrivato dopo "sei mesi di corteggiamento", e a convincerla è stata la fiducia di Simone Godano nello stravolgere un tipo: "Mi ha sempre detto che avrei dovuto fare una commedia; gli attori hanno bisogno di inciampare in ciò che conoscono meno. È un film pieno di emotività, ti si apre il petto, da spettatrice sono una grande fan del genere e per me non c'era cosa più interessante con cui cimentarmi. Farlo è stato molto liberatorio, mi hanno fatto credere di non essere brava nella cose più leggere perché mi hanno sempre detto di essere noiosa e seria, anche se nella vita sono molto buffa e sgraziata". La sua Penelope la definisce "una ragazza interrotta e mai cresciuta alla ricerca della propria strada, che troverà dove non si aspetta: nell'incontro con il diverso".
Filippo Scicchitano è arrivato invece sul set di Croce e Delizia attraverso il classico provino, una delle scene più divertenti è stata quella in cui scoprirà di Carlo e Tony: "Ho provato a immaginare cosa sarebbe successo se questo fosse successo a me. Sicuramente ne sarei rimasto sconvolto, come chiunque altro, può cambiare la reazione ma non la sostanza. Forse io mi sarei sentito tradito per non essere stato messo al corrente della vita privata di mio padre", ci racconta.
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Un film di sentimenti
Una delle sfide più grandi invece per Simone Godano è stata "rendere credibile questa storia tra due uomini, un problema che ho risolto quando ho visto Alessandro e Fabrizio insieme sul set darsi un pizzicotto: gli ho subito creduto per come si sono guardati negli occhi, lì ho capito che il film aveva trovato i suoi degni protagonisti. L'altro obiettivo era riuscire a essere caldi nei confronti di questa storia senza giudicarla e senza volerle dare un'impronta precisa. Sono stato dalla parte di tutti i personaggi".
A scrivere la sceneggiatura è ancora una volta Giulia Steigerwalt, come era già successo in Moglie e marito; la sua penna rende tutto vero e credibile: "Volevamo creare una situazione di commedia, - spiega il regista - _ma mai di gag o caricaturale.
Carlo e Tony non hanno nulla di femminile, hanno scoperto l'amore in tarda età, da nonni e da padri. Abbiamo cercato di far ridere e commuovere il pubblico usando un testo solido e che non si aggrappa alla battuta strappa-risate; quella raccontata è prima di tutto una storia d'amore, che poi si allarga al tema della famiglia. È un film di sentimenti in cui mi interessava riuscire a raccontare le reazioni emotive dei personaggi. L'incontro tra la figlia di un intellettuale e un nobile pescivendolo, diventa il pretesto di una guerra al padre. A un certo punto ci si dimentica di parlare dell'amore tra due uomini"_.