Nel film di Massimiliano Bruno Gli ultimi saranno ultimi si incrociavano per qualche secondo senza scambiarsi una parola. In Croce e delizia invece Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio, che ci hanno concesso l'intervista che potete vedere di seguito, si incontrano, si innamorano, decidono di sposarsi, ma soprattutto devono comunicarlo alle rispettive famiglie scomponendone gli equilibri, in particolare quello dei primogeniti, Penelope e Sandro.
A riuscire nell'impresa di farli recitare per la prima volta insieme è Simone Godano, regista di Moglie e marito che qui affida al primo il ruolo del verace Carlo, pescivendolo di bell'aspetto, laziale, coatto e immensamente umano, al secondo il personaggio di Tony, mercante d'arte di mezza età, raffinato e narcisista.
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Umanizzare i personaggi
Insieme riescono a restituirci due figure straordinariamente vere in un film sull'accettazione della diversità, un monito ai pregiudizi capace di stare alla larga dalla caricatura.
"Tony si presentava come la classica patata bollente e le patate bollenti mi sono sempre piaciute. - ci racconta Fabrizio Bentivoglio in questa intervista - Il nostro lavoro deve contenere un'alta percentuale di rischio per poter funzionare, vibrare e dare un risultato e qui c'era il rischio dello stereotipo o della macchietta. Dovevamo umanizzare tutto e renderlo reale, vero e umano, persino Tony che sulla pagina sembrava molto più scostante.".
A convincere Alessandro Gassmann, che a detta del regista avrebbe potuto interpretare entrambi, è stata invece "la giustezza di un personaggio che non mi era mai capitato di fare, non in quanto omosessuale ma nella misura in cui mi ha dato la possibilità di esprimere pacatezza e una certa semplicità di pensiero. Carlo è apparentemente senza difetti, quindi nel mio caso ho dovuto lavorare molto sul suo lato croce. Mi chiedevo quali fossero i suoi difetti e mi sono aggrappato a Filippo e alla sua romanità".
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Educare i giovani alla tolleranza
Le scene più difficili? Per Gassmann quella in cui balla e canta: "Mi vergogno di ballare e cantare, per questo rivedere quella scena mi imbarazza", rivela. Ma la vera sfida di Croce e Delizia era raccontare una storia di inclusione e tolleranza, "l'unica strada ancora percorribile per comprendere davvero l'altro, - ci dice Bentivoglio - "Siamo istintivamente intolleranti, la tolleranza va sorvegliata quotidianamente". E insegnarla ai giovani è un dovere di genitore: "Bisogna cominciare sin da subito e non smettere mai. Essere genitori è un mestiere, oggi spesso abbandonato. È necessario porre l'attenzione su quello che non si conosce e che ci dicono essere pericoloso. - ci ricorda Gassmann - Mio figlio è cresciuto in una famiglia senza pregiudizi, forse ha avuto un grande vantaggio, in questo periodo storico il pregiudizio paga, aiuta e forse per questo diventa doppiamente pericoloso. Questo paese ha imparato a dimenticare molto presto".