Come si direbbe in uno sketch di Maccio Capatonda, loro due hanno "i pugni nelle mani": a 34 anni di distanza dalla prima apparizione in Rocky IV, il terribile e gigantesco Ivan Drago è tornato a "spiezzare in due" e questa volta lo fa grazie ai pugni, ancora più micidiali, di suo figlio Viktor, che ha cresciuto con disciplina durissima, con l'unico obiettivo di tornare in America per vendicarsi di Rocky Balboa, pugile che, secondo lui, gli ha rovinato la vita. Già dalle prime immagini diffuse in rete era chiaro: Creed 2, nelle sale italiane dal 24 gennaio, è il film dei Drago e della loro sete di vendetta. A interpretare Ivan è di nuovo Dolph Lundgren, mentre il figlio Viktor è Florian Munteanu, campione di pugilato alla prima esperienza cinematografica.
Sembrava difficile eguagliare la bellezza e il successo di Creed, film di Ryan Coogler dedicato al figlio di Apollo Creed, Adonis, che ha il volto e la determinazione di Michael B. Jordan, stella sempre più luminosa di Hollywood. Eppure il miracolo è avvenuto: Creed II, che questa volta vede Steven Caple Jr. dietro la macchina da presa, è forse ancora più emozionante e riuscito del primo capitolo, proprio grazie agli antagonisti interpretati da Dolph Lundgren e Florian Munteanu. Per Adonis Creed la posta in gioco non potrebbe essere più alta: trent'anni prima Ivan Drago ha ucciso suo padre, e ora suo figlio, Viktor, arriva dalla Russia per sfidarlo. Adonis, ormai un campione, ha quindi una scelta difficile da fare: quest'incontro potrebbe riscrivere non solo la storia del pugilato, ma anche quella della sua famiglia. Nel mezzo c'è Rocky, l'inossidabile Sylvester Stallone, che ha ancora viva di fronte agli occhi la morte sul ring del suo amico.
Riscatto personale, vendetta, conflitti interiori, legami di sangue: Creed 2 è una tragedia shakespeariana con i guantoni e i Drago sono i suoi affascinanti antagonisti. Abbiamo incontrato Dolph Lundgren e Florian Munteanu a Londra, al junket europeo del film, dove ci siamo trovati di fronte due uomini giganteschi (messi uno accanto all'altro avranno complessivamente più di due metri solo di spalle) ma dai sorrisi luminosi e aperti, molto più solari delle loro controparti cinematografiche.
Team Creed vs Team Drago: la filosofia del pugno e della carezza
Fin dalle primissime immagini di Creed 2 vediamo che "il team Drago" e il "team Creed" hanno un approccio molto differente alla vita: Ivan prima dell'allenamento sveglia il figlio con un pugno nelle costole, mentre Bianca (Tessa Thompson), la compagna di Adonis, prima di ogni incontro lo saluta con una carezza. Qual è la filosofia migliore? Quella del pungo o quella della carezza? Secondo Dolph Lundgren: "La filosofia di Drago è la migliore, senza dubbio: sì, è il metodo russo!" ci ha detto mostrandoci i pugni con accento russo, proseguendo poi normalmente: "Dipende, ovviamente: devi essere tosto per essere un pugile, non si possono dare carezze tutto il tempo, perché altrimenti non saresti abbastanza tosto per vincere. Il mio personaggio è qualcuno che forse all'inizio usa la strategia sbagliata, ma è tutto ciò che conosce, perché è disperato. Drago ha un bisogno disperato di tornare e vendicarsi contro il mondo e lo fa attraverso suo figlio. Solo più tardi si rende conto che c'è qualcosa di più importante di vincere: è quello di cui parla la nostra storia, ciò che insegna alle persone." Per Florian Munteanu invece, il cui nickname su Instagram è Big Nasty (grande cattivo), invece: "Dipende sempre dal momento. A volte un pugno è la scelta giusta per essere motivati, di solito sarei sempre per dimostrare amore ed essere motivati dall'amore, ma, se è il giusto momento e la giusta situazione, un bel pugno da tuo padre ti può aiutare."
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Per Dolph Lundgran le cicatrici peggiori sono quelle dell'anima
Dolph Lundgren non è solo un attore di film d'azione dal fisico straordinario, è anche un ingegnere chimico che ha studiato al MIT ed è attivo socialmente: figlio di un padre violento, si batte da anni contro gli abusi sui minori e ha tenuto una masterclass per TED, che si può vedere su YouTube, in cui racconta a cuore aperto la sua esperienza. In questa lezione dice come le ferite peggiori non siano quelle che rimangono sul corpo, ma quelle dell'anima: un po' come succede al suo personaggio. Quanto è importante per l'attore cercare di aiutare gli altri a superare i propri traumi? "È molto importante, soprattutto per gli uomini" ci ha detto, proseguendo: "Se lo facessero non ci sarebbero tutte queste guerre folli, con persone che si fanno esplodere e mandano i loro figli e figlie a uccidersi a migliaia per nessun motivo. Non ne esce nulla di buono: dieci anni dopo i loro paesi sono di nuovo amici e fanno affari, ma tutte quelle persone sono morte. Fondamentalmente perché gli uomini sono frustrati dal loro passato e hanno molte ferite emotive: alla fine del film i nostri personaggi si rendono conto, soprattuto il mio, che la redenzione e il perdono sono più importanti, il perdono e l'amore sono le forze fondamentali della vita. È la bellezza di questo film: è un film sulla boxe, ma in realtà parla di altro."
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