Una femme fatale dell'alta borghesia in preda a deliri allucinatori, un cinico, disincantato e nostalgico politico della Prima Repubblica in sedia a rotelle, e una cupissima e inquieta ragazza dalla chioma nero corvino. Sono Domitilla (Isabella Ferrari), Romano (Alessandro Haber) e Nancy (Vittoria Puccini), tre dei personaggi del film corale diretto da Filippo Bologna, Cosa fai a Capodanno?. Non una commedia natalizia al contrario di quanto potrebbe far pensare il titolo, ma un Kammerspiel dai risvolti nerissimi.
Leggi anche: Vittoria Puccini: "Desiderare il Principe Azzurro non è antifemminista"
L'amarezza del nostro tempo e l'incapacità di comunicare
Un Capodanno apocalittico sta per piombare nelle vite di un gruppo di estranei chiusi nel salotto di uno chalet di montagna la notte del 31 dicembre. Un microcosmo che nel film di Bologna - qui potete leggere la nostra recensione di Cosa fai a Capodanno? - riflette il disagio e i conflitti della nostra contemporaneità, che fa paura un po' a tutti: "Vivo l'oggi con imbarazzo, faccio fatica a credere in qualcosa. Se penso a una nazione, a un popolo ho molta poca fiducia", ci confessa Alessandro Haber. "Soprattutto pensando al personaggio che interpreto: un politico molto lontano da me, leghista, fascista e forse di destra, cinico, sarcastico, ma molto intelligente, un nostalgico della Prima Repubblica, che forse vorrebbe entrare anche nella Terza. Abbiamo davanti un mondo strano dominato dal senso del vacuo, delle bugie, delle menzogne. Chi ci salverà? Ecco, il mio personaggio racconta proprio questo".
Un senso di vacuità che, almeno in apparenza, accompagna anche Domitilla, ruolo molto insolito per Isabella Ferrari: "È una donna che va a riprendersi qualcosa di suo, che non c'è più, un po' come il salotto della sinistra italiana. È un personaggio per me inconsueto, ma è anche il motivo per cui ho accettato di interpretarlo. Mi sono divertita a giocare con i suoi risvolti più leggeri, come quando prende il funghetto".
Per far vivere Nancy invece Vittoria Puccini si è aggrappata ad una parrucca color corvino: "Parto sempre dall'aspetto fisico, vedermi diversa davanti allo specchio mi porta a giocare con delle corde che non fanno parte delle mie abitudini, del mio quotidiano. Mi ha aiutato a trovare una femminilità molto lontana da me. Nancy è come i ragazzini che stanno fissi sui telefonini, il mondo si trova tutto in quel cellulare, non comunica con l'esterno, per paura di un confronto".
Leggi anche: Luca Argentero e l'orgia di Cosa fai a Capodanno?: "Finalmente sono un personaggio negativo"