La fine del cinepanettone? Forse. Il film che segna il debutto alla regia di Filippo Bologna - qui potete leggere la nostra recensione di Cosa fai a Capodanno? - potrebbe segnare l'inizio di una commedia natalizia fuori dai canoni a cui il cinema nostrano ci ha abituato. Lo scrittore e sceneggiatore di Perfetti sconosciuti, tenta l'esperimento chiudendo uno scombinato gruppo di estranei aperti a scambi di coppia in un isolato chalet di montagna la notte del 31 dicembre: il risultato è Cosa fai a Capodanno? nel quale si diverte a giocare con i generi a lui più cari. "La sfida era raccontare il presente attraverso il pretesto del sesso, un ponte attraverso le diverse classe sociali. Tutto si svolge in un salone, in una rigorosa unità di tempo, luogo e azione. Ho voluto contaminare il film con i miei amori cinematografici dal western al noir, al surrealismo", rivela il regista durante la presentazione del film alla stampa, un kammerspiel che pesca da Bunuel e Tarantino, dal grottesco dei Coen e dalla ferocia della commedia all'italiana.
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Il passaggio dalla scrittura alla regia
Cosa fai a Capodanno? è un film corale con personaggi che diventano lo specchio del nostro tempo: "La sfida è stata farli deflagrare per incompatibilità antropologica, per questo abbiamo una radical chic e un reazionario, un maschilista e una donna succube. Ci sono anche molti altri temi caldi di questo periodo storico: i migranti, la politica, l'accoglienza. Ho scritto il film un anno fa, quando non era difficile prevedere che i populismi sarebbero esplosi. Sono contento di aver intercettato queste tensioni", racconta Bologna.
"Il film parla di relazioni, uomini e donne, nessuno dei personaggi si sente al proprio posto" - continua - "tutti credono che altrove ci sia una festa migliore, il Capodanno diventa così una metafora di questa insoddisfazione, del non sentirsi mai a proprio agio". E quando gli chiediamo cosa abbia dovuto sacrificare nel passaggio dalla scrittura alla regia, ci rivela: "Quando scrivi spesso rimani attaccato in modo quasi feticistico a certe cose che ritieni essenziali, ma arrivato sul set ti rendi conto di dover fare delle rinunce. Mi porterò dietro questa lezione: sfrondare, snellire ciò che apparentemente per uno sceneggiatore è essenziale. A volte sono gli stessi attori e la messa in scena a fartelo capire".
Luca Argentero e Ilenia Pastorelli, i padroni di casa
Nel ruolo della coppia che ha il compito di fare gli onori di casa Ilenia Pastorelli (Ilenia) e Luca Argentero (Mirko). Il loro primo incontro con Iole e Mirko? "La prima volta che ho parlato con Filippo del mio personaggio, Iole era più ingenua e candida, meno gelosa" - racconta la Pastorellli - "poi per colpa mia è diventata una donna più consapevole, che sa di non essere amata e che come tante si ritrova bloccata per anni in relazioni nelle quali non ricevono l'amore che sperano. Mi piaceva raccontare una donna di questo tipo".
Per Luca invece il primo impatto con il personaggio da anni ormai è alla prova costumi. "Quando lo vedo finalmente vestito capisco chi sarà e mai come in questo caso un paio di stivali mi ha condizionato nel modo di muovermi, camminare e comportarmi".
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