Arriva su Sky Cinema il 14 e il 21 di dicembre (e in streaming su Now Tv) Cops - Una banda di poliziotti, serie di due film di Luca Miniero, ambientata nel commissariato di Apulia, città pugliese senza crimine. Il commissario Cinardi (Claudio Bisio) e la sua squadra sono felicissimi di potersi godere in tranquillità la vita di paese, ma troppa calma potrebbe essere un male: l'emissario del Ministero Margherita Nardelli (Stefania Rocca) arriva con notizie nefaste. Devono chiudere.
Remake della pellicola svedese del 2003 Kops, Cops è un prodotto Sky Original, realizzato da Sky e Banijay Italia, insieme a Picture Show, Memfis Film, Apulia Film Commission e Pugliapromozione e il contributo di Regione Lazio. Scritto da Luca Mainiero insieme a Giulia Gianni, Andrea Magnani, Gina Neri, vede nel cast anche Pietro Sermonti, Francesco Mandelli, Dino Abbrescia, Giulia Bevilacqua, Guglielmo Poggi e Giovanni Esposito.
Abbiamo incontrato virtualmente i protagonisti Claudio Bisio e Stefania Rocca: Cops dimostra che la vita reale non è un film, soprattutto non uno americano. È un peccato? Per l'attrice: "Se la vediamo da un punto di vista di demenzialità forse è un peccato. Avere una vita con quel 20% di demenzialità in più ci farebbe sicuramente vivere più allegri, più leggeri. Forse anche meglio". D'accordo Bisio: "Oggettivamente siamo nella scia di Scuola di polizia e Una pallottola spuntata, ma soggettivamente i personaggi hanno una loro logica, tutt'altro che demenziale. Il più pazzo di noi, Benny the Cop, il nostro grandissimo Francesco Mandelli, a mio avviso ha una logica naïf, infantile, unidirezionale, ma non è matto. Il personaggio di Sermonti si fa i cannoni perché lo rilassano. Ognuno di noi ha i suoi difetti e monomanie e insieme è una cosa esplosiva. Ma non siamo stranissimi. Quindi a una vita reale di questo tipo dico: perché no".
La video intervista a Claudio Bisio e Stefania Rocca
Cops - Una banda di poliziotti, la recensione: In amore siamo tutti poliziotti
Cops dissacra il genere poliziesco
Cops fa per il poliziesco quello che Boris - La serie ha fatto per il dietro le quinte della fiction italiana. Claudio Bisio ne è convinto: "Sono entrambe parodie di generi: Boris era la parodia di una fiction, anche Smetto quando voglio fa una cosa simile. Nel nostro caso ci prendiamo il lusso, il diritto e il coraggio di affrontare la polizia: se pensiamo alle altre fiction italiane ambientate nel mondo della polizia quanto sono rigide e corrette? Noi invece facciamo esattamente l'opposto".
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