Tra i cavalli di battaglia di Netflix ci sono senza dubbio le serie destinate a un pubblico giovane: sulla piattaforma se ne trovano di generi diversi (dalla commedia sentimentale all'urban fantasy), provenienti in molti casi dagli Stati Uniti ma anche da tanti altri paesi del mondo, confermando quanto per il colosso dello streaming sia importante dare il giusto spazio a produzioni internazionali molto diversificate tra loro. Alle ultime arrivate, le nostrane Skam Italia e Summertime e la statunitense Non ho mai..., il catalogo Netflix si arricchisce di una serie messicana che si ispira apertamente a prodotti estremamente conosciuti ed amati dagli adolescenti come Gossip Girl, Veronica Mars e la spagnola Elite: come scopriremo in questa recensione di Control Z, la serie prodotta da Carlos Quintanilla pecca sì di originalità, ma riesce comunque ad essere piuttosto coinvolgente ed interessante, e siamo sicuri che abbia il potenziale per piacere al target di pubblico per cui è pensata.
Control Z è si destinata a spettatori giovani ma, come evidenzia il divieto ai minori di 14 anni, non proprio giovanissimi: a differenza di molti prodotti teen presenti sulla piattaforma, la serie messicana sceglie di trattare certi temi molto apertamente e spesso con leggerezza (dai diversi approcci alla sessualità, fino all'uso di droghe), cercando di avvicinarsi produzioni seriali più realistiche, come ad esempio la recente Euphoria, ma peccando a tratti di superficialità. Certi elementi della trama, e certi escamotage narrativi, ci hanno poi ricordato un po' il mondo delle soap opera, che proprio in America Latina sono così amate e diffuse. Una serie che, a nostro parere, è molto lontana dalla perfezione ma che, come dicevamo, può sicuramente attrarre e accontentare il suo pubblico di riferimento.
Un hacker in grado di svelare i più oscuri segreti
Al centro della trama di Control Z troviamo Sofia (Ana Valeria Becerril) un'adolescente estremamente percettiva e intelligente, ma con serie difficoltà a interagire con i suoi coetanei. Dopo la scomparsa del padre, infatti, la ragazza ha sofferto di depressione e ha anche passato un periodo in una clinica psichiatrica, cosa che l'ha messa al centro di numerosi pettegolezzi tra i suoi compagni di scuola. Con l'inizio di un nuovo anno scolastico le cose sembrano però migliorare, anche grazie all'arrivo di un nuovo studente, Javier (Michael Ronda), con cui Sofia stringe subito una forte amicizia. Presto, però, qualcuno comincia a diffondere video su alcuni dei ragazzi più popolari: rivelazioni scottanti che gettano nello scompiglio la scuola e che, nella ricerca del responsabile - un hacker in grado di rubare video e messaggi dagli smartphone degli studenti e del personale scolastico -, porteranno a inaspettate conseguenze. Sofia, dotata di incredibili capacità di osservazione, deciderà di trovare il misterioso colpevole, aiutata da Javier e da Raul (Yankel Stevan), un ragazzo ricco ma con una situazione familiare complicata alle spalle. Quando però anche un segreto legato al suo passato rischierà di venire alla luce, per lei e i suoi amici, che ora non possono più fidarsi di nessuno, le cose si faranno sempre più difficili.
Lo sviluppo narrativo, anche se a tratti piuttosto prevedibile, riesce comunque a catturare lo spettatore che è curioso di scoprire cosa accadrà a Sofia e ai suoi compagni di scuola. Lo show, però, sarebbe stato ancora più coinvolgente con un maggior approfondimento dei comprimari e dei personaggi secondari, che spesso vengono solamente abbozzati, lasciandoci un pò indifferenti riguardo il loro destino nella serie. Di molti di loro scopriamo i peggiori segreti, ma sapendo poco altro sulla loro vita e sul loro background familiare e personale non è facile lasciarsi trascinare nelle storyline che li hanno per protagonisti. Per quanto riguarda Sofia le cose cambiano leggermente, il suo personaggio è quello a cui (ovviamente) viene dato più spazio ma, anche nel suo caso, al termine della serie molto di lei e del suo passato resta irrisolto (forse in vista di una molto probabile seconda stagione), lasciandoci un po' insoddisfatti, con la voglia di scavare di più.
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Un finale aperto a una seconda stagione
A colpirci in negativo, inoltre, anche quanto Control Z sembri poco "messicana": la serie è ambientata a Città del Messico (informazione che non ci viene mai data direttamente, ma che siamo in grado di dedurre), ma la storia ha quasi esclusivamente luogo tra le mura scolastiche, e non ci viene fatto vedere quasi nulla della realtà che circonda i protagonisti. A rendere le produzioni internazionali Netflix particolarmente interessanti è proprio il fatto che ci mostrino spaccati di culture così lontane e diverse dalla nostra, Control Z potrebbe però essere ambientata da qualsiasi altra parte del mondo e probabilmente non farebbe molta differenza. Anche il fatto che i protagonisti appartengano tutti ad una classe sociale molto alta e frequentino un liceo chiaramente elitario - soprattutto in un paese come il Messico, in cui il divario sociale è estremamente marcato - non viene quasi mai approfondito, cosa che invece avrebbe potuto portare la storia in altre direzioni e ci avrebbe aiutato a comprendere meglio il background dei protagonisti. Ci chiediamo se tutto questo sia dovuto alla volontà di rendere la serie più "internazionale" (cosa che giustificherebbe anche perché tutti i messaggi che si scambiano i personaggi siano in inglese), ma, in questo caso, non crediamo sia stata una scelta vincente: Control Z in questo mondo perde di personalità e potrebbe faticare a distinguersi dalla tante produzioni teen presenti nel catalogo Netflix.
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Control Z avrà una seconda stagione? Dal finale assolutamente aperto della prima non possiamo che immaginare di sì. Molti aspetti del passato dei personaggi e delle situazioni che li vedono protagonisti non trovano ancora soluzione, lasciandoci con la voglia di scoprire di più su di loro e su cosa gli accadrà in futuro. Vedremo se Netflix deciderà di dare un seguito alla storia di Sofia e dei sui compagni di scuola e, visto come si chiude l'ultimo episodio, siamo curiosi di scoprire che direzioni potrebbe prendere la trama.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Control Z sottolineando ancora una volta come questa serie Netflix ambientata tra i banchi di scuola di un liceo messicano pecchi sì di poca originalità ma possa sicuramente attrarre e accontentare il suo pubblico a cui è destinata. Un maggior approfondimento dei personaggi e dell’ambientazione messicana (che viene volutamente lasciata sullo sfondo) avrebbero reso la serie più coinvolgente ed interessante.
Perché ci piace
- La serie è coinvolgente e sicuramente verrà apprezzata dal pubblico a cui è destinata.
- La volontà di trattare tanti temi diversi in maniera molto aperta…
Cosa non va
- …ma peccando a tratti di superficialità.
- La serie, pur essendo ambientata a Città del Messico, è poco “messicana”.
- I comprimari e i personaggi secondari andavano approfonditi di più.