Si è parlato di Conta su di me di Marc Rothemund come di una versione teen di Quasi amici, la popolarissima buddy comedy Olivier Nakache e Éric Toledano, e certamente le analogie non mancano: se Elyas M'Barek non è sexy come Omar Sy poco ci manca, e poi naturalmente c'è la naturalezza di un'amicizia improbabile ma emozionante e autentica.
In questo caso il contesto urbano non è la bella Parigi ma l'allegra Monaco, dove il trentenne Lenny Reinhard si gode i soldi del padre, cardiologo affermato e stakanovista. Dopo l'ennesima spettacolare bravata, il dottor Reinhard impone all'erede, pena il taglio definitivo dei fondi, di trascorrere del tempo con un suo paziente afflitto da una gravissima malformazione congenita, il giovane David, a cui il medico teme che manchi la voglia di vivere per arrivare al suo sedicesimo compleanno.
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Viaggio nel mondo dei bambini senza futuro
Tratto da una storia vera**** (il memoriale a cui è ispirata la storia, Dieses Bescheuerte Herz, è firmato a quattro mani dal giovane Daniel Meyer e dal suo "fratellone adottivo" Lars Amend), Conta su di me sembra proprio una favola, invece: David è una Cenerentola che non ha speranze di partecipare al ballo, e Lenny una fata turchina promiscua e cocainomane ma con a disposizione il magico conto in banca del padre. Così Lenny, riluttante e imbarazzato, si avvicina a un mondo a cui non ha mai rivolto un singolo pensiero in vita sua: un mondo popolato da ragazzini che hanno appena una manciata di anni da vivere, anni fatti in gran parte di sofferenza, e dalle persone che cercano di aiutarli.
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Per Lenny, abituato alla salute, alla libertà, alla spensieratezza, è difficile accettare la sofferenza del ragazzo, il continuo pericolo di vita a cui è esposto: ma alla fine sarà la voglia di vivere di David, la sua tenacia di fronte al progredire dei sui problemi fisici, a destare in lui ammirazione e affetto, e anche a fargli capire cosa vuole fare davvero della sua vita di adulto sano e privilegiato.
Voglia di crescere
Che David e Lenny abbiano molto da darsi umanamente è anche piuttosto scontato, meno scontato è quello che regalano i due personaggi allo spettatore grazie alle performance di Elyas M'Barek, accattivante e carismatico, e del giovanissimo Philip Schwarz, così spontaneo e vitale da intenerire e divertire senza mai scivolare nell'eccesso di pathos. Nella loro efficace alchimia i due interpreti sono assistiti da un script equilibrato e puntuale firmato da Maggie Peren e Andi Rogenhagen. La regia di Marc Rothemund è per lo più funzionale al racconto e ha qualche momento di debolezza, ma, come dimostrano i riconoscimenti ottenuti dal suo film, premiato anche dal pubblico del Giffoni Film Festival, riesce a far battere il cuore di Conta su di me. Un cuore forse malandato, ma traboccante di vita.
Movieplayer.it
3.0/5