L'ultima produzione Rai in tema di fiction si distinguerà sicuramente per l'originalità del tema trattato. Se il pubblico italiano, infatti, era stato finora appastato a melodrammi e prodotti di carattere storico, per l'ultima opera di Paolo Bianchini si può parlare a pieno titolo di mistery. Mal'aria, ispirata all'omonimo libro di Eraldo Baldini, ambienta nel 1925 - agli albori quindi del regime fascista - una vicenda a cavallo tra giallo e fantasy in cui Carlo Rambelli (Ettore Bassi), giovane ispettore ministeriale della sanità, si ritroverà a svolgere non soltanto le proprie mansioni di medico ma anche quelle, improvvisate, di detective. Inviato nella campagna ravennate per verificare l'esistenza di alcuni focolai di malaria, si troverà alla prese non solo con un'epidemia frutto della negligenza e del malanimo dei più insospettabili, ma anche con la reticenza del paese a sottoporsi alle cure: narra infatti una vicenda popolare che la malattia sia frutto di un sortilegio della misteriosa strega della palude, la Borda, che contemporaneamente sembra stare assassinando tutti coloro che, prima di Rambelli, hanno osato mettere in dubbio il suo potere. Per una mente abituata al ragionamento scientifico è ovviamente impossibile dare credito a tali dicerie, eppure con il passare dei giorni Carlo inizierà a dubitare delle proprie ferree convinzioni, e dovrà confrontarsi non soltanto con le incertezze del presente, ma anche con le proprie più intime paure, senza contare la rivalità per l'amore di una bella mondina, Elsa (Sarah Felberbaum), che lo contrapporrà al capo delle camicie nere Oreste (Stefano Dionisi). Insieme ai protagonisti, alla conferenza stampa erano presenti anche i produttori Massimiliano La Pegna, Pino Corrias e Ivan Corlei.
Pino, si tratta di una vicenda molto particolare rispetto a quelle delle solite fiction.
Pino Corrias: Si, è una storia strana per gli standard delle fiction: ha a che fare con il fantasy, ma contiene anche tanti altri generi. E' tratta dall'opera di uno scrittore straordinario, seppur regionalizzato, infatti tutti i suoi libri sono ambientati nel ravennate. Il suo stile è stato anche definito "gotico-rurale", che poi è il titolo di una sua raccolta di racconti, e lui è stato paragonato addirittura a Stephen King, oltre ad aver lavorato con alcuni dei più famosi giallisti italiani, primo fra tutti Lucarelli. La protagonista è questa strega, la Borda, che si dice porti la malaria, ma anche la stagione fascista ai suoi albori, nella quale la propaganda del Regime verso la modernità si scontra con queste interferenze della realtà. Io credo che il film rispetti in pieno lo spirito del racconto, e per la tv questo prodotto è senz'altro una novità.
Massimilano, hai deciso di puntare ancora sul mistery.
Massimiliano La Pegna: Si, abbiamo già iniziato qualche anno fa con Il segno del comando e ora continuiamo con questo nuovo progetto. Con Bianchini avevamo già lavorato vent'anni fa, e devo dire che è rimasto un giovincello. A mio parere il mistero funziona dall'inizio alla fine, ma è stato anche faticoso ottenere questo risultato: abbiamo dovuto affrontare zanzare, alluvioni, ma la troupe è sempre rimasta unita. Speriamo di continuare su questo genere anche in futuro.Paolo, dacci la tua definizione di questo film.
Paolo Bianchini: Non so da dove cominciare, è già stato detto tanto. Ma ricordo quando mi è stato offerto questo copione, abbiamo fatto una lunga introduzione con la sceneggiatrice Giovanna Koch, e per prima cosa abbiamo cercato i luoghi a cui si ispira la storia. I momenti di magia appartengono a quel luogo, a quella foce che si fa strada verso il mare, in un luogo in cui terra e acqua si incontrano, dove si respirano i primordi della vita. E' un luogo in cui l'umanità, pur tra mille difficoltà, riesce a trovare la propria sopravvivenza. Nuvole di zanzare ci accoglievano la mattina per poi assopirsi durante il giorno. Ricordo che Sarah arrivava coperta come una donna afghana, perchè se l'avessero punta sarebbe stato un problema, e poi di sera di nuovo gli insetti si risvegliavano. Io ho cercato di raccontare la storia delle persone e del momento in cui nasce una leggenda. Abbiamo vissuto proprio come nel 1920, in un borgo abbandonato più di un secolo fa: su un vecchio intonaco ho trovato scritto un nome, lasciato lì da chissà chi, e questo mistero l'ho sentito davvero mio.
Ettore e Stefano, i vostri personaggi si contrappongono per tutta la durata del film. Descriveteceli.
Ettore Bassi: Io ho avuto modo di entrare in questa storia, che ho vissuto molto anche a livello personale, anche grazie all'ambiente, che generava un senso di mistero e di solitudine molto intenso. C'è tutto: l'ambiente, l'epoca, l'amore, il conflitto ideologico e anche il percorso intimo che il mio personaggio deve compiere per andare incontro alla propria rinascita. Tutti abbiamo lati oscuri che seppelliamo in qualche angolo remoto, e quando qualcosa ti costringe ad andarci dentro bisogna affrontare queste nostre fobie. Questa è una delle chiavi del successo della fiction secondo me, insieme all'onestà con cui è stata girata, che credo trasparirà agli spettatori.Stefano Dionisi: Sono rimasto molto colpito dalla sceneggiatura fin dalla prima volta in cui l'ho letta, e rispetto al personaggio di Ettore il mio è più lineare, si deve imporre perchè il potere che rappresenta sia vissuto in maniera sempre più forte. Non posso raccontare altro perchè nella seconda parte il mio personaggio subisce come uno scollamento, prende una strada diversa rispetto a quella che lo vedeva succube a sua volta di questo conte che era un po' il padrone del paese.
Sarah, dicci qualcosa del tuo personaggio.
Sarah Felberbaum: Si tratta di una ragazza forte, decisa, un po' un animale selvaggio, che combatte per quello in cui crede e per la sua famiglia. Con l'arrivo del personaggio di Ettore si trova a scoprire qualcosa di nuovo, e inizia a seguirlo e ad aiutarlo. Nascerà poi un'attrazione, ma Elsa sarà comunque tra due fuochi: tra quello che le dice l'istinto e il modo in cui dovrebbe comportarsi per il bene della famiglia. Anche il personaggio di Stefano la desidera, e sebbene lei non lo voglia si trova a non poter rompere gli equilibri su cui si fonda la vita del paese.
Le leggende di cui parla il film sono fantasie dell'autore o sono davvero parte dell'immaginario popolare della zona?
Giovanna Koch: Sono autentiche: Baldini infatti è antropologo e i suoi racconti si basano su attente ricerche. La leggenda della Borda è più recente rispetto all'epoca in cui è ambientato il film, mentre i rituali rappresentati nel corso della vicenda sono molto più antichi, e risalgono addirittura all'anno 1100. La strega è una figura che travalica gli Appennini: la ritroviamo anche in Toscana, dove è ancora una donna che viene dall'acqua e minaccia i bambini, un po' come l'uomo nero. Il personaggio di Sarah fa eco a questa figura, in bilico tra tradizione e passione; il mondo maschile al contrario è razionale, e Sarah è il passaggio tra emotività e mondo cosciente.Ma alla fine verrà svelato il segreto della strega?
Paolo Bianchini: Come anticipazione posso solo svelarvi che ci sarà una storia d'amore, ma non dico nulla di più.