L'ispirazione arriva da un classico della comicità italiana, Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi del 1960, ma tematiche e situazioni sono state adattate a quelle dell'Italia contemporanea. Lì a farsi la guerra erano Aldo Fabrizi e Totò, qui tocca a Vincenzo Salemme (sindaco di Gaeta) e Diego Abatantuono (ricco imprenditore del Nord), che nei panni dei due consuoceri Gaetano e Diego faranno di tutto per sabotare il matrimonio 'impossibile' dei loro due giovanissimi figli, Ilenia e Riccardo. Il film in uscita il 24 gennaio, è Compromessi sposi di Francesco Miccichè, che può contare su una nutrita squadra di autori composta da Michela Andreozzi, Alessia Crocini, Fabrizio Nardi, Massimiliano Vado e Christian Marazziti.
Gli spunti di riflessione sono diversi, come spieghiamo anche nella nostra recensione di Compromessi sposi: la folcloristica rivalità Nord-Sud, la famiglia, il rapporto padri e figli e la politica. Anche se, come ci tiene a far notare il regista durante la presentazione del film alla stampa, "il tema della politica c'è e non c'è, è stato toccato in maniera laterale, perché non è l'obiettivo principale del film che invece vuole narrare l'incontro tra due famiglie e tutte le difficoltà che ne derivano. L'impressione finale è di aver raccontato un'idea di famiglia in cui i padri sono un po' distratti e non si accorgono che i propri figli hanno delle cose belle da far vedere. È un film sulla famiglia più che sulla politica".
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Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono: affinità elettive
Compromessi sposi segna anche la prima volta insieme di Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono, che si erano già incrociati sul set del film a episodi Buona giornata di Carlo Vanzina. E fu proprio allora che si ripromisero di lavorare insieme: "Questo film nasce da una voglia di frequentazione, quando ci incontravamo dopo le riprese ci dicevamo spesso che avremmo dovuto lavorare insieme. Poi è capitata questa occasione", racconta Abatantuono.
E alla fine eccoli qui a fare battute, a incalzarsi a vicenda e a calibrarsi l'uno sui tempi comici dell'altro: "Nonostante abbiamo la stessa età sono un fan di Diego, è come se fossi cresciuto con i suoi film. - confessa Salemme - Mi sembra che senza Diego il cinema non esista". Tra i due insomma, l'affiatamento c'è e si vede. "L'affinità nasce in modo naturale, c'è o non c'è, poi magari si affina nel tempo e con Diego c'è stata sin da subito. - precisa il comico napoletano - Parlo di un'affinità culturale, cioè dello stesso modo di intendere la vita e il lavoro, anche se sei diverso dall'altro l'intesa delle cose può essere affine seppur contraria. Dal punto di vista del mestiere credo di avere con lui un'affinità elettiva".
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Gaetano e Diego, il gioco dei contrasti
I personaggi che interpretano sono l'uno l'opposto dell'altro, il sole e la luna, il Nord e il Sud: "Gaetano e Diego sono contrapposti naturalmente per regione, mentalità e carattere, inizialmente c'era un indirizzo politico un po' più spinto, io ho cercato di far capire come la pensa Diego senza usare parole troppo specifiche. - spiega Abatantuono - È un personaggio divertente, ma la chiave è il rapporto fra i due, anzi è determinante: presi singolarmente Diego e Gaetano potrebbero essere meno interessanti, messi a contrasto invece diventano divertenti. È un berlusconiano che ha fatto i soldi proprio in quel periodo lì e un po' di berlusconesimo gli è rimasto dentro, ma certe cose è meglio intuirle che non dirle chiaramente".
Salemme invece è un sindaco di fede grillina appena eletto, simbolo del nuovo che avanza: "Di Gaetano - confessa - mi colpisce la sua fragilità mascherata dalla stretta osservanza delle regole, è un padre che non conosce abbastanza profondamente sua figlia, anzi la teme, come accade spesso ai padri: abbiamo paura che i figli possano scoprire le nostre debolezze. Del rapporto con Diego mi piaceva l'idea di fare esattamente l'opposto rispetto a quanto accadeva con Totò e Aldo Fabrizi: il mio ruolo appartiene alle corde di Fabrizi nonostante l'aspetto fisico dica il contrario, mentre Diego è più Totò. Mi ha colpito questo incrocio inversamente proporzionale alle nostre storie".