Grazie alla recente uscita homevideo della Midnight Factory, abbiamo scoperto un fanta-horror molto particolare diretto da Anthony Scott Burns, cineasta e musicista canadese alla seconda prova regia dopo Our House del 2018. Come vedremo nella recensione di Come True, attraverso la vicenda di una problematica diciottenne, il film punta tutto su un argomento spesso trattato nel cinema di genere, ovvero quello riguardante sogni, incubi, babau e derivati. Lo fa con originalità e buoni spunti, prima di vanificare in parte il buon lavoro con qualche ingenua uscita di strada.
Le oscure e macabre presenze degli incubi da seguire su un monitor
In Come True la protagonista è Sarah (una bravissima Julia Sarah Stone), ragazza complicata che evita in ogni modo i contatti con la madre ed è perseguitata dall'insonnia. Vaga per parchi pubblici per qualche ora di sonno, che si rivela però sempre piuttosto turbolenta. Già, perché i sogni e gli incubi macabri che abitano il subconscio di Sarah sono spesso spaventosi. Quando scopre che può essere pagata per sottoporsi a uno studio universitario sperimentale basato su fenomeni psichici legati al sonno, non esita un attimo.
In realtà il team guidato dal Dr Meyer ha scoperto di poter decodificare le immagini processate nella mente durante il sonno, riuscendo a materializzarle graficamente e proiettarle sui monitor di chi rileva attentamente i dati. In pratica le visioni dei sogni diventano immagini vere che possono essere studiate, facendo emergere anche realtà spaventose, come un uomo nero che sembra perseguitare il sonno della ragazza e non solo di lei.
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I mondi onirici hanno un fascino visivo non banale, ma poi la strada viene smarrita
Il cinema ha spesso sondato mondi misteriosi e affascinanti come quelli dei sogni, dove l'inconscio prende il sopravvento e talvolta, fra insonnia e incubi, è difficile definire il confine tra realtà e allucinazioni. In Come True nei meandri dell'inconscio non c'è Freddy Kruger, bensì immagini inquietanti, ambienti misteriosi e alla fine una sorte di Uomo nero. Anthony Scott Burns ha il pregio di trattare con efficacia la materia, rendendo appassionante la narrazione, destando curiosità e tensione anche grazie a un fascino visivo non banale nella creazione dei mondi onirici, lavorando bene su colore, suono ed effetti. Peccato che sul più bello il giocattolo sfugga un po' di mano al suo creatore, sfilacciandosi in alcuni passaggi incoerenti e fin troppo elaborati. Fino a un finale che si presta a mille riletture, forse un po' esagerato, anche se comunque indubbiamente dotato di un certo fascino.
Julia Sarah Stone è perfetta per trasmettere angoscia e una disperata fragilità
Nonostante ingenuità e passaggi a vuoto, se il film a lungo funziona è anche e forse soprattutto merito di una bravissima Julia Sarah Stone, perfetta per il ruolo. Il suo volto sofferto e lo sguardo magnetico trasmettono non solo una disperata fragilità, ma anche la giusta angoscia e il turbamento sincero nel vivere un'esperienza in cui presenze misteriose sembrano annidarsi nel profondo della fase REM, per poi diventare forse reali. Quest'ultimo passaggio è decisamente inquietante e come detto è particolarmente affascinante anche grazie a un'estetica originale. Peccato che poi il film finisca per aggrovigliarsi su se stesso, pretendendo forse troppo. Come un incubo che al risveglio non si ricorda, e che quindi è praticamente innocuo.
Il Blu-ray: video valido nonostante le immagini scure e oniriche, ottimo l'audio
Come detto, abbiamo potuto apprezzare Come True grazie al blu-ray della collana Midnight Factory, di Koch Media, confezionato nella consueta elegante edizione slipcase con all'interno il solito booklet di 12 pagine, che però rimarrà l'unico extra oltre al trailer. Il video risente molto dell'impostazione fotografica estrema del film, proprio perché gran parte delle immagini rappresentano sogni, incubi, viaggi nell'inconscio o immagini grafiche da monitor. Naturalmente in questi casi il dettaglio non è incisivo, il quadro risulta un po' pastoso ma la tenuta è ottima nonostante le condizioni buie e particolari e un croma volutamente sbiadito che rimanda a tonalità grige e azzurrognole. In condizioni migliori emerge comunque anche una miglior definizione.
Ottimo l'audio, presente con le tracce DTS HD Master Audio 5.1 italiana e originale, capaci di immergere lo spettatore nelle particolari atmosfere oniricihe, come di sottolineare i momenti di spavento con effetti precisi ed energica presenza della colonna sonora. La spazialità è sempre avvertibile, i diffusori sono precisi nella dislocazione degli effetti senza mai sacrificare la chiarezza dei dialoghi, mentre nelle sequenze chiave anche i bassi fanno sentire la loro presenza.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella recensione di Come True, il fanta-horror del canadese Anthony Scott Burns riesce a creare tensione e inquietudine affrontando il tema delle presenze che popolano gli incubi in maniera originale ed efficace, per perdersi poi purtroppo nella seconda parte in una serie di passaggi troppo confusi e incoerenti, preludio a un finale enigmatico che lascia qualche perplessità.
Perché ci piace
- Il fascino visivo della rappresentazione degli incubi, originale e mai banale.
- Un costante senso di tensione e inquietudine.
- La bravura della protagonista Julia Sarah Stone.
Cosa non va
- Nella seconda parte il film tende a sfilacciarsi e smarrire la strada che aveva percorso.
- Alcuni passaggi peccano di incoerenza e il finale, seppur affascinante, non potrà convincere tutti.