È da non perdere il film d'esordio di Lyda Patitucci, Come pecore in mezzo ai lupi: un crime teso e asciutto, con protagonista Vera/Stefania, poliziotta sotto copertura interpretata da Isabella Ragonese. Fixer per una banda di serbi, la sua missione è in pericolo quando il fratello, Bruno (Andrea Arcangeli), avvicina i criminali per fare una rapina.
In sala dal 13 luglio, Come pecore in mezzo ai lupi racconta la violenza in modo molto realistico: niente fronzoli, solo crudeltà secca. La regista Lyda Patitucci ci racconta come abbia voluto raccontare anche la banalità del male: "Mi interessava capire, o almeno cercare di indagare, come mai il mezzo di comunicazione più istintivo e naturale nell'uomo sia la violenza. La prevaricazione. In certi casi si è più capaci di uccidere che di dire un ti voglio bene. Questi elementi sono l'ossatura del film: non declamata, ma messa in scena in modo quasi banale".
A Isabella Ragonese interessa molto il confronto tra questi due fratelli: "Hanno una storia comune, sanno da dove vengono, anche se hanno preso strade diverse. In fondo interpreto due personaggi diversi: Stefania è rimasta un'adolescente, piena di rabbia, mentre Vera, grazie al suo lavoro, è andata molto avanti. Il ritorno del fratello per lei è come l'arrivo di un fantasma, che le fa paura. Rappresenta la sua emotività. È come se fossimo l'una una parte dell'altro".
Intervista a Lyda Patitucci, Isabella Ragonese e Andrea Arcangeli
Come pecore in mezzo ai lupi, recensione: un thriller teso e asciutto
Come pecore in mezzo ai lupi: la violenza al cinema
Il personaggio di Andrea Arcangeli, Bruno, è quindi il più emotivo tra i due. Piange, manifesta i propri sentimenti. In un film di questo genere in passato siamo stati abituati a vedere personaggi maschili impenetrabili. Per l'attore è stato interessante esplorare questo aspetto: "Se interpretare dei ruoli sensibili e fragili significa interpretare ruoli più femminili allora forse preferisco interpretare ruoli femminili. Mi ritrovo ad aver fatto, da attore, un lavoro su di me molto più intenso rispetto al macho man della situazione. Venendo da Romulus 2, in cui ho fatto l'opposto di quello che faccio qui, sia fisicamente che emotivamente, ho veramente avuto modo di esplorare molto. Ci ho sguazzato nella sensibilità del personaggio e ne ho approfittato per vedermi anche un po' dentro".
Nel suo ultimo film, Il sol dell'avvenire, Nanni Moretti fa tutto un discorso sulla rappresentazione della violenza al cinema e come certi giovani autori l'abbiano resa quasi romantica. In Come pecore in mezzo ai lupi Lyda Patitucci fa esattamente il contrario. Una scelta stilistica precisa: "Ho cercato di portare rigore nel film: nelle riprese, nel montaggio, in ogni sua fase. Non mi sono fatta concessioni, non ho voluto spettacolarizzare le scene d'azione. Non ho raddoppiato i tempi. Volevo qualcosa che risultasse vero, netto, duro".