"Katie, tu sei troppo esigente." "Però guarda che cosa posseggo."
"Non ho mai visto Come eravamo."; "Cosa aspetti? È divertente, strappalacrime..."; "Comunismo!"; "...e tutto compreso nel prezzo!". In una serie quale Una mamma per amica, che trabocca di riferimenti culturali a ogni episodio, uno dei film citati più spesso da Lorelai e Rory Gilmore è proprio Come eravamo. Se in una delle prime puntate madre e figlia esprimono all'unisono la loro passione per il film di Sydney Pollack, in seguito uno dei momenti più emozionanti della serie sarà costruito come un lungo, esplicito omaggio ai personaggi interpretati da Barbra Streisand e Robert Redford.
In un episodio di un'altra serie di culto, Sex and the City, le quattro protagoniste si trovano a dibattere di Come eravamo, arrivando addirittura a intonare in coro la canzone del titolo, The Way We Were; Carrie Bradshaw lo usa come termine di paragone per la propria vita sentimentale e, poco dopo, 'replicherà' il finale del film in una delle sequenze più malinconiche della serie. Sono soltanto alcuni esempi (ma se ne potrebbero apportare molti altri) della forza con cui Come eravamo è penetrato nel nostro immaginario collettivo, tanto da aver assunto la statura di paradigma di un certo genere di storie d'amore.
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Katie e Hubbell: l'attrazione degli opposti
Katie Morosky e Hubbell Gardiner: due individui diversissimi, ma che nelle reciproche differenze avranno l'occasione di dar vita a un sentimento unico e profondo... un sentimento da proteggere contro le pressioni della società e le contraddizioni di due decenni di storia americana. È il nocciolo di Come eravamo, sceneggiato da Arthur Laurents (già autore al cinema di Nodo alla gola e Anastasia e a teatro del libretto di West Side Story) basandosi sui propri ricordi degli anni dell'università e sulle difficoltà sperimentate a causa della Commissione per le attività antiamericane. È appunto Laurents a suggerire al produttore Ray Stark di ingaggiare in qualità di regista Sydney Pollack, che nel 1969 aveva diretto il magnifico Non si uccidono così anche i cavalli? e che coinvolge nel progetto anche il suo amico Robert Redford nel ruolo pensato in origine per Ryan O'Neal.
In un certo senso egli era come la nazione nella quale viveva: aveva tutto troppo facilmente.
Hubbell Gardiner, a cui il biondissimo Redford presta il suo volto da perfetto All American boy, è l'incarnazione del ragazzo wasp, consapevole di vivere in una condizione di privilegio: una consapevolezza a cui Hubbell dà forma attraverso il proprio talento per la scrittura. Katie Morosky, sua compagna di studi alla Cornell University di New York e membro della Lega dei giovani comunisti, mette invece i propri ideali davanti a tutto il resto: nel 1937 è in prima fila nel movimento pacifista e si sforza in ogni modo di sensibilizzare i suoi coetanei sul pericolo costituito dai nazifascismi europei. E nel caso di Katie, il personaggio è costruito a pennello sull'unica protagonista possibile: una Barbra Streisand, qui alla sua prima prova drammatica (ricompensata con una seconda candidatura all'Oscar, dopo la statuetta per Funny Girl), capace di infonderle tutta la grinta, la tenerezza e il carisma tali da renderla una delle massime 'eroine' del cinema degli anni Settanta.
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Misty water-colored memories of the way we were
Distribuito nelle sale statunitensi il 19 ottobre 1973 e trainato dalla popolarità di quest'inedita accoppiata di divi, Come eravamo si rivela un autentico fenomeno di massa (sarà uno dei cinque maggiori successi dell'anno al box office), riceve sei nomination e vince due premi Oscar: per la colonna sonora di Marvin Hamlisch e per la canzone The Way We Were, affidata alla voce da brivido della Streisand, che ne farà uno dei suoi brani simbolo (Billboard lo decreterà come il singolo più venduto del 1974). Fin dai titoli di testa, la splendida melodia di The Way We Were si lega in maniera indissolubile al film stesso, mentre i versi riecheggiano il tema dell'idealizzazione del passato e della natura soggettiva dei ricordi: "Can it be that it was all so simple then?/ Or has time re-written every line?/ If we had the chance to do it all again/ Tell me, would we? Could we?".
"Che bello sarebbe se fossimo vecchi, dopo aver passato tutto questo... tutto sarebbe facile, senza complicazioni, come quando eravamo giovani." "Mai stato senza complicazioni per noi." "Però è stato bello, è vero?"
In fondo, fra le tante love story rappresentate sul grande schermo, a rendere così speciale quella fra Katie e Hubbell è proprio il suo essere un "amore complicato". Terribilmente complicato, ma anche meravigliosamente complicato: perché se Hubbell ha la stoffa per diventare un eccellente scrittore, è Katie a battersi perché il suo compagno possa realizzarsi come artista, ma ancora di più come essere umano. E quando Hubbell, snervato dall'intransigenza di Katie in materia politica, è in procinto di lasciarla, lei gli risponde con la più appassionata e vibrante delle dichiarazioni d'amore: "Ma se spingo così è perché voglio che le cose vadano meglio! E voglio rendere noi migliori, voglio rendere te migliore! Ne viene fuori un inferno, ma io devo continuare a farlo finché tu non sarai quella cosa perfetta che puoi e vuoi diventare! Non troverai mai un'altra che vada così bene per te, che creda in te quanto ci credo io e che ti ami quanto me!".
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L'idealismo e l'amore contro i soprusi della Storia
Nel coraggio con cui affronta ogni sfida, pubblica e privata, nella determinazione che non la fa mai retrocedere di fronte ad alcun ostacolo, né chinare la testa davanti ai soprusi dell'America del Maccartismo, Katie è uno di quei personaggi per i quali è impossibile non parteggiare. "Gli uomini, Hubbell, non sono altro che i loro principi!", è la replica inflessibile della donna quando il marito le rimprovera i rischi che sta correndo nel voler difendere i "dieci di Hollywood". Ed è indispensabile ricordare, a tal proposito, che Come eravamo è stato uno dei primissimi film ad aver preso di petto uno dei capitoli più vergognosi della storia del ventesimo secolo: quello relativo alla "caccia alle streghe" maccartista e ai processi sommari contro chiunque fosse sospettato di simpatie comuniste, e pertanto ostracizzato dal proprio ambiente professionale.
L'intreccio tra la vita familiare e la dimensione politica era reso ancora più evidente in alcune sequenze tagliate in fase di montaggio, in cui si rendeva esplicito il fatto che Katie fosse finita nel mirino della Commissione anticomunista e non volesse danneggiare la carriera di Hubbell. Ciò nonostante, il capolavoro di Pollack conserva un amalgama perfetto fra questi due aspetti, in un racconto in cui il romanticismo e l'affresco sociale corrono lungo binari paralleli, fino ad arrivare a uno degli epiloghi più belli e commoventi del cinema americano: quell'incontro casuale di fronte al Plaza Hotel, circa un decennio più tardi, con Hubbell che ha sacrificato le ambizioni letterarie per scrivere sit-com mentre Katie è impegnata nella campagna per il disarmo nucleare, con il medesimo ardore di trent'anni prima.
"Tu non molli mai, eh?" "Solo quando ci sono proprio obbligata."
"Tu non molli mai", è la frase che le rivolge Hubbell subito prima del loro addio; e in quel rapido scambio di battute, nei loro occhi velati di lacrime, Redford e la Streisand ci fanno sentire tutto il rimpianto di due protagonisti separati dalla Storia ma che, nonostante tutto, non hanno mai smesso di amarsi. Perché per quanto un sentimento possa essere conflittuale e doloroso, per quanto una relazione sia condannata al fallimento, la sua componente più nobile e pura è quella destinata comunque a sopravvivere, raddolcita dallo sguardo benevolo della memoria: "So it's the laughter we will remember/ Whenever we remember the way we were".