Tra Pleasentville e Ritorno al Futuro: arriveranno a fine settembre su Rai Gulp i nuovi episodi di Club 57, live action di Rainbow, coprodotto con Nickelodeon in collaborazione con Rai Ragazzi, che racconta le avventure di Eva (Evaluna Montaner), piccolo genio che riesce a viaggiare nel tempo e si ritrova nel 1957 insieme al fratello Ruben (Sebastián Silva), dietro le quinte dello show Club 57, molto in voga tra i giovani dell'epoca. Tra i protagonisti del programma televisivo c'è JJ Fontana (interpretato da Riccardo Frascari), di cui Eva si innamora a prima vista.
Presentati in anteprima al Giffoni Film Festival 2019, i nuovi episodi di Club 57 sono stati girati tra Miami e la Puglia, potendo vantare un cast internazionale, tra cui il cantautore Ricardo Montaner, che firma molti brani presenti nella serie. A Giffoni abbiamo incontrato per questa intervista Riccardo Frascari, che si è detto entusiasta del grande ritorno del musical, a cominciare dal successo del film La La Land, da cui ha tratto ispirazione: "Quando ho dovuto preparare la serie ho avuto una settimana intensiva, una vera e propria full immersion di visione di musical, tra cui La La Land, Grease e molti altri. È stato bellissimo: penso che il musical sia un genere cinematografico a volte sottovalutato, perché non viene seguito come dovrebbe. Questa serie penso che sia una grandissima opportunità per i ragazzi di avere qualcosa di giovanile e fresco con musica, ballo, passione, risate, amore, amicizia".
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In Club 57 Riccardo Frascari interpreta un ragazzo degli anni '50: secondo lui cosa penserebbe di noi un giovane uomo vissuto in quell'epoca? "Secondo me non sarebbe soddisfatto e felice" ci ha detto l'attore, proseguendo "Sarebbe sicuramente sorpreso di vedere tutte quelle che sono state le innovazioni tecnologiche avvenute negli ultimi 50-60 anni, cellulari, televisione, che oggi ha una risoluzione incredibile e dimensioni piccolissime, ma noterebbe che si sono perse le relazioni personali: il contatto fisico tra le persone e anche quello visivo. Negli anni '50 quando dovevi dire qualcosa a un'altra persona dovevi cercarla e dirle negli occhi quello che pensavi, che fosse un amico, una fidanzata o i tuoi genitori. Penso che i ragazzi dell'epoca si sentirebbero un po' fuori luogo in un mondo freddo e che dà meno spazio ai sentimenti".