La nostra recensione di City of Crime potrebbe iniziare come una lista della spesa. Un detective dal grilletto facile. Una caccia all'uomo. Una corsa contro il tempo. Cospirazioni segrete portate alla luce. Ci sono parecchi ingredienti intriganti in questo thriller metropolitano prodotto da Joe e Anthony Russo, i registi di Avengers: Endgame, e intepretato da un cast stellare del calibro di Chadwick Boseman, Taylor Kitsch, Sienna Miller e J.K. Simmons.
Ingredienti che, se ben amalgamati, possono dare vita, se non a un grande film, a un ottimo prodotto di genere. City of crime riesce nell'intento di tenere sveglio l'interesse dello spettatore per tutta la sua durata, alternando la struttura da thriller investigativo a vere e proprie sequenze action. Il film però presenta, come vedremo, un difetto enorme che rischia di far dimenticare tutto il resto.
Tutto in una notte
Andre Davis (Chadwick Boseman) è un detective della polizia di New York che, nonostante sia uno dei migliori in circolazione, sembra avere il grilletto facile. Nei suoi ultimi casi ha sempre ucciso il ricercato causando più di qualche interrogativo ai piani alti sulla sua condotta morale. Una notte gli viene dato l'incarico di catturare due delinquenti che, nel corso di una sparatoria durante una rapina legata al traffico di cocaina, hanno ucciso otto poliziotti. Per evitare uno scandalo mediatico, Andre prende la drastica decisione di chiudere i ventuno ponti ("21 Bridges" il titolo originale americano) dell'isola di Manhattan in modo da impedire la fuga dei due assassini e dare così avvio a una caccia all'uomo che dovrà assolutamente terminare entro le prime luci dell'alba, nella migliore tradizione del cinema noir. Ad accompagnarlo nell'indagine, la detective della narcotici Frankie Burns (Sienna Miller), ma lungo il corso della notte i ruoli tra inseguitori e inseguiti inizieranno a confondersi.
La scelta di inserire l'elemento di corsa contro il tempo (il caso deve risolversi entro cinque ore) è vincente: il film procede spedito a ritmi alti per tutta la sua durata, ogni scena porta avanti la trama aggiungendo tasselli ed elementi che portano alla risoluzione dell'indagine. Inoltre, quando il film segue i due ricercati fuggitivi (Taylor Kitsch e Stephan James) si abbandonano le atmosfere tipicamente investigative per addentrarsi senza troppi fronzoli nei territori del puro action movie. Sparatorie, spruzzi di sangue, violenza, corse in auto tra le strade notturne della città sono sempre presenti dando vita a un'inusuale staffetta di generi che caratterizza positivamente il film.
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Sui binari della metropolitana
City of Crime sembra procedere come un diesel: inizia con un tono introspettivo focalizzandosi sul personaggio di Andre per poi abbracciare sempre più i dettami del genere action arrivando al proprio culmine con uno scontro in metropolitana. Il problema è che è davvero arduo non immaginarsi in anticipo e sin da subito il colpo di scena finale. Nonostante la buona dose d'intrattenimento che il film propone nel reparto action, lo svolgimento della trama procede talmente tanto sui binari definiti che risulta difficile, se non impossibile, rimanere sorpresi dall'evoluzione dell'indagine.
Lo stesso protagonista, che a inizio film sembra inserirsi in una zona grigia tra dovere, giustizia, etica e risentimento personale, si dimostra a conti fatti un cavaliere senza macchia e senza paura a causa dell'assenza di un suo percorso narrativo. Non va molto meglio nella risoluzione dell'indagine: spesso l'impressione è che il detective viaggi da una parte all'altra della città senza mai indagare davvero e che gli eventi si susseguano perché il film deve procedere verso l'inevitabie finale.
Un cast d'azione
Dove, invece, City of crime mostra le sue qualità migliori sta nella bravura del cast. Gli attori riescono a distogliere l'attenzione dai difetti del film donando parecchio carisma ai personaggi che interpretano, risultando perfettamente credibili anche nelle scene d'azione più vivaci. La regia di Brian Kirk, co-creatore di Luther e regista, tra le altre cose, di alcuni episodi de Il trono di spade, è chiara, precisa, mai confusionaria e predilige primi piani e campi medi dando un look quasi televisivo al film. Le scene d'azione funzionano nel loro essere realistiche e senza fronzoli rinunciando a una spettacolarità hollywoodiana che avrebbe stonato all'interno del film, ma - e qui è dove si vede di più la mano dei fratelli Russo - risultano elegantemente coreografate e inventive.
Conclusioni
In conclusione della nostra recensione su City of crime possiamo affermare che il film, quando punta sull’azione, si dimostra divertente e ben girato grazie anche a un cast che regala ottime interpretazioni. I problemi arrivano dalla scrittura che, oltre a essere didascalica, non propone nulla di nuovo rispetto a quanto visto in altre occasioni risultando prevedibile. La regia televisiva riesce comunque a valorizzare i momenti più concitati risultando chiara e di buona maniera.
Perché ci piace
- Le scene d’azione ben girate che tengono alto il ritmo del film.
- Il cast di attori che interpreta ottimamente personaggi non troppo complessi.
Cosa non va
- La sceneggiatura è prevedibile e ne risente tutto il lato d’indagine del film.
- I personaggi non hanno un vero e proprio arco narrativo.
- La regia, seppur chiara e di maniera, è fin troppo televisiva.