Da Paramount Plus alla Rai: la miniserie Circeo arriva in tv dal 14 novembre, per tre appuntamenti in prima serata su Rai Uno. Diretta da Andrea Molaioli, Circeo nasce da un'idea di Flaminia Gressi, anche sceneggiatrice insieme a Viola Rispoli e Lisa Nur Sultan. In sei episodi racconta il massacro del Circeo, concentrandosi sul processo.
Il 29 settembre 1975 la diciassettenne Donatella Colasanti e la diciannovenne Rosaria Lopez si incontrano con dei coetanei: Gianni Guido e Angelo Izzo, studenti. Si fanno convincere ad andare a una festa a casa di amici ad Anzio. In realtà vengono portate a San Felice Circeo, a Villa Moresca, di proprietà della famiglia di Andrea Ghira. In quella casa le due ragazze sono vittime per ore di violenze sessuali e fisiche, fino a quando Rosaria Lopez muore. Per salvarsi, Donatella Colasanti si finge morta anche lei. Sarà ritrovata nel bagagliaio di una macchina in via Pola, a Roma.
La miniserie Circeo introduce una figura di finzione, quella dell'avvocata Teresa Capogrossi, interpretata da Greta Scarano e ispirata a Tina Lagostena Bassi, che, insieme a Donatella Colasanti (l'attrice Ambrosia Caldarelli), si batte non soltanto perché i tre vengano condannati, ma perché il reato di violenza sessuale venga riconosciuto dalla legge non più come reato contro la morale ma contro la persona. Una lotta fondamentale, come ci raccontano le protagoniste, incontrate a Roma.
Circeo: intervista a Greta Scarano e Ambrosia Caldarelli
Dal 1975 molto è cambiato, ma c'è ancora tanto da fare. Soprattutto perché, come spesso capita, sono i casi eclatanti a scuotere l'opinione pubblica e quindi, forse, a portare cambiamenti. Ai casi di violenza quotidiani tristemente siamo ormai abituati. Questo è proprio uno dei motivi che ha spinto Greta Scarano a prendere parte a Circeo: "Penso sia molto coraggioso dire questo in una serie: quando Tina Lagostena Bassi dice che serve un caso come quello di Donatella Colasanti per scuotere le coscienze, che poi è veramente quello che è successo, è una presa di posizione. Oggi siamo esposti continuamente alla violenza, alla guerra, ma il giorno dopo probabilmente ce ne siamo già dimenticati. Sicuramente i social hanno il loro ruolo in tutto questo: è tutto molto veloce. Noi abbiamo fatto questa cosa con la speranza che qualcosa rimanga. E far capire che all'epoca uno stupro normale non era eclatante, ci voleva una cosa veramente eclatante per far dire alla gente: ma che sta succedendo? Spero che questo coraggio nella scrittura venga apprezzato."
Ambrosia Caldarelli non è però così convinta che tutto questo appartenga al passato: "Sicuramente ci sono delle differenze, perché parliamo di anni diversi. Però ho trovato tante, tante similitudini. Non ho fatto troppa fatica perché, magari in modi diversi, a volte le cose sono le stesse. La violenza è sempre la stessa. Quindi non ho fatto molta fatica a immedesimarmi in questa storia, devo dire la verità. Poi ovviamente erano gli anni '70, quindi il contesto è diverso."
Ambrosia Caldarelli è Donatella Colasanti
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Per interpretare Donatella Colasanti, l'attrice Ambrosia Caldarelli si è documentata molto: "Ho visto tanti video, foto, documenti. Mi hanno aiutato molto i video: per trovare la postura di Donatella. Ci sono due momenti separati: prima è una ragazza spensierata che esce con un'amica, dopo in uno-due giorni la sua vita cambia radicalmente. Non ha più una vita. Grazie ai video ho avuto la possibilità di vederla in tribunale, di vedere come guardava, come parlava. La sua rabbia, la sua serietà."