Giungiamo con sollievo al capitolo finale della saga romantica e "sexy" tratta dai fortunatissimi romanzi di E.L. James; dei libri e dei film si è parlato fin troppo, e se ne è parlato giustamente male: si tratta di opere mediocri, oltre che ideologicamente discutibili. Ci viene quasi voglia di non infierire, evitando di tornare sui difetti intrinsechi del progetto e sulle molte ragioni per cui avremmo fatto a meno di una storia d'amore che sembra uscita dal più retrivo e fallocratico romance di largo consumo.
Possiamo provare a parlare solo di ciò che c'è di gradevole, o meglio di tollerabile in Cinquanta sfumature di rosso. Dakota Johnson e Jamie Dornan, con i loro corpi tonici e levigati. I boschi di Aspen, automobili lucenti e motori rombanti, tessuti preziosi, brillocchi accecanti. Finito! Buona visione.
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L'audacia di Mrs. Grey
Ma no, tornate qui, naturalmente scherzavamo. Questa è una recensione onesta ed esaustiva, non possiamo mica mandarvi al cinema così impreparati. Dovete conoscere tutta la verità: dovete sapere che dopo il commovente sì di Ana alla domanda fatidica posta da Christian alla fine di Cinquanta sfumature di nero, i due innamorati non hanno perso tempo, e Cinquanta sfumature di rosso inizia con le nozze, la gioia dei loro amici, la commozione dei genitori (di lui, non c'è traccia dei signori Steele, se esistono). La celebrazione è sbrigativa e nemmeno particolarmente sfarzosa, ma forse il milionario Mr. Grey ha deciso di risparmiare due spiccioli in vista del viaggio di nozze in terra di Francia. Come lui ha affrontato e superato per amore della sua bella traumi, patemi e conseguenti ossessioni BDSM, nel frattempo Ana ha evidentemente scoperto che essere ricca non è poi cosi male ("L'aereo è tuo?" "Vuoi dire nostro!").
Il cielo abbagliante della loro felicità è attraversato da qualche esile cirro goloso: Ana non è così sicura di voler prendere il cognome del marito, anche se sa che per lui è molto importante, e, nonostante l'affettuoso monito di Christian, si toglie il reggiseno del bikini in spiaggia, assaporando l'inevitabile e perverso (?) castigo per quella piccola trasgressione.
Ma, colpo di scena, c'è pure Jack Hyde, l'ex boss stupratore di Anastasia, che sembra ancora nutrire propositi violenti nei confronti della coppia...
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Luna di miele interrotta
Se nel primo capitolo della saga Cinquanta sfumature di grigio la brava e volenterosa Sam Taylor-Johnson aveva cercato di mettere a frutto le poche e sconcertanti idee di E.L. James creando tra i due protagonisti una dinamica di potere di qualche interesse e logicità, oltre anche a qualche parentesi divertente e piccante, è tutto finito quando la romanziera e produttrice ha deciso che le cose andavano fatte a modo suo. Di qui l'assoluta irrilevanza prima del sequel Cinquanta sfumature di nero e poi di questo capitolo finale, così mingherlino e inconsistente narrativamente da far pensare che il relativo romanzo consti forse di una cinquantina di pagine.
Il malleabile James Foley, impossibilitato dalla sceneggiatura a far fare alcunché ai suoi protagonisti a parte rivelarne le gloriose nudità (fino a un certo punto, perché rimaniamo rispettosamente ai margini della regione pubica), si concentra sulla cura dei dettagli estetici: caminetti di design, tavolate minimaliste, monili, tessuti che aderiscono sensualmente alle forme e via degustando. Vorremmo dire che un apprezzabile occhio registico sposato al sex appeal di Dakota e Jamie produce scene erotiche gradevoli e coinvolgenti; ma gli accoppiamenti tra Christian e Ana a questo punto appaiono svuotati di ogni tensione oltre che privi del ruolo drammatico che avevano nel primo capitolo per la timida e virginale Miss Steele, e pertanto dimenticabili come tutto il resto. Con ciò abbiamo fatto il nostro dovere, e, senza rimpianti o acrimonia gratuita, auguriamo tanta felicità alla coppia e speriamo che trascorra un lungo periodo di tempo prima che ci tocchi nuovamente di parlare di E.L. James al cinema.
Movieplayer.it
2.0/5