Dopo due dirottamenti consecutivi a livello di date (fine agosto nel 2020, fine luglio nel 2021), il Cinema Ritrovato - storica manifestazione cinefila organizzata dalla Cineteca di Bologna - è tornato alla cornice consueta di fine giugno/inizio luglio per la sua trentaseiesima edizione. L'edizione che ha segnato il ritorno alla normalità, senza distanziamento in sala e per lo più senza mascherine, all'insegna di una volontà di ritrovare il piacere dell'esperienza condivisa in sala. Un piacere che ogni anno attira nuovi potenziali fedeli del festival, come ha sottolineato il direttore della Cineteca e co-direttore della kermesse, Gian Luca Farinelli, introducendo il programma di apertura e notando come ci fossero dei volti a lui sconosciuti nella sala. Un dettaglio di non poco conto, in un'era dove è fondamentale ricreare il legame tra spettatore e cinema, soprattutto in Italia. E proprio il Ritrovato ha fatto un passo da gigante in tale direzione, con una nuova sezione abbastanza sorprendente.
A qualcuno piace pop
Il Cinema Ritrovato è, per natura e vocazione, un evento cinefilo, dove non mancano i grandi nomi (quest'anno l'ospite d'onore era John Landis, che si è portato appresso la versione estesa di The Blues Brothers) ma tendenzialmente si fa una programmazione all'insegna della riscoperta, anche in contesti che il grande pubblico sulla carta già conosce (vedi la retrospettiva dedicata a Peter Lorre, composta per lo più da titoli meno noti del suo periodo tedesco, inclusa la sua unica opera da regista). Ebbene, per il 2022, all'interno della sezione Ritrovati e Restaurati, che riunisce i più importanti restauri dell'anno in corso, è stato messo in piedi un sottogruppo chiamato Pratello Pop che, all'interno del Cinema Europa, ha deliziato i presenti con titoli che uno non assocerebbe alla programmazione di una kermesse simile, da Tommy di Ken Russell a Pink Flamingos di John Waters, passando per il cinquantenario di una pietra miliare del porno come Gola profonda di Gerard Damiano. Un'iniziativa che speriamo di ritrovare il prossimo anno, al fine di diversificare sempre di più l'offerta (e il bacino d'utenza) dell'evento.
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La fragilità della storia del cinema
Questo però non significa che mancassero all'appello i tradizionali appuntamenti del Cinema Ritrovato, come le sezioni Il Secolo del Cinema (arrivata al 1902) e Cento Anni Fa (1922), quest'ultima segnata dalle proiezioni speciali, in Piazza Maggiore, di due capolavori come Femmine folli di Erich von Stroheim e Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau, entrambi musicati dal vivo. E il primo film, come spiegato da chi ne ha curato il restauro, è un grande esempio di come la storia del cinema sia qualcosa di fragile, perché quel lungometraggio, per quanto non integro (il regista fu costretto a ridurre la durata), oggi sopravvive solo perché il MoMA di New York ebbe l'accortezza di acquistare una copia dalla Universal negli anni Trenta. Altro esempio di fragilità lo abbiamo visto nel programma dedicato al centenario del formato 9,5 mm, con una serie di film presentati dalla Cineteca di Berna e mostrati con un apposito proiettore. In quel caso non è stato possibile replicare del tutto l'esperienza dell'epoca, perché un secolo fa era consuetudine permettere al pubblico di fermare l'immagine con un apposito strumento per poter leggere le didascalie. Farlo oggi comporterebbe la distruzione immediata della pellicola ormai vetusta, e per l'occasione sono stati redatti sottotitoli elettronici per accompagnare la visione.
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Cantando nella Repubblica di Weimar
Tra le proposte più interessanti della selezione 2022 c'è senz'altro il programma dedicato alle commedie musicali tedesche realizzate tra il 1930 e il 1932. Una selezione ridotta, che ha tenuto conto del desiderio di voler mostrare film ambientati negli anni in cui sono stati girati (lasciando eventualmente a edizioni future il fortunato filone dei "film-operetta" in costume), nonché dei documenti storici importanti dal punto di vista dell'evoluzione del cinema e della società tedesca di allora. La commedia musicale, infatti, fu scelta come forma espressiva ideale per rendere il sonoro parte integrante dell'esperienza in sala, e per firmare questi film si fece appello a chi in ambito musicale già eccelleva a teatro, e molti di quei professionisti erano ebrei. Motivo per cui il filone si è sostanzialmente estinto nel 1933 con l'ascesa di Hitler, come è stato ricordato al pubblico prima di ogni singola proiezione, con la dovuta contestualizzazione legata al destino - esilio o morte - di chi lavorò a questi spassosissimi lungometraggi.
Quid delle piattaforme?
Non poteva mancare, in un modo o nell'altro, la discussione sul tema delle piattaforme streaming, che sono state presenti al festival tramite l'anteprima del nuovo cortometraggio di Alice Rohrwacher, intitolato Le pupille, che è stato proiettato in Piazza Maggiore e arriverà poi in esclusiva su Disney+. E di streaming si è parlato anche nel contesto del consueto incontro con un habitué della kermesse, Thierry Frémaux, che oltre a dirigere il Festival di Cannes si interessa anche al cinema del passato in quanto direttore dell'Institut Lumière a Lione e del Festival Lumière che si svolge annualmente, a metà ottobre, nella città che ha dato i natali al cinematografo. Ha ironizzato sulla questione dicendo subito la parola "Netflix", prima di analizzare in maniera più articolata il ruolo che i festival dovrebbero avere nella promozione dei film che poi arriveranno in sala ("Non basta fare un buon lavoro per dieci giorni o due settimane, bisogna far sì che quel lavoro riecheggi per 52 settimane") e sulla differenza tra Francia e Italia sulla questione dei film Netflix in sala ("Voi potete vederli, noi no"). E con un aneddoto buffo su una disputa con gli esercenti francesi: "Due anni fa abbiamo fatto vedere Soul a Lione. Tra l'annuncio del programma e l'inizio del festival è arrivata la notizia che il film sarebbe andato direttamente su Disney+. Gli esercenti ci hanno scritto chiedendoci di annullare la proiezione. Io ho risposto che l'avrei fatto solo se loro si impegnavano a boicottare tutti i film Disney che sarebbero usciti nel 2021. Ovviamente non si sono più fatti sentire sull'argomento."