Christopher Walken ha attraversato la New Hollywood come suo volto preminente e si è distinto nella seguente era del blockbuster con una disinvoltura e capacità di adattamento che ha condiviso con pochi colleghi (Robert De Niro, Al Pacino, Meryl Streep i primi a sovvenire). La sua unicità risiede anche nell'aver saputo sempre lavorare in quell'area "grigia" compresa fra il caratterista e la star a tutto tondo. Alternandosi fra quei ruoli di margine in cui ha saputo lasciare il segno e personaggi principali, la carriera di Walken ha un aspetto singolare e un percorso costellato di grandi performance che attraversano i generi cinematografici in lungo e in largo.
La sua versatilità si traduce nell'abilità con cui passa da personaggi instabili, pericolosi, votati alla violenza, a ruoli nati dall'esigenza di ironizzare e desacralizzare quegli stessi personaggi nell'ambito della commedia e della quasi-parodia, in cui rimane sempre la migliore scelta possibile. Difficile riassumere il corso di una filmografia così vasta ed eterogenea, ma un tentativo non nuoce: ecco, dunque, la nostra classifica dei 10 migliori ruoli interpretati da Christopher Walken.
10. 007 - Bersaglio mobile
L'universo cinematografico di 007 e di James Bond si misura in base alla grandezza dei suoi villain e delle sue bond girls. Sebbene 007 - Bersaglio mobile non sia esattamente ciò che considereremmo uno degli apici del franchise, il ruolo interpretato da Christopher Walken e la sua presenza scenica risollevano (proprio insieme alla bond girl Grace Jones) un capitolo pieno di debolezze, portandolo in una dimensione che trascende il concetto di qualità in sé per diventare una visione necessaria e godibile proprio grazie al suo essere estremo in ogni scelta. Una di queste riguarda la caratterizzazione di Max Zorin, che vuole distruggere la Silicon Valley nella sua interezza per garantirsi il monopolio sull'economia della California. Nei panni di uno degli psicopatici più simbolici di tutta la saga, il carisma di Walken risplende e regala scene iconiche.
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9. 7 psicopatici
Fra le opere più recenti e degne di nota che contino Christopher Walken nel cast c'è 7 psicopatici, commedia nera di Martin McDonagh uscita nel 2012. Non solo il film è una perfetta rielaborazione di generi cinematografici in cui i personaggi divengono quasi consapevoli del proprio ruolo, ma è anche una delle più riuscite dimostrazioni di come sia proprio Walken la migliore scelta possibile nella necessità di teorizzare e ironizzare sui tropi narrativi che fanno parte del suo stesso bagaglio di attore. Walken veste i panni di Hans Kieslowski, che ha un'attività bizzarra con Billy Bickle (Sam Rockwell): quella di rapire cani e poi raccogliere i premi in denaro dei proprietari. Per alcuni imprevisti, i due finiranno col dover fuggire dal gangster Charlie (Woody Harrelson). Kieslowski è forse il personaggio più affascinante, più divertente e auto-consapevole della sua funzione narrativa nel brillante film di McDonagh.
8. Una vita al massimo
Cult-movie ormai indiscusso, Una vita al massimo è un film del 1993 scritto da Quentin Tarantino per la regia di Tony Scott. Il film è la forsennata fuga del venditore di fumetti Clarence (Christian Slater) e dell'ex-prostituta Alabama (Patricia Arquette) da mafia e polizia, con una valigia piena di cocaina. Christopher Walken entra in scena con il personaggio di Vincenzo Coccotti, che fronteggia tale Clifford chiedendogli dove sia suo figlio. Clifford è interpretato da nientemeno che Dennis Hopper. Per scrittura - Tarantino afferma che è questa la scena più bella mai scritta da lui - e il peso di prove attoriali straordinarie la sequenza è diventata simbolo e momento rappresentativo di tutto il film. Consapevole che morirà a prescindere dall'esito dell'incontro, Clifford ne approfitta per lanciarsi in una lunga sequela d'insulti diretti ai siciliani: Coccotti glielo permette finché il gioco non smette di essere divertente.
7. Scissione
Si tratta di una serie televisiva, ma non poteva non figurare nella classifica: Scissione, ideata da Dan Erickson e diretta da Ben Stiller con Aoife McArdle, è una visione ipnotizzante di cui lo spettatore non può privarsi. Narra un mondo moderno in cui la Lumon Industries può operare un intervento di "scissione" sui suoi impiegati: una volta giunti sul luogo di lavoro, i dipendenti non ricorderanno nulla dei propri ricordi personali. Al contrario, una volta a casa il dipendente non ricorderà assolutamente niente della sua giornata lavorativa. Christopher Walken interpreta il misterioso Burt, che stringerà un rapporto speciale con l'impiegato Irving (John Turturro) e lo spingerà a voler comprendere di più riguardo l'azienda per cui lavora.
6. Io e Annie
Annie (Diane Keaton) ha un fratello di nome Duane, ed ecco come Christopher Walken entra in scena nel capolavoro di Woody Allen che nel 1977 narrava l'arco di una storia d'amore, dal suo fiorire al suo deterioramento progressivo. Duane invita Alvy (Allen) in camera sua, perché c'è qualcosa che sente il bisogno di confessargli: non può resistere alla tentazione di fantasticare nel traffico che arriva contromano. Pur nella sua assurdità intrinseca, il monologo è portato in scena con gravità e diventa gag nel momento in cui torniamo al volto terrorizzato di Alvy, dopo essere stato costretto a salire in macchina con Duane per farsi accompagnare all'aeroporto. È una scena piuttosto breve e quello di Walken è definibile cameo a tutti gli effetti, ma è forse in vetta alle scene più belle ed esilaranti del film.
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5. Batman - Il ritorno
Impossibile non fare il nome di Batman - Il ritorno quando si parla di cinecomics. Il film realizzato da Tim Burton nel 1992 è ancora oggi un esempio folgorante di come il superhero movie possa farsi storia archetipica ideale dei percorsi dell'eroe, dell'eroina, di villain e di antieroi. Tutto ciò è possibile grazie a uno splendido lavoro di scrittura sui personaggi: dal Batman di Michael Keaton, alla complessa antieroina incarnata da una memorabile Michelle Pfeiffer, per finire al tragico Pinguino di Danny DeVito, in sospeso fra la dimensione del villain e quella del succube. Succube in mano chi? Ovviamente alla vera nemesi di questo capitolo di Batman, che si nasconde sotto le mentite spoglie dell'uomo di potere retto e affidabile: il Max Shreck di Walken è la spietata materializzazione del capitalismo e del consumismo che tutto mastica e rigetta. Uno dei migliori cattivi che si siano mai visti nel mondo dei supereroi al cinema.
4. King of New York
Non è la prima apparizione di Walken in un mafia-movie, ma è prova grandiosa delle sue abilità anche nei leading role. In questo atipico gangster film di Abel Ferrara del 1990, Walken interpreta Frank White, signore della droga che viene scarcerato. Ora è un uomo cambiato: il suo scopo primario è quello di finanziare, costi quel che costi (letteralmente), un ospedale di New York. I suoi piani non combaciano con quelli dei suoi compagni gangster, ma White ucciderà chiunque osi mettersi sulla sua strada. Per la sua ambiguità morale, per la sua complessità e le sue zone d'ombra, per l'impossibilità di conciliare due parti di sé che si scontra con la volontà di farlo per redimersi ancora una volta, Frank White è senza dubbio uni dei migliori ruoli dell'attore.
3. La zona morta
Fra le trasposizioni cinematografiche tratte dall'immaginario di Stephen King, La zona morta è sicuramente una delle più riuscite e allo stesso tempo una delle più ostiche e meno convenzionali. Questo perché a tenerne le redini da regista è David Cronenberg, che per l'occasione lascia da parte il body horror per dedicarsi totalmente al thriller politico. Walken veste i panni del protagonista Johnny Smith, insegnante che si risveglia da un coma causato da un incidente e durato almeno cinque anni. Al risveglio scopre che molto è cambiato, specialmente nel suo corpo: per qualche strano motivo, ora Johnny riesce a vedere nel futuro o in un "altrove" presente. Un giorno Johnny stringe la mano del nuovo candidato al Senato, Greg Stillson (un formidabile Martin Sheen), e dalla conoscenza di ciò che vedrà non potrà più tornare indietro. Nei panni dell'uomo comune dallo strano dono, non richiesto, e posto dinanzi a qualcosa di più grande di lui, Walken regala una delle sue migliori performance di sempre.
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2. Prova a prendermi
Agli albori degli anni duemila Steven Spielberg non voleva saperne di smettere di realizzare capolavori. Uno di questi è stato Prova a prendermi, vera storia di Frank Abagnale Jr. e della sua fuga dall'FBI: è un film che, sorretto da una regia straordinaria e dal gioco di parti fra Leonardo DiCaprio e Tom Hanks, che s'inseguono, si raggiungono e si eludono continuamente finché uno dei due non l'avrà vinta, rimane fra i lavori più indimenticabili in tutta la filmografia del regista. Soprattutto, Spielberg riesce a infondere quest'opera inclassificabile di uno spirito inconsueto per il genere, andando a indagare i legami famigliari e i rapporti con le figure genitoriali. Christopher Walken è Frank Abagnale Sr., padre del protagonista: anche quando sarà sovrastato da problemi finanziari che spingono la moglie a lasciarlo, Frank non desidererà altro che l'approvazione auspicata e sempre negata di suo padre, punto di riferimento incrollabile.
1. Il cacciatore
La New Hollywood al suo massimo apice espressivo: Il cacciatore di Michael Cimino segue le vite dei giovani uomini della quieta Clairton, Pennsylvania, che vengono mandati in Vietnam e che torneranno radicalmente trasformati dall'esperienza. Il ruolo di Walken è quello di Nikanor "Nick" Chevatorevich, membro della comunità russo-americana locale insieme a Steven (John Savage), John, Peter e Michael (De Niro), innamorato come Nick di Linda (Meryl Streep). Prima del Vietnam l'unico momento in cui si può imbracciare il fucile è quello della caccia al cervo, passione che lega i giovani di Clairton in egual modo. Dopo essere stati catturati dai Viet Cong ed essere stati costretti a subire la tortura psicologica della roulette russa, tutto cambia. Walken vinse un Oscar per la sua interpretazione di Nick, ritratto dolorosissimo delle conseguenze di un conflitto disumano e dell'irreversibilità dei suoi danni, che tramite le peggiori barbarie conduce l'uomo all'annichilimento.