Nato il 4 ottobre 1956 da padre tedesco e madre austriaca, Christoph Waltz ha passato gran parte della sua carriera a teatro, principalmente in Svizzera ed Austria, ma anche in produzioni cinematografiche e televisive in lingua tedesca (tra cui un episodio de Il commissario Rex, dove ovviamente interpretava l'assassino di turno), con qualche sporadica incursione nel cinema anglosassone (Un perfetto criminale). La svolta è arrivata nel 2009, con l'uscita di Bastardi senza gloria, che gli è valso svariati premi - tra cui un Oscar come miglior non protagonista e il riconoscimento per il miglior attore al Festival di Cannes - e lo ha trasformato nel nuovo villain preferito dei produttori americani. Da quel momento in poi, infatti, ha quasi esclusivamente interpretato o cattivi o personaggi comunque poco raccomandabili, che si tratti del Cardinale Richelieu ne I tre moschettieri in 3D o Léon Rom nel recentissimo The Legend of Tarzan. Tra questi personaggi ce ne sono cinque - più uno - che vale la pena ricordare in occasione dei sessant'anni dell'attore, a cominciare proprio dal ruolo che lo fece scoprire al di fuori del paese d'origine.
1. Hans Landa (Bastardi senza gloria, 2009)
Sembra quasi folle col senno di poi, ma inizialmente Quentin Tarantino aveva pensato a Leonardo DiCaprio per la parte del carismatico ma temibile nazista, prima di rendersi conto di aver bisogno di un attore capace di recitare in tedesco. E proprio la lingua sembrò diventare un ostacolo insormontabile, dato che l'interprete di Landa non solo doveva essere in grado di recitare le battute in inglese, tedesco e francese (e, in una scena in particolare, anche in italiano), ma doveva saper parlare la lingua di Tarantino, i cui dialoghi sono affascinanti ma anche una bella sfida per qualsiasi attore. Ed ecco che è arrivato Waltz, perfettamente trilingue (l'italiano non lo parla, ma sa imitarne bene le cadenze), pronto a trasformare Landa nel personaggio più affascinante e - a tratti - simpatico di tutto il film, con quella parlata a metà tra il rassicurante e il minaccioso e un atteggiamento ipnotico e repellente allo stesso tempo. Insomma, si può dire che Tarantino, come direbbe lo stesso Landa, abbia fatto un bingo.
Leggi anche: Quentin Tarantino: "Hans Landa è il mio personaggio migliore di sempre"
2. Alan Cowan (Carnage, 2011)
Chi potrebbe tenere testa, insieme a Kate Winslet, a una coppia come John C. Reilly e Jodie Foster quando una lite tra due bambini si trasforma in duello tra i genitori? Waltz, ovviamente, e la sua presenza in particolare rende efficace l'adattamento della pièce teatrale di Yasmina Reza a cura di Roman Polanski. Con quel suo modo di parlare un po' untuoso, l'attore austriaco dà ad ogni battuta un sapore particolarmente inquietante e allo stesso tempo dotato di un certo charme, soprattutto quando gli viene affidata la frase che giustifica il titolo della storia: "Io credo nel dio della carneficina." Un ruolo notevole all'interno di un quartetto sopraffino.
3. Dr. King Schultz (Django Unchained, 2012)
Ancora Tarantino e ancora Oscar. Passando dall'Europa della Seconda Guerra Mondiale all'America prima della Guerra di Secessione, Waltz rimane deliziosamente teutonico, ma questa volta al servizio del bene. Cacciatore di taglie al soldo del governo, King Schultz diventa l'improbabile alleato di Django (Jamie Foxx) nella sua ricerca di vendetta, interpretando un personaggio non esattamente positivo - non è razzista, ma le sue motivazioni per aiutare Django non sono esattamente altruistiche - ma impossibile da odiare, soprattutto quando si confronta con il vero cattivo del film, quel Calvin Candie che, in un mondo parallelo dove Waltz non esiste, avrebbe potuto far vincere l'Oscar a Leonardo DiCaprio tre anni prima di Revenant - Redivivo. Particolarmente spettacolare il loro scambio di battute conclusivo, con Schultz che si concede una parentesi linguistica spiegando il vero significato di "Auf Wiedersehen".
Leggi anche:Da Le iene a The Hateful Eight: la violenza nel cinema di Tarantino
4. Walter Keane (Big Eyes, 2014)
Nel biopic diretto da Tim Burton, basato sulla storia vera dei coniugi Keane, Waltz ha l'occasione di applicare quel fascino bislacco e terrificante ad un uomo realmente esistito che visibilmente si servì di qualità simili: Walter Keane, artista fallito che per anni fece credere al mondo di essere l'artefice dei famosi ritratti detti "big eyes", in realtà creati dalla moglie Margaret (Amy Adams). In questa sede l'attore gioca abilmente con la propria reputazione cinematografica, seducendo lo spettatore insieme a Margaret prima di assumere sembianze caratteriali sempre più mostruose man mano che ci avviciniamo alla resa dei conti finale.
Leggi anche: Dagli antieroi dark a Big Eyes: la Top 10 delle migliori performance nel cinema di Tim Burton
5. Franz Oberhausen (007 Spectre, 2015)
Attenzione: contiene spoiler per chi non avesse visto il film
Per il suo secondo e ultimo film della saga di 007, Sam Mendes ha voluto chiudere la storyline inaugurata in Casino Royale, spiegando una volta per tutte chi si celasse dietro tutte le minacce che hanno colpito James Bond (Daniel Craig) e i suoi cari negli ultimi anni. Scopriamo così che l'organizzazione Quantum, vista in un paio di occasioni, era una sottosezione di SPECTRE (nome inutilizzabile nei tre film precedenti per questioni legali), il cui leader è una vecchia conoscenza di Bond: Franz Oberhausen, fratellastro della spia inglese. Waltz sa sfruttare bene il proprio carisma per sottolineare il legame personale tra l'agente segreto e la sua nemesi, ponendo le basi per un duello fisico e psicologico che è destinato a continuare. Ebbene sì, Oberhausen non muore alla fine, come la maggior parte dei nemici di Bond, ma tornerà con un altro nome, imprescindibile nella mitologia di 007: Ernst Stavro Blofeld.
Leggi anche: Christoph Waltz: "Il mio villain dark e complesso come il Bond di Daniel Craig"
Menzione speciale: Gesù (Saturday Night Live, 2013)
Quando un attore conduce un episodio di Saturday Night Live, storico varietà della NBC di cui va attualmente in onda la quarantaduesima stagione, quasi sempre gli viene chiesto di partecipare alla parodia del film che devono promuovere in quel periodo. Nel caso di Waltz, invitato al celebre palazzo di 30 Rockefeller Plaza nel gennaio del 2013, era inevitabile che il suo contributo avesse un sapore tarantiniano. Ed ecco che è nato il cortometraggio Djesus Uncrossed, "il revenge movie definitivo" dopo che Tarantino se l'era presa con il nazismo e lo schiavismo. L'attore austriaco si cala con gioia nei panni di Gesù, che decide di festeggiare la propria resurrezione rendendo visita ai nemici a suon di mitra. Sebbene il titolo alluda principalmente a Django Unchained, il video prende di mira tutta la filmografia tarantiniana, con Ponzio Pilato in versione Marsellus Wallace o San Pietro che, sulla falsariga del "bastardo" Brad Pitt, recluta gli apostoli per uccidere i romani. Un delirio cinefilo assolutamente irresistibile, come potete vedere qui sotto.