La grande fascinazione del pubblico di oggi per gli anni Ottanta è dimostrata dal successo di numerosi prodotti di intrattenimento usciti negli ultimi anni: questo ritrovato interesse per tutto ciò che ha avuto origine in quella decade torna spesso in film e serie di genere horror, dove le caratteristiche che associamo a quell'epoca sono capaci di veicolare atmosfere particolarmente inquietanti. Come vedremo in questa recensione di Choose or Die, il film di Toby Meakins disponibile su Netflix nasce proprio dalla nostalgia per quel periodo, dando ai videogiochi tipici di quegli anni una svolta dark e assolutamente letale.
Non sono pochi i film horror che fanno di una tecnologia corrotta il villain della propria storia, prendiamo ad esempio i recenti Unfriended e Cam o un classico come The Ring: le atmosfere che troviamo in Choose or Die possono ricordare quelle del film del 2002, anche se in questo caso è evidente una maggiore insistenza sul body horror e sulla violenza. Il film di Toby Meakins prende il via da premesse non particolarmente originali ma fa uso di alcuni escamotage narrativi originali ed interessanti. La prima parte infatti funziona bene ed è capace di coinvolgere lo spettatore, la seconda si perde invece in una serie di svolte non particolarmente riuscite, soprattutto quando si tratta di spiegare le origini della maledizione che perseguita i protagonisti del film.
La maledizione del videogame
Kayla (Iola Evans) è una giovane donna con un traumatico passato alle spalle: dopo la morte del fratellino ha infatti dovuto abbandonare gli studi e iniziare a lavorare durante la notte. Il suo unico amico è Isaac (Asa Butterfield), un coetaneo programmatore di videogiochi appassionato di cultura anni Ottanta. Un giorno Kayla entra in possesso di un vecchio videogioco, CURS>R (che nella versione originale è anche il titolo del film, giocando sull'assonanza tra "cursore" e maledizione, "curse"), un survival game per computer, che pare possa dargli accesso a un premio di 125 mila dollari non riscosso (una voce registrata, quella di Robert Englund, comunica a lei e ad Isaac che è ancora possibile accaparrarsi il premio). Kayla decide quindi partecipare, ma ciò che l'aspetta a ogni livello del gioco (che si svolge ogni notte alle due) è molto più terrificante di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
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Un horror poco spaventoso
Come dicevamo Choose or Die prende il via da premesse - seppur non particolarmente originali - interessanti e particolari. Anche la buona prova dei due protagonisti, Iola Evans e Asa Butterfield, aiuta a rendere il film piuttosto coinvolgente, sopratutto nella prima parte. Nella seconda metà le cose si fanno però un po' più confuse e la trama non così ben strutturata come era inizialmente, cosa che provoca anche un certo distacco da parte dello spettatore. La natura della maledizione, nascosta nel gioco e che perseguita Kayla e Isaac, resta sempre - anche se si cerca di spiegarla in più occasioni - piuttosto nebulosa.
Tocca evidenziare, inoltre, come pur trattandosi di un film capace di evocare atmosfere particolarmente inquietanti (e con momenti di gore piuttosto forti), Choose or Die non è mai veramente spaventoso, ed in questo senso potrebbe deludere lo spettatore alla ricerca di horror più impressionanti e sconcertanti.
Conclusioni
Come abbiamo evidenziato nella nostra recensione di Choose or Die l'horror di Toby Meakins è un film che, pur partendo da premesse interessanti, si perde in una seconda metà che non coinvolge lo spettatore.
Perché ci piace
- Le premesse interessanti.
- I due protagonisti, Iola Evans e Asa Butterfield.
Cosa non va
- Una seconda metà poco coinvolgente.
- Il film non è mai veramente spaventoso.