Mia madre una volta ha detto: 'Se non presti attenzione all'età, l'età non presterà attenzione a te'. Suona bene, ma non me la bevo.
Eppure, se c'è un personaggio che ha ridefinito il concetto stesso di longevità, mantenendo l'affetto del pubblico dalla metà degli anni Sessanta fino a oggi, quello è senz'altro Cher. Diva senza età, per quanto secondo l'anagrafe abbia appena tagliato il traguardo dei settantacinque anni, Cher (al secolo Cherilyn Sarkisian), nata in California ma con sangue armeno da parte di padre, occupa un posto pressoché unico nell'immaginario della cultura popolare contemporanea: cantante, superstar della TV, frequente oggetto d'attenzione dei tabloid, ma subito dopo capace di 'reinventarsi' come attrice di primo piano a Hollywood e infaticabile performer di tournée infinite. Un talento quanto mai poliedrico, insomma, che Cher ha adoperato al meglio per costruirsi una parabola professionale decisamente eterogenea.
Della sua attività in campo cinematografico abbiamo già avuto occasione di parlare in precedenza: dagli "esordi d'autore" nei primi anni Ottanta con Robert Altman e Mike Nichols (ma prima ancora aveva già avuto modo di farsi dirigere perfino da William Friedkin) alla commedia cult Stregata dalla luna, che le varrà l'Oscar come miglior attrice, fino all'autoironica apparizione in Mamma mia! Ci risiamo. Stavolta, invece, ci dedicheremo all'altro settore in cui Cher ha lasciato un'impronta indelebile, la musica: dal debutto in coppia con l'ex marito Sonny Bono alle sue cover di Bob Dylan e di altri artisti folk, passando per la metamorfosi in icona della dance a cavallo fra vecchio e nuovo millennio, per approdare al tributo agli Abba nel suo fortunato album del 2018, Dancing Queen.
Di seguito, dunque, vi proponiamo un viaggio nel tempo attraverso le migliori canzoni di Cher, a riprova della varietà e della versatilità di quella che è forse la popstar inter-generazionale per antonomasia.
1. I Got You Babe
Un itinerario che, procedendo in ordine cronologico, ha inizio nell'estate del 1965, quando viene dato alle stampe il primo singolo di Sonny & Cher. Lui, Sonny Bono, cantautore trentenne di origini siciliane, è l'autore di I Got You Babe, dolcissima ballata che interpreta insieme alla diciannovenne Cher, sua moglie e partner lavorativa. Forte di una melodia semplice e accattivante e di un testo che esprime appieno il lato più romantico e sognante della cultura hippie, I Got You Babe conquista immediatamente gli ascoltatori, guadagnandosi il primo posto in classifica negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Canada e scaraventando di colpo Sonny & Cher sulla cresta dell'onda. All'imperitura popolarità del brano contribuiranno una cover in salsa reggae realizzata nel 1985 dagli UB40 con Chrissie Hynde dei Pretenders (anche la loro versione raggiungerà il numero uno in Gran Bretagna) e l'inclusione in una quantità infinita di film e serie TV, da Ricomincio da capo a Mad Men.
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2. Gypsys, Tramps & Thieves
Contemporaneamente ai duetti con Sonny, già nel 1965 Cher inizia a incidere anche numerosi dischi da solista: un percorso parallelo che, nella prima metà degli anni Settanta, la vedrà dominare più volte la classifica americana, a partire dalla famosissima Gypsys, Tramps & Thieves. Si tratta, a suo modo, di uno dei successi più atipici dell'epoca: un brano dalle sonorità folk intitolato "Zingari, vagabondi e ladri", in cui la voce profonda ed espressiva di Cher evoca le esperienze di una sedicenne che vive ai margini della società e rimane incinta di un ragazzo il quale non esiterà ad abbandonarla. Gypsys, Tramps & Thieves arriva al numero uno negli Stati Uniti e in Canada e diventerà uno dei cavalli di battaglia nel repertorio della sua interprete.
3. All I Ever Need Is You
Proprio nello stesso periodo Sonny & Cher, che erano appena sbarcati sul piccolo schermo con il loro amatissimo varietà televisivo, The Sonny and Cher Comedy Hour, tornano ancora una volta nella Top 10 americana (al settimo posto) con un'altra ballata memorabile, All I Ever Need Is You, già incisa pochi mesi prima da Ray Charles e adoperata dalla coppia come il singolo di lancio per il loro album omonimo. All I Ever Need Is You sarà oggetto nel tempo di numerose cover, ma la versione di Sonny & Cher rimane quella di gran lunga più conosciuta.
4. I Found Someone
Verso la metà degli anni Ottanta Cher si fa apprezzare principalmente per il suo nuovo ruolo di attrice, mentre, dopo una fugace parentesi nella disco, sembra aver abbandonato del tutto la carriera musicale. È con una certa sorpresa, pertanto, che nell'autunno del 1987 il pubblico riscopre Cher in veste di cantante, questa volta però in uno stile pop/rock perfettamente in linea con le tendenze del decennio. E a rilanciarla nelle classifiche, facendo da traino a un album intitolato semplicemente Cher, è la power ballad I Found Someone, scritta da Michael Bolton e incisa l'anno prima da Laura Branigan: un brano reso magnificamente dalla vocalità potente e a tratti quasi rabbiosa di Cher, che nel relativo video compare in coppia con il suo giovane partner Rob Camilletti. Piazzatasi al decimo posto negli Stati Uniti e al quinto posto in Gran Bretagna, I Found Someone è la canzone che segnerà la rinascita di Cher in qualità di popstar.
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5. Bang Bang (My Baby Shot Me Down)
Nel 1966, Sonny Bono aveva firmato per la moglie un pezzo folk dal titolo Bang Bang (My Baby Shot Me Down), destinato ad affermarsi come un autentico classico: già accolta da un grande successo nell'incisione di Cher (secondo posto nella classifica americana), Bang Bang era stata registrata quello stesso anno anche da Nancy Sinatra, in una versione immortalata da Quentin Tarantino in Kill Bill: Vol. 1, e in lingua italiana da Dalida e poco dopo pure da Mina e dagli Equipe 84. A vent'anni di distanza è ancora Cher, nel 1987, a darle nuova vita in una ruggente versione rock, con la partecipazione di Jon Bon Jovi, Richie Sambora e Michael Bolton nell'arrangiamento e nel coro; e il risultato è una delle sue performance più intense.
6. If I Could Turn Back Time
È una delle massime firme del pop americano contemporaneo, Diane Warren, a comporre metà delle canzoni di Heart of Stone, che si imporrà come l'album più venduto di Cher fino a quel momento. E a lanciare in grande stile il disco, nell'estate del 1989, è If I Could Turn Back Time: una sontuosa ballad soft rock composta dalla Warren appositamente per Cher e accompagnata da un video celeberrimo e piuttosto controverso (MTV accetterà di trasmetterlo solo in orari serali), in cui la popstar si esibisce su una nave della Marina militare davanti a un equipaggio in visibilio, indossando un costume semitrasparente. Altro splendido saggio delle doti vocali di Cher, If I Could Turn Back Time schizza al terzo posto negli Stati Uniti, domina le classifiche in Australia e resterà da allora fra i suoi brani più amati.
7. Just Like Jesse James
Sempre dall'album Heart of Stone, e sempre dalla penna di Diane Warren, deriva un'altra eccellente ballad, impreziosita stavolta da un arrangiamento con sfumature country: Just Like Jesse James, una canzone che si richiama all'immaginario western anche nei versi, paragonando una querelle amorosa alla caccia al bandito Jesse James. Pubblicata come singolo nell'autunno del 1989, Just Like Jesse James porta Cher a riconquistare la Top 10 americana (all'ottava posizione) e a prolungare questa felicissima fase della sua carriera.
8. The Shoop Shoop Song (It's in His Kiss)
Nel 1990 Cher è la protagonista, accanto a Bob Hoskins e Winona Ryder, della commedia Sirene, ambientata negli anni Sessanta, e per i titoli di coda del film decide di registrare la cover di un pezzo dell'epoca: The Shoop Shoop Song (It's in His Kiss), inciso per la prima volta nel 1963 da Merry Clayton e portato in classifica un anno più tardi da Betty Everett (e nel decennio a venire da Linda Lewis). Ma nella primavera del 1991, in seguito all'uscita di Sirene, è proprio la versione di Cher a riscuotere i consensi più ampi, forte di un ritmo irresistibile che funziona al di là delle epoche e delle mode: The Shoop Shoop Song (It's in His Kiss) scalerà infatti le classifiche di mezza Europa, conquistando il primo posto in Gran Bretagna, e sarà inclusa in seguito nell'album Love Hurts.
9. Believe
Impossibile non citare, a questo punto, una delle 'riscosse' più clamorose nel percorso discografico di Cher: nel 1998, dopo un paio d'anni d'assenza dalle scene, la diva americana dà alle stampe un album di musica dance, Believe, che punta a rivitalizzare l'eurodisco elettronica del decennio precedente, territorio fino ad allora da lei mai esplorato. E a ottobre, per promuovere l'album, fa il suo debutto la canzone eponima: un inno alla resilienza dopo una delusione amorosa, in cui la voce di Cher viene 'distorta' da un nuovo software chiamato Auto-Tune, in maniera talmente palese da essere definita addirittura "effetto Cher". E di lì a poco il popolo delle discoteche, in particolare i giovanissimi, (ri)scopre di colpo questa popstar ultracinquantenne che domanda con voce al contempo limpida e robotica "Do you believe in life after love?".
Nessuno, tuttavia, può immaginare che Believe possa diventare il massimo tormentone di fine millennio, e invece questo trascinante pezzo dance si rivela un fenomeno di massa: sarà il singolo più venduto del 1998 in Gran Bretagna (nonché il più venduto di sempre sul suolo britannico da una cantante donna) e il più venduto del 1999 negli Stati Uniti, conquista il primo posto in oltre una ventina di paesi (inclusi Germania, Francia, Italia, Canada e Australia) e si aggiudica il Grammy Award come miglior registrazione dance. Grazie a Believe, la fama di Cher sperimenta una nuova, gigantesca ondata, che si estenderà poi all'intero album e al suo secondo singolo, Strong Enough.
10. You Haven't Seen the Last of Me
E se c'è un brano in grado di esprimere la proverbiale longevità di Cher, la sua capacità di riprendersi la scena e di offrire sempre qualcos'altro ai propri fan, è la poderosa ballad scritta per lei dalla fida Diane Warren nel 2010 per la colonna sonora del musical Burlesque: You Haven't Seen the Last of Me, che Cher interpreta con grintosa fierezza all'interno del film. Premiata con il Golden Globe come miglior canzone originale, You Haven't Seen the Last of Me si attesta fra le perle del repertorio di questa star incatalogabile, con echi autobiografici in grado di renderne l'ascolto ancora più suggestivo.
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