In uno dei più memorabili spot TV degli anni Novanta, girato a Capri in un raffinato bianco e nero, una bellissima ragazza dal caschetto biondo e con un look alla Marilyn Monroe sorseggiava il bicchiere di Martini offertole da uno sconosciuto, per poi alzarsi e seguirlo, lasciandosi al tavolo il suo attempato compagno; mentre un filo, rimasto impigliato alla sedia, scuciva lentamente l'abito della giovane... Era il 1993, e per la prima volta l'attenzione degli spettatori veniva attratta da quella statuaria diciottenne di origine sudafricana.
Da quel famosissimo (e famigerato) spot TV sono passati più di vent'anni, eppure oggi siamo ancora qui a parlare di quella modella che stuzzicava le fantasie maschili suscitando pure un pizzico di scandalo. Solo che nel frattempo la femme fatale del Martini ha dimostrato di non possedere solo uno sguardo ammaliatore e un paio di splendide gambe, ma è - non a caso - una delle attrici più stimate e ammirate di Hollywood. Una che, per inciso, può destreggiarsi con disinvoltura fra drammi di produzione indipendente, spesso con ambizioni da awards season, e blockbuster in cui i suoi personaggi sono lontani anni luce dal cliché della "fanciulla in pericolo", ma al contrario sanno sfoderare una grinta degna del più feroce fra i Terminator e simili.
Happy birthday Charlize
Lei - ormai l'avrete capito - è Charlize Theron, classe 1975, sudafricana con sangue europeo e quasi un metro e ottanta d'altezza; nata sotto il segno del Leone, e pertanto quella grinta di poc'anzi non è certo solo una prerogativa dei suoi film. L'adolescenza di Charlize, del resto, è stata tutt'altro che tranquilla, a causa di un padre alcolizzato e violento ucciso dalla sua stessa moglie, con un colpo di pistola, nel 1991. Quello stesso anno, la sedicenne Charlize si trasferisce insieme alla madre a Milano per intraprendere una carriera da modella e in seguito tenta la fortuna negli Stati Uniti: prima come ballerina (una professione stroncata da un infortunio al ginocchio) e in seguito come attrice. Ed è a Los Angeles che Charlize si fa notare da un agente cinematografico, nella più improbabile delle situazioni: mentre fa una sfuriata a un cassiere di banca che si rifiuta di versarle un assegno.
Qualche piccola parte e poi ecco, nel 1997, il ruolo da co-protagonista capace di lanciarla fra le nuove promesse del cinema: quello della graziosa moglie dello spregiudicato Keanu Reeves ne L'avvocato del diavolo, film magari non memorabile ma accolto da un grande successo al botteghino. A Hollywood prendono nota, e da allora il percorso di Charlize prosegue in costante salita, fra progetti importanti, collaborazioni prestigiose e qualche piccolo, trascurabile passo falso. E oggi, a quarant'anni (in genere, uno spartiacque pericoloso per tutte le attrici), la Theron sembra essere più popolare che mai, ma soprattutto nel pieno controllo della propria carriera: protagonista di uno dei più clamorosi successi del 2015 e prossimamente di nuovo nelle sale con il thriller psicologico Dark Places, tratto da un romanzo di Gillian Flynn, e in The Last Face, accanto a Javier Bardem, per la regia dell'ex compagno Sean Penn. Nel frattempo, abbiamo deciso di celebrare il quarantesimo compleanno di Charlize Theron con un'analisi di cinque ruoli che, per vari motivi, rivestono una particolare rilevanza all'interno della sua ricca filmografia...
1. Una trasformazione da Oscar: Monster
Nel 2003, la ventottenne Charlize Theron ha già recitato in un melodramma da Oscar (Le regole della casa del sidro di Lasse Hallström, 1999, in cui rubava il cuore a Tobey Maguire), ha diviso lo schermo con divi già affermati come Johnny Depp e Ben Affleck in un paio di tremendi flop, si è fatta apprezzare in un pregevolissimo e sottovalutato crime drama (The Yards di James Gray, 2000), è tornata a fare coppia con Keanu Reeves nel lacrimevole e ultraromantico Sweet November - Dolce novembre e ha fatto il verso a Lauren Bacall nei panni di una femme fatale d'altri tempi (La maledizione dello scorpione di giada di Woody Allen, 2001). Quasi nessuno, però, avrebbe pensato di vedere l'incantevole ex modella, ingrassata e irriconoscibile, nei panni di una sbandata serial killer. È la grande scommessa di Charlize: mettere da parte la propria avvenenza per dimostrare a tutti di possedere un talento drammatico che, fino a quel momento, non aveva mai avuto modo di esibire.
L'occasione per questa autentica trasformazione arriva con Monster, cronaca dei misfatti di Aileen Wuornos, prostituta che, per autodifesa, uccide un cliente e da allora inizia a viaggiare in lungo e in largo negli Stati Uniti lasciando dietro di sé una scia di sangue, ma nel frattempo svela un'insospettata tenerezza nei confronti di Selby Wall (Christina Ricci), la sua giovanissima amante. Il film, basato sulla reale vicenda della Wuornos e diretto da Patty Jenkins, viene co-prodotto dalla Theron, che crede in questo progetto a dispetto della sfiducia degli studios. Il risultato? Contro ogni aspettativa, Monster incassa ben sessanta milioni di dollari e fa conquistare a Charlize Theron il premio Oscar come miglior attrice, il Golden Globe e l'Orso d'Argento al Festival di Berlino 2004, grazie ad una performance elettrizzante e di incredibile intensità. Una metamorfosi, quella della Theron, da cui partirà una fase completamente nuova della sua carriera...
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2. La star dell'impegno civile: North Country
In molti, dopo Monster, avrebbero potuto pensare a Charlize Theron come ad una one hit wonder agli Oscar, con un unico "colpo di fortuna" destinato a rimanere un caso isolato. Ebbene, ci sono voluti appena un paio d'anni alla diva sudafricana per smentire tutti gli scettici: nel 2005, infatti, la Theron si ritrova di nuovo candidata all'Oscar come miglior attrice. Il veicolo per la sua seconda nomination è costituito da North Country - Storia di Josey, un film drammatico diretto da Niki Caro e ispirato alla vera storia dell'operaia Lois Elaine Jensen. In North Country Charlize interpreta la parte di Josey Aimes, una donna con due figli, in fuga da un marito violento, che ritorna nella sua cittadina natale, nel North Minnesota, e per mantenere se stessa e i suoi due figli accetta un ingaggio in miniera, ritrovandosi però vittima di soprusi e perfino di abusi sessuali. Josey decide così di intraprendere una battaglia legale contro l'azienda, dovendo sfidare però l'ostilità e i pregiudizi non solo dei suoi concittadini, ma anche delle sue ex colleghe operaie. Benché elogiato dalla critica, North Country non riscuote il successo sperato al box office, ma in compenso fa guadagnare una pioggia di lodi e di candidature alla Theron, nonché alla sua comprimaria Frances McDormand.
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3. Ragazza interrotta: Young Adult
Uscita un po' ammaccata, sempre nel 2005, dal grosso flop di Aeon Flux, l'ultratrentenne Charlize Theron impara a dividersi con intelligenza fra produzioni più commerciali (il blockbuster campione d'incassi Hancock, accanto a Will Smith) e progetti semi-indipendenti e dal taglio autoriale, come Nella valle di Elah di Paul Haggis, The Burning Plain - Il confine della solitudine di Guillermo Arriaga e The Road di John Hillcoat. A questo secondo filone appartiene anche il bellissimo Young Adult, dramedy diretto nel 2011 da Jason Reitman e firmato dalla penna ironica e pungente di Diablo Cody. In una delle migliori prove della sua carriera, Charlize presta il volto a Mavis Gary, disillusa ghostwriter di una serie di romanzi cosiddetti young adult che, giunta a un difficile crocevia della sua vita, fa ritorno nel suo paese d'origine in Minnesota, in un bislacco ed egoistico tentativo di riconquistare il suo ex fidanzato del liceo, Buddy Slade (Patrick Wilson), che ora è un sereno padre di famiglia. In abilissimo equilibrio fra studio psicologico ed umorismo, Young Adult offre alla Theron uno dei personaggi più belli e sfaccettati di tutta la sua filmografia.
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4. La strega più bella del reame: Biancaneve e il cacciatore
Fra le innumerevoli rivisitazioni live action viste in questi anni delle più note fiabe della tradizione cinematografica, uno degli esempi più innovativi e riusciti è stato di sicuro Biancaneve e il cacciatore, diretto da Rupert Sanders nel 2012 a partire dal noto racconto dei fratelli Grimm. In questa nuova versione medievale e dark della storia di Biancaneve, la giovane principessa ha il viso diafano di Kristen Stewart e l'aitante Chris Hemsworth è il rude e coraggioso cacciatore Eric; ma a rubare la scena e a tenere in pugno l'attenzione del pubblico è senza ombra di dubbio Ravenna, la crudele regina, maestra nelle arti di magia nera, impersonata da una Charlize Theron meravigliosamente letale e stregonesca. Con la sua tenebrosa eleganza e la sua gelida determinazione, Ravenna è una villainess a dir poco superba, e il carisma della Theron contribuisce a renderla una delle più formidabili antagoniste viste di recente sul grande schermo (decisamente in grado di reggere il confronto con la sua alter ego animata). Dopo l'ottimo responso per Biancaneve e il cacciatore (quattrocento milioni di dollari d'incasso), nell'aprile 2016 arriverà nelle sale il prequel del film, The Huntsman, con Hemsworth e la Theron di nuovo nei rispettivi ruoli insieme alle new entry Jessica Chastain ed Emily Blunt.
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5. L'urlo e il furore: Mad Max: Fury Road
E proprio dal 2012, Charlize Theron sembra essere tornata a tempo pieno alle mega-produzioni: nello stesso anno in cui dava vita alla strega Ravenna l'abbiamo vista anche nell'intrigante e sottovalutato Prometheus di Ridley Scott, mentre l'anno scorso è inciampata nello stroncatissimo Un milione di modi per morire nel West (con tanto di candidatura al Razzie Award). Ma finalmente, quest'anno, abbiamo assistito ad un inaspettato trionfo della nostra Charlize in quello che, con tutta probabilità, è ad oggi il ruolo più impressionante ed iconico della sua carriera: l'Imperatrice Furiosa, condottiera dell'esercito del bieco Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne), pronta tuttavia a ribellarsi ai sanguinari "Figli di Guerra" per lanciarsi in una folle corsa attraverso il deserto insieme alle cinque giovani mogli di Immortan Joe. Una fuga furibonda e disperata alla quale si unirà anche Max (Tom Hardy), ex poliziotto evaso dalle prigioni dei Figli di Guerra e anch'egli impegnato a lottare con tutte le forze per la propria sopravvivenza.
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Remake totalmente rivisitato, con gusto postmoderno e cyberpunk, del vecchio cult australiano Interceptor, diretto tuttavia dallo stesso regista, il veterano George Miller, Mad Max: Fury Road è stata una delle più stupefacenti sorprese della stagione: il blockbuster d'autore che abbatte tutti gli stereotipi degli action movie per creare un'esperienza cinematografica assolutamente trascinante, riscrivendo da zero un intero immaginario e regalandoci un susseguirsi di sequenze emozionanti e adrenaliniche. Feroce, implacabile e combattiva, la Furiosa di Charlize Theron, comprimaria a pieno diritto al fianco del Mad Max di Tom Hardy, è l'indimenticabile guerriera di un futuro post-apocalittico: mutilata del braccio sinistro (che ha sostituito con un arto meccanico), Furiosa è una dolente eroina che però non ha rinunciato né alla propria sensibilità femminile, né tantomeno ai suoi principi morali, e rappresenta una componente ineludibile del successo del più atipico blockbuster del 2015. Un punto d'arrivo, ma anche un ideale punto di partenza per una neo-quarantenne in carriera ancora capace di sorprendere il pubblico e di strappare una standing ovation.