Vi abbiamo già raccontato l'incursione romana di Zendaya portandovi con noi sul tappeto rosso romano, alla premiere di Challengers animata dalla star e i suoi co-protagonisti Josh O'Connor e Mike Faist, ma torniamo sull'argomento per concentrarci sull'altro grande appuntamento che abbiamo vissuto in quella giornata capitolina: la nostra intervista ai tre attori. Arriviamo al piano dell'hotel in cui si tengono le interviste e siamo colpiti dal panorama, persino noi che a Roma siamo abituati, e ci viene subito da chiederci cosa ne abbiano pensato loro della vista mozzafiato che si distendeva alle loro spalle. Il tempo di sederci, salutare e rompere il ghiaccio, e torniamo subito a concentrarci sul film di Luca Guadagnino e sul lavoro fatto per portare su schermo una storia che, a giudicare anche dal boxoffice nostrano e americano, sta riuscendo a comunicare con gli spettatori.
Personaggi agli opposti
Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist interpretano tre personaggi molto diversi tra loro, come vi abbiamo raccontato nella recensione di Challengers. In particolare i due uomini sono praticamente all'opposto, al punto da essere definiti Fuoco e ghiaccio. Ma come sono loro tre nella vita? Sono più fuoco o più ghiaccio? "Sono come acqua tiepida" ha scherzato Josh O'Connor, a cui ha fatto eco Zendaya definendosi come "un ruscello". Difficile infatti incasellarsi in una definizione netta, che è più del cinema e della narrativa che della vita reale, tanto che O'Connor ha spiegato che "è stato elementi diversi in momenti differenti della propria vita." Ha però arricchito la sua risposta con un dettaglio significativo: "quando siamo arrivati sul set, è stato un po' come un primo giorno di scuola. Mi sentivo intimidito dagli altri, ma ho capito che lo eravamo tutti gli uni degli altri. Una volta iniziato il lavoro, però, tutto questo è sparito anche se una cosa è stata ed è rimasta evidente: eravamo tutti diversi dai nostri rispettivi personaggi."
Ed è un aspetto che acuisce la magia del cinema, della recitazione, del lavoro sul set: "è stato un privilegio" ha infatti aggiunto Josh O'Connor, "vedere questi grandissimi interpreti trasformarsi nei rispettivi personaggi" e dar loro vita per rendere efficace e credibile la storia che Luca Guadagnino aveva intenzione di raccontare in Challengers. In sintesi, ed è questo il messaggio di O'Connor, "siamo tutti un po' fuoco e ghiaccio. E soprattutto quello che c'è in mezzo."
Challengers e la sfida, nella vita e sul campo
E in questa via di mezzo c'è il conflitto, così ben rappresentato dal tennis e dallo sport in generale. Può essere la competizione e tenerci vivi? "Sì, soprattutto se è interiore" ha detto Zendaya, "la competizione è ladro della gioia ed è il motivo per cui questi personaggi sono così infelici, perché non possono godersi le cose e tutto quello di cui hanno bisogno da soli. Dipendono da altre persone. Ed è lì che la competizione diventa pericolosa. Quando il conflitto è interiore, quando porta a voler essere una versione migliore di se stessi, allora è qualcosa di più sano." Ma non per questi tre personaggi, aggiunge Mike Faist, sintetizzando il conflitto messo in scena da Guadagnino.
Al servizio di un maestro come Luca Guadagnino
In Challengers i tre attori sono al servizio di un maestro del cinema come Luca Guadagnino, che forse in alcuni casi divide, ma è sempre personale e originale nell'approccio. Cosa di questo approccio li ha convinti a prendere parte a questo progetto? "È molto attento ai personaggi" ci ha detto Mike Faist, "i suoi film sono focalizzati sui personaggi e lavora con grandi attori. E lo fa proprio per l'attenzione che pone sui loro personaggi." È d'accordo con questa idea Zendaya, che aggiunge un dettaglio non insignificante: "e lo fa in modo bellissimo. Si ha voglia di vivere nei suoi film. Sono stata molto colpita dal modo in cui ha messo in scena il tennis, che non ho mai visto ripreso in questo modo: l'uso della camera, i movimenti. Letteralmente la pallina ti vola in faccia. È molto viscerale ed è una testimonianza di come vede le cose."
"Ha fatto tantissimo film incredibili e, come ha detto Mike, ricchi di attori fantastici" ha aggiunto anche Josh O'Connor, "mette alla prova gli attori, gli piace lavorare con interpreti che sono disposti a superare i limiti con i loro personaggi e credere in loro anche se sono molto diversi da loro."