"Ha molti gatti" "Ho un debole per i randagi". È uno dei dialoghi tra Batman e Catwoman, che hanno il volto di Robert Pattinson e Zoë Kravitz in The Batman, il nuovo film sul personaggio di Bob Kane diretto da Matt Reeves, che è al cinema dal 3 marzo. È uno dei dialoghi da cui possiamo sentire l'attrazione tra i due personaggi, l'elettricità, la chimica. The Bat and The Cat, l'uomo pipistrello e la donna gatto, molto più che negli altri film, sono due outsider, sono spiriti affini, ma allo stesso tempo sono diversi, vengono da mondi molto differenti. Avrete già letto della potenza visiva e narrativa del nuovo Batman. In una confezione sontuosa, parte del fascino del film è dovuto proprio a Zoë Kravitz. La nuova donna gatto è sexy, intensa, iconica e perfetta nel ruolo. Zoë non fa rimpiangere le altre Catwoman dei Batman cinematografici, e forse potrebbe essere la migliore di sempre. Detto da chi è stato da sempre innamorato della Selina Kyle di Michelle Pfeiffer, vuol dire molto. Al netto delle storiche Julie Newmar ed Eartha Kitt, andiamo a vedere le quattro Catwoman dell'era moderna.
Zoë Kravitz: è l'allure a fare il personaggio
La Selina Kyle di Zoë Kravitz ci appare per la prima volta in "borghese". Ma non è comunque se stessa. In realtà indossa un'altra maschera, una lunga parrucca nera che è il suo look da cameriera in un malfamato locale notturno. La macchina da presa di Matt Reeves indugia sugli stivali neri, sulle calze nere e poi sul corpo, stretto in una minigonna nera di pelle e una sottile canotta bianca. Ma è casa che poi osserviamo Selina diventare la donna gatto. Mentre, da perfetti voyeur, insieme a Batman la spiamo fuori dalla sua finestra. La parrucca cade e la vediamo nel suo vero look, quegli intriganti capelli corti e corvini. Selina si infila una tuta nera di pelle, attillata e semplicissima. Anche la maschera che porta è poco più di un semplice passamontagna. Non ha bisogno di orpelli, basta l'allure di Zoë Kravitz a fare il personaggio. Nel momento in cui vediamo Selina Kyle diventare la sua eroina, lei è già Catwoman. Non abbiamo visto come lo è diventata. Ma non abbiamo bisogno di vederlo. Abbiamo capito che ha avuto una vita difficile alle spalle, che porta con sé un dolore grande. Ed è questo che la accomuna a Batman.
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Zoë Kravitz: dolente e sensuale, scaltra e tenera
La Catwoman di Zoë Kravitz è sinuosa, flessuosa, è fetish inguainata in quella tutina nera. Ma forse questo lo potremmo dire di tutte le altre donne gatto del grande schermo. C'è però nella Selina Kyle di Zoë Kravitz un che di dolente, di irrisolto. E un che di molto sensuale. Quel passamontagna tagliato in modo che sembri effettivamente una maschera lascia liberi gli occhi e la bocca. Quegli occhi di un nero profondo, allungati, proprio da gatta, che il trucco enfatizza ulteriormente, e quella bocca carnosa e disegnata alla perfezione. È minuta, la Selina Kyle di Zoë. E del felino non ha solo la scaltrezza, l'agilità, l'istinto della cacciatrice. Ma anche quella dolcezza e quella tenerezza che, sotto la maschera, la tuta, sotto la corazza che costruisce attorno a sé, riesce comunque a trasparire.
Michelle Pfeiffer: cerebrale, ambigua e misteriosa
Per tutti, fino a Zoë Kravitz, Catwoman era sempre stata la Selina Kyle di Michelle Pfeiffer, indimenticabile in Batman - il ritorno di Tim Burton. A differenza della donna gatto di The Batman, avevamo seguito Selina prima che diventasse il suo alter ego. Era la segretaria goffa e vessata di Max Shreck, (insomma, diciamo che ci avevano provato a rendere goffa Michelle Pfeiffer). L'avevamo vista morire e rinascere: in fondo Catwoman, come i gatti, ha nove vite. Il suo costume era molto fetish, lucido e con le cuciture bene in vista, a suggerire una tuta fatta da sola, ma anche per dare movimento al suo look. La maschera è più definita, strutturata di quella della nuova Catwoman. Anche qui è fatta apposta per far risaltare, enfatizzati dal trucco, gli occhi verdi e le labbra, che sono valorizzate da un rossetto rosso fuoco. Batman - il ritorno è forse il film dove il rapporto tra Batman è Catwoman è più ambiguo, dove il contrasto amore-odio, attrazione-repulsione, amicizia-rivalità è appeso a un filo. Fino alla fine del film non sappiamo se Catwoman è un'alleata o una villain del film. Mentre Selina Kyle e Bruce Wayne, senza maschere, ballano insieme abbracciati, Face To Face come recita la canzone di Siouxsie And The Banshees. Michelle Pfeiffer è conturbante, e quelle lotte tra la donna gatto e Batman, uno sopra l'altro, avvinghiati, evocano e sublimano il sesso. La Catwoman di Michelle Pfeiffer è cerebrale, ambigua e misteriosa.
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Halle Berry: un'amazzone postmoderna
Avrebbe dovuto esserci Michelle Pfeiffer anche nel film standalone Catwoman, diretto da Pitof, sfortunato film dedicato completamente alla donna gatto, il primo e unico senza Batman. Portare sul grande schermo Catwoman ancora con Michelle Pfeiffer sarebbe stata la scelta più logica. Ma l'attrice rifiutò: era diventata madre e aveva altri progetti e priorità. E poi, no, non voleva proprio indossare di nuovo quel costume scomodissimo. Passarono altri anni, e fu scelta Halle Berry. Alla tutina integrale in latex nero si sostituisce un abito formato da pantaloni strappati e reggiseno in pelle e cerniere, in modo da valorizzare il fisico statuario della Berry, ma anche a sottolineare costole e spina dorsale, fondamentali nei movimenti di un gatto. Catwoman (che qui non si chiama più Selina Kyle, ma Patience Phillips) qui è una sorta di amazzone postmoderna. È atletica, sensuale, ma psicologicamente molto più lineare della Catwoman della Pfeiffer.
Anne Hathaway: uscita da un noir anni Quaranta
Ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno, terzo episodio della trilogia di Christopher Nolan, è Anne Hathaway a dare volto e corpo a Selina Kyle, e quindi a Catwoman. È una misteriosa ladra che, nella visione di Nolan, sembra uscita da un film noir anni Quaranta. O, se preferite, da una commedia sofisticata della stessa epoca. Anne Hathaway è la donna gatto più elegante, meno ambigua. È quella con cui la storia d'amore (vedi anche il finale del film, tra immaginazione e realtà) con Batman è più definita, evidente, chiara. In versione Catwoman, Anne Hathaway indossa una tutina aderente molto semplice, il resto lo fa lei con i suoi movimenti armonici. E, sul volto, non indossa una calotta come le attrici che l'hanno preceduta, ma una semplice mascherina di quelle che coprono solo gli occhi (le orecchie sono applicate direttamente sui capelli), che potrebbero essere quelle di un ballo in maschera (e infatti la vediamo con una mascherina simile anche quando non è Catwoman, proprio a un ballo. Ma è spesso in scena, elegantissima, in abiti normali. Raffinata e un po' altera, è l'opposto della gatta randagia di Zoë Kravitz. Ogni era ha avuto la sua donna gatto, ve ne abbiamo raccontate quattro che, con Julie Newmar ed Eartha Kitt, fanno sei. Ma la donna gatto, si sa, ha nove vite.