Il concorso della Berlinale chiude in bellezza con Catherine Deneuve. La splendida settantenne, leggenda del cinema francese, riscopre con l'avanzare dell'età una nuova leggerezza e si mette in gioco con una commedia sentimentale on the road che la vede protagonista assoluta. In On My Way, diretto da Emmanuelle Bercot, la Deneuve interpreta Bettie, arzilla e intraprendente ristoratrice che, nello stesso momento, perde l'amante, il quale finalmente lascia la moglie non per lei, ma per una venticinquenne incinta, e il denaro che possiede. Il ristorante di sua proprietà è sommerso dai debiti e rischia, infatti, la chiusura. Per sfuggire alle difficoltà, e alla madre invadente, a Bettie non resta che mettersi in macchina e vagare per la Francia in attesa di nuove avventure che non tarderanno ad arrivare. Insieme alla regista e alla diva Deneuve, intervengono a Berlino a presentare il film gli attori Paul Hamy, a cui è affidato un piccolo, ma gustoso ruolo, e il giovanissimo Nemo Schiffman, che interpreta il nipote cinematografico della Deneuve.
Come è nata l'idea di realizzare On My Way?
Emmanuelle Bercot: Il punto di partenza è Catherine Deneuve. Volevo lavorare con lei, ma non avevo ancora la storia. La sceneggiatura è cresciuta pian piano dopo che già avevamo deciso di fare il film. Abbiamo iniziato ad aggiungere episodi e a mettere tutto insieme, ma non mi sono mai preoccupata troppo dei temi che il film avrebbe trattato. L'importante era che Catherine accettasse di partecipare.
Emmanuelle, hai scelto di riprendere Catherine con uno stile particolare. Non ci sono quasi mai primissimi piani sul suo sguardo, ma spesso vengono ripresi i suoi capelli.
Emmanuelle Bercot: Non si possono fare tutto il tempo zoom sugli occhi, non è un film western. E poi se devo dire la verità ho un'attrazione feticistica per i capelli.
Catherine Deneuve: Guardando il film ora in retrospettiva non saprei dire molte cose sul processo di preparazione, perché il lavoro tra regista e attore viene svolto prima con un contatto molto diretto. E' difficile parlarne a posteriori.
Dopo Amour di Haneke c'è una certa attrazione verso la senilità al cinema?
Catherine Deneuve: Non sono sicura di voler riflettere sulla mia età né di voler rispondere a questa domanda.
Nel film il personaggio di Bettie fuma e beve molto spesso. E' quasi una sua caratteristica. Come mai questa scelta? Nella vita sei una fumatrice?
Catherine Deneuve: Le attrici non francesi non fumano? Io purtroppo sono una fumatrice. Non ne sono orgogliosa, ma più vado avanti e più diventa difficile smettere.
Quanto è difficile invecchiare?
Catherine Deneuve: Certo non è facile per una donna e soprattutto per una donna che fa l'attrice. Io però non mi pongo troppi problemi e cerco di andare avanti nel miglior modo possibile.
Il film ha un finale positivo e ottimistico. Sei a favore degli happy ending?
Catherine Deneuve: Assolutamente sì. Nella vita tutto può succedere.
Catherine Deneuve: L'età in cui si è più felici è l'infanzia perché non ci sono responsabilità né preoccupazioni. In generale la felicità non è uno stato permanente, ma sono solo attimi. Se fossimo felici tutto il tempo non saremmo normali.
Cosa hai in comune con Bettie
Catherine Deneuve: Moltissimo. Ci sono un sacco di abitudini quotidiane e comportamenti che ci uniscono. Ma non è stato il personaggio ad attrarmi quanto l'idea di lavorare con Emmanuelle Bercot.
Nemo, come è stato per te lavorare con Catherine? Avevi paura sul set?
Nemo Schiffman: No, è stato molto bello.
Nel film ti sentiamo cantare e sei molto dotato. Da grande vuoi fare l'attore o il cantante?
Nemo Schiffman: Mi piacerebbe sia cantare che recitare. Sogno di fare musical fin da quando ero piccolo.
E' complicato dirigere un attore così giovane?
Emmanuelle Bercot: Assolutamente no. Non è stato difficile lavorare con lui, dipende dall'età.
Quale è il vero tema del film? L'età che avanza? La maternità?
Catherine Deneuve: Questo film è un viaggio improvvisato. Bettie mette in discussione la propria esistenza, si pone delle domande e va alla ricerca delle risposte.
Oltre a essere nonna e madre, Bettie è anche figlia. Vediamo una madre molto presente e addirittura un tantino invadente.
Catherine Deneuve: Nel film la relazione di Bettie con la madre è molto forte. Sono due persone che condividono tutto, anche se litigano molto spesso. Bettie ha ereditato il ristorante di famiglia e vive ancora con la madre nella stessa casa in cui è cresciuta.
Un altro elemento fondamentale della pellicola è il paesaggio.
Emmanuelle Bercot: Quando giri un road movie è necessario avere sempre un occhio al paesaggio. Nel cinema americano ci sono un sacco di clichè su questo genere. Nel mio caso io ho cercato di evitare in tutti i modi l'effetto cartolina cercando dei panorami diversi dal solito, più veri.
I personaggi che Bettie incontra sul suo cammino si prestano a darle una mano e solidarizzano con lei. Voi condividete questa visione positiva del genere umano?
Catherine Deneuve: Assolutamente sì. Bettie ha un approccio molto pragmatico verso la vita e cerca di applicare il suo buon senso quasi in ogni situazione. Ogni tanto si lascia prendere la mano.
Emmanuelle Bercot: Personalmente ho molta fiducia nelle persone, ma è vero che nel road movie, per convenzione di genere, ci sono anche degli incontri rischiosi. Il tono del mio film, però, è leggero e positivo quindi ho evitato di creare scompiglio con inserti negativi.