Carismatico, pieno di senso dell'umorismo, amante della vita e delle belle donne, in particolare quelle dei suoi superiori: John Yossarian, bombardiere dell'aeronautica militare statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale e protagonista della miniserie di cui ci accingiamo a parlare in questa recensione di Catch-22, proprio non ci sta a dover morire per colpa delle decisioni di leader chiusi dentro a una stanza.
Arriva su Sky Atlantic (canale 110 di Sky, che coproduce) il 21 maggio Catch-22, miniserie in sei episodi prodotta, diretta e interpretata dal premio Oscar George Clooney, che adatta per il piccolo schermo il romanzo omonimo (edito in Italia con il titolo Comma 22) pubblicato nel 1961 da Joseph Heller. Vero e proprio manifesto pacifista, un caposaldo della letteratura di questo genere, Catch-22 ha già avuto una vita in immagini grazie al film del 1970 diretto da Mike Nichols, ma la miniserie di George Clooney e soci, grazie anche al maggior minutaglie a disposizione, è riuscita a dare maggiore giustizia all'opera originale.
Siamo nudi di fronte alla morte
Nel ruolo del protagonista John Yossarian, detto YoYo, c'è il bravo Christopher Abbott (che sarebbe stato un perfetto Jon Snow, ma questa è un'altra storia), in grado di passare con disinvoltura da toni leggeri a quelli del dramma: sì perché, nonostante sia un racconto in costume, Catch-22 è soprattutto una commedia nera, che, tramite tempi comici perfetti, mette in luce l'assurdità della guerra e la follia che provoca in chi la vive in prima persona. Costretto nella base di Pianosa, in Italia, il bombardiere si inventa di tutto pur di farsi mandare a casa: prima problemi di fegato, poi malattie mentali, ma niente. Quella che inizialmente sembrava una scusa diventa però una condizione sempre più concreta e reale: con l'aumentati delle missioni, il soldato sente sempre più vicina la morte e vede morire uno dopo l'altro i suoi giovani compagni.
Abbattuto nello spirito come gli aerei in missione, Yossarian rappresenta l'uomo comune che si ritrova intrappolato in una macchina senza pietà, che non si cura del singolo individuo, rotella in un ingranaggio molto più complesso. A petto nudo nel primo episodio, quando parla della volontà di Dio dopo essere stato a letto con la moglie del suo superiore, lo ritroviamo vestito soltanto di sangue nell'ultimo, ormai completamente trasformato.
Da George Clooney a Giancarlo Giannini, un cast di livello
Accanto al convincente Christopher Abbott, un cast di attori di livello altissimo: oltre a George Clooney, che si è ritagliato il ruolo del tenente Scheisskopf (un nome che è tutto un programma) e dirige due degli episodi (gli altri quattro sono stati invece affidati all'amico di una vita Grant Heslov, che ha anche il ruolo del dottor Daneeka, e a Ellen Kuras), ci sono anche Hugh Laurie (il dottor Gregory House in Dr House) nei panni del maggiore de Coverley, che può rinunciare a tutto tranne che a dell'agnello ben preparato, Giancarlo Giannini in quelli di Marcello, proprietario di un bordello, e soprattutto lo straripante colonnello Cathcart di Kyle Chandler (il mitico coach Taylor di Friday Night Lights). Completamente invasato, quasi come un cowboy in sella a un toro, è lui a simboleggiare la mancanza di umanità e libertà di pensiero di chi esegue gli ordini senza domandarsi se siano giusti o no.
La guerra è una commedia nera
Girata tra la Sardegna e il Lazio, Catch-22 è un'ottima miniserie, ben interpretata, scritta e diretta (il montaggio sembra avere lo stesso respiro dei tempi comici degli attori), concentrandosi soprattutto sui primi piani dei protagonisti, nei cui occhi è riflesso tutto lo spettro delle reazioni umane di fronte alla paura di morire: incredulità, rabbia, follia, rassegnazione. "La differenza tra me e te è che tu ti preoccupi, ti preoccupi e morirai, io invece cerco di godermela prima di morire" dice un commilitone a Yossarian. Forse il segreto degli esseri umani è questo: di fronte al disegno misterioso e imprevedibile della vita, una volta appurato che non c'è logica nel nostro destino, possiamo semplicemente scegliere come vogliamo utilizzare il tempo che ci è stato concesso prima di incontrare la Nera Mietitrice.
Conclusioni
Come detto nella recensione di Catch-22, la miniserie in sei episodi, disponibile su Sky Atlantic dal 21 maggio, diretta, prodotta e interpretata dal premio Oscar George Clooney, è un adattamento che rispetta lo spirito del romanzo di Joseph Heller da cui è tratta. Vero e proprio manifesto pacifista, la serie mette in luce, grazie sopratutto a un grande senso dell’umorismo, la follia e l’assurdità della guerra. A interpretare uno script dai tempi comici perfetti un cast di altissimo livello: accanto a Clooney ci sono infatti il bravo Christopher Abbott, nel ruolo del protagonista John Yossarian, Hugh Laurie, Grant Heslov e Kyle Chandler.
Perché ci piace
- Il cast è formato da attori di altissimo livello.
- La scrittura di Luke Davies e David Michôd mescola alla perfezione dramma e commedia.
- Regia e montaggio seguono i tempi comici come se respirassero insieme agli attori.
Cosa non va
- L’unica osservazione che ci sentiamo di fare è agli effetti speciali delle esplosioni, a volte non all'altezza di un prodotto di questo livello.