È finalmente arrivata su Netflix, dopo una serie di notizie su false date di uscita, la terza stagione di Castlevania, la serie creata da Warren Ellis basata sul celebre videogioco Castlevania III: Dracula's Curse, che dopo una prima stagione introduttiva e una seconda molto apprezzata torna sulla piattaforma streaming per la gioia dei tanti fan in attesa. L'ultima stagione concludeva un arco narrativo importante, quello di Dracula, impazzito dopo la morte della moglie Lisa sul rogo per mano dei vescovi della chiesa locale e determinato a sterminare la razza umana. Alucard, suo figlio, con l'aiuto del cacciatore di mostri Trevor Belmont e della parlatrice Sypha Belnades, riescono dove molti avevano fallito uccidendo Dracula e la sua corte per poter riportare finalmente la pace in una Valacchia già in ginocchio per povertà e tirannia. La stagione 3, dal 5 marzo 2020 su Netflix, deve quindi raccogliere le fila di una vicenda all'apparenza conclusa, proponendo soluzioni narrative nuove e interessanti e in questa recensione di Castlevania 3 cercheremo proprio di fare il punto della situazione, discutendo di quegli elementi che potrebbero permettere a questa amatissima saga di continuare ancora a lungo mantenendo su di sé l'affetto degli appassionati.
La trama che riparte
La trama inizia a muovere i suoi ingranaggi poco dopo il termine delle vicende della stagione 2, dando vita a ben quattro livelli narrativi. In poco più di un mese i cambiamenti non sono stati molti: Trevor e Sypha viaggiano per la Valacchia in cerca di creature della notte da sterminare e nel loro peregrinare finiscono nel villaggio di Lindenfeld, dove una setta sta palesemente tentando di nascondere qualcosa legato a un incidente accaduto dopo l'arrivo delle bestie della notte. Alucard, messo a dura prova dalla solitudine e dal senso di colpa, finisce per dare ospitalità a due cacciatori di vampiri, Zumi e Takka, ai quali insegnerà molte delle sue conoscenze. Il mastro fabbro Isaac, pur sentendosi tradito da Dracula, continuerà la sua missione di epurazione dell'umanità. Carmilla torna in Stiria portando con sé Hector come prigioniero, facendoci fare la conoscenza delle sue "sorelle" vampire che l'aiuteranno nei suoi piani di conquista.
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La rivincita dei personaggi secondari
Una cosa è certa, in questa terza stagione di Castlevania viene data molta importanza alle vicende di personaggi che prima avremmo considerato come secondari. Pensiamo al mastro fabbro Isaac e al suo viaggio: la sua follia e la sua autoimposta missione attirano l'interesse dello spettatore, non è più sullo sfondo, le sue vicende e i suoi pensieri lo rendono protagonista di buona parte della storia. Tradito da Dracula decide comunque di abbracciare e fare sua la missione che prima era stata dello spietato vampiro, l'umanità che tanto odia e della quale ha conosciuto solo i lati peggiori deve sparire dalla faccia della terra per mano delle sue creature della notte. Altro personaggio secondario che acquista importanza è quello di Carmilla che, tornata in Stiria, si riunisce alle sue sorelle per conquistare e fondare un impero insieme a loro, anch'esse crudeli protagoniste di questa storia. Il gruppo di spietate vampire è uno degli elementi migliori di questa stagione: la loro crudeltà, la loro astuzia e pericolosa intelligenza le rendono i personaggi meglio caratterizzati della serie, vero e incombente pericolo da temere.
Invece quelli che dovrebbero essere i veri protagonisti della serie qui fanno un passo indietro: Trevor e Sypha ci vengono mostrati saltuariamente, il loro rapporto e le loro motivazioni vengono trattati in modo superficiale. Anche Alucard, piegato dalla solitudine, sembra agire senza convinzione nell'accettare di dare ospitalità a Zumi e Takka. I due cacciatori di vampiri saranno importanti per la sua crescita e la sua maturazione ma, anche in questo caso, abbiamo avuto l'impressione che i tempi della vicenda fossero mal gestiti, riducendo tutto a pochi minuti nella parte finale della stagione.
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Un lungo respiro
Dopo l'azione e l'intensa conclusione della stagione precedente, Castlevania prende un profondo respiro: se dal punto di vista di vista visivo nulla cambia rispetto a ciò che avevamo affermato nella recensione di Castlevania 2, i combattimenti qui sono ridotti al minimo, ci viene mostrato il nuovo percorso scelto per i personaggi, introducendo temi importanti e potenzialmente molto complessi che però, nelle dieci puntate da meno di trenta minuti, non hanno il tempo di essere approfonditi. La natura del peccato, il tradimento, la solitudine e il senso di colpa sono le tematiche principali che vorticano attorno alle vicende e che vengono prontamente lasciate da parte nel momento in cui iniziano a diventare spinose. Non sappiamo se e quando verrà rilasciata una quarta stagione, ma tutte le pedine sono state rimescolate e disposte nuovamente sulla scacchiera; ci sono voluti quasi dieci episodi ma ora sono pronte e a noi non resta altro che aspettare che la penna di Warren Ellis si metta di nuovo a lavoro.
Conclusioni
Come affermato nella nostra recensione di Castlevania 3, in questa stagione la serie sceglie di prendere un lungo respiro per rimescolare le carte in tavola e mettere nuovamente in moto i personaggi. Ambientata poco dopo il termine della seconda divide la sua trama in quattro linee narrative, i combattimenti vengono ridotti al minimo, almeno nelle prime puntate per introdurre tematiche importanti e complesse che non sempre riesce sviluppare.
Perché ci piace
- Le tematiche introdotte, complesse e interessanti.
- La scelta di raccontare in parallelo le vicende dei vari personaggi.
- I personaggi di Carmilla e delle sue “sorelle”, villain a tutto tondo.
Cosa non va
- ... che però non riescono a godere del necessario approfondimento.
- Le relazione e le motivazione che spingono alcuni personaggi sono trattate in modo superficiale.