Il 26 novembre del 1942 si svolgeva, all'Hollywood Theatre di New York City, la première internazionale di un film che avrebbe fatto epoca: Casablanca.
Diretto da Michael Curtiz, Casablanca sarebbe divenuto uno dei manifesti del cinema americano ma, più in generale, della tradizione universale del grande schermo. Esso svetta in tutte le classifiche dei film più importanti di sempre: una storia d'amore intramontabile, il contesto drammatico della Seconda guerra mondiale, dialoghi e battute formidabili e, soprattutto, un cast artistico di prim'ordine, dal quale svettano due stelle quali Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Casablanca è un capolavoro senza tempo, assolutamente inimitabile: nessuno ha mai pensato di proporre un remake perché il confronto con l'originale, per una volta, sarebbe impossibile.
Anche per questo, riscoprire il film a distanza di ottant'anni dalla sua uscita rappresenta un privilegio: Casablanca, infatti, mantiene intatta la freschezza narrativa e la rilevanza cinematografica che ebbe nel 1942, quando venne proposto durante il conflitto bellico e rappresentò uno straordinario inno per la libertà.
Al cafè di Rick
Ci sono certi quartieri di New York, maggiore, che sarebbe imprudente cercare di invadere.
Casablanca, primi anni Quaranta. Lo statunitense Richard Blaine, detto Rick (Humphrey Bogart) gestisce un locale, il Café Américain: esso è il più frequentato della città, tra giocatori d'azzardo, affaristi, ufficiali e persone in cerca d'aiuto. La città è controllata dal governo di Vichy, collaborazionista del Terzo Reich che ha già invaso la Francia più di un anno prima. Rick è un uomo cinico che, nonostante un passato da contrabbandiere e combattente, sembra non provare più alcun interesse a ciò che gli accade intorno. Gli unici suoi amici sono i suoi dipendenti, tra cui il pianista Sam (Dooley Wilson), e Louis Renault (Claude Rains), comandante della polizia costretto a rispondere al maggiore tedesco Strasser (Conrad Veidt), il quale è alla ricerca dei rifugiati della Resistenza europea a Casablanca.
Tra questi vi è Victor Laszlo (Paul Henreid), capo dei partigiani cecoslovacchi, conosciuto anche in Francia per la sua attività. Egli, dopo essere riuscito a fuggire da un campo di concentramento tedesco, sta cercando di trovare delle lettere di transito per Lisbona, da dove poi partire per l'America e proseguire la lotta al nazismo. Laszlo è accompagnato dalla moglie, l'affascinante Ilsa Lund (Ingrid Bergman): giunti insieme, una sera, al Café Américain, incontreranno Rick, il quale scambierà uno sguardo intenso con Ilsa, che aveva conosciuto a Parigi molto tempo prima, e con cui aveva iniziato un'appassionata storia d'amore durante la prigionia del marito: la donna, dal canto proprio, inizialmente credeva egli fosse rimasto ucciso.
Nel frattempo, Rick è entrato in possesso di due lettere di transito, affidategli da Ugarte (Peter Lorre), un malvivente molto conosciuto a Casablanca che le aveva sottratte con la forza a due soldati tedeschi e avrebbe voluto venderle al miglior offerente, prima che venisse arrestato dalla polizia...
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Un mondo in guerra
Fermate i soliti sospetti.
Scritto da Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch, e basato sull'opera teatrale Everybody Comes to Rick's di Murray Burnett e Joan Alison, Casablanca richiese una complessa fase di scrittura ma, come si evince dal risultato finale, il lavoro fu praticamente perfetto. Merito di una sceneggiatura brillante e coraggiosa, che probabilmente ebbe nella scelta del finale il momento più difficile della sua stesura. Il contesto storico della Seconda guerra mondiale fa da sfondo alla relazione tormentata tra Rick e Ilsa: ma, del resto, era stato sempre il conflitto a dividere Ilsa da Victor.
Casablanca non nacque, in realtà, come un film propagandista. L'uscita al cinema avvenne un anno dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti, ma il film è ambientato poco prima che questo accadesse davvero. C'è però un messaggio molto forte, ovviamente: Laszlo è un simbolo della Resistenza intereuropea e la sua sopravvivenza è essenziale perché essa possa corroborarsi, e nulla è più importante di questo. Lo sa bene Ilsa così come se ne renderà conto Rick, che tornerà a essere l'uomo generoso che è sempre stato fino ai giorni di Parigi, prima che gli si spezzasse il cuore a causa dell'abbandono subito dalla donna che amava così tanto. Non vi sarà più spazio per essere cinici e distaccati.
Rick è un'eccezione in un mondo in guerra, ma anche lui dovrà nuovamente prendere posizione: il protagonista deve anche essere l'eroe della storia ed ergersi come tale al momento giusto. Così, pur non avendone le intenzioni, Casablanca divenne di fatto un film interventista, proprio prima che arrivassero i giorni più drammatici del conflitto tra l'estate del 1943 e la primavera del 1945. Rick, inizialmente, appare vuoto, come se non avesse più ideali nei quali credere: l'amore gli restituirà l'identità perduta, e i sentimenti ritrovati lo faranno nuovamente schierare dalla parte giusta.
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Suonala, Sam
Alla tua salute, bambina.
Quella tra Rick e Ilsa è una delle storie d'amore più affascinanti mai raccontate al cinema. Il finale nel quale Blaine, nella nebbia, vede decollare l'aereo con a bordo Ilsa e Victor, rende l'epilogo il migliore possibile. Gli sceneggiatori avevano valutato tutte le alternative, ma niente sarebbe stato struggente come assistere al protagonista che si sacrifica per un bene superiore. Trionfano l'amicizia e il patriottismo, mentre i sentimenti devono cedere il passo alla causa della libertà.
Ogni sequenza di Casablanca rasenta la perfezione. L'ingresso di Ilsa al Café Américain e la sua richiesta a Sam di suonare As Time Goes By rievocano i felici giorni di Parigi, quando Rick era il titolare de La Belle Aurore. Dopo il primo incontro non idilliaco a Casablanca, la sera stessa Blaine ricorda il passato mentre si ubriaca per la disperazione, dando avvio al flashback che illustra quel dolce periodo, nel quale sembrava aver trovato la donna della propria vita. Successivamente, il confronto tra Rick e Victor, che sta cercando le lettere di transito, verrà interrotto dai militari tedeschi che al Café intonano Die Wacht Am Rhein. Ma, grazie all'intervento di Laszlo, i francesi presenti risponderanno cantando La Marsigliese, lanciando un forte messaggio antinazista.
E potremmo proseguire, tornando all'indimenticabile finale, che ancora adesso conosce ben pochi pari nella storia del cinema per come è stato realizzato, grazie all'abilità di Micheal Curtiz e al suo perfetto utilizzo dei tempi narrativi. Nato in Ungheria nel 1888, egli si chiamava in realtà Mihály Kertész. Giunto a Hollywood nel 1926, fu uno tra i registi più importanti degli anni Trenta e Quaranta, e con Casablanca trovò la propria consacrazione artistica.
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Un cast sensazionale
I problemi di tre piccole persone come noi non contano, in questa immensa tragedia.
Il cast di Casablanca annovera, a ben vedere, moltissimi europei. Ingrid Bergman era la giovane stella svedese di Hollywood: nonostante fosse sotto contratto con il produttore David O. Selznick e la Metro-Goldwyn-Mayer, l'attrice riuscì a fare parte del film e fu per lei motivo di grande soddisfazione. Avrebbe amato il ruolo di Ilsa per tutta la propria carriera, e ritenuto la pellicola un'opera irripetibile per molti versi, del quale sarebbe stata onorata di far parte. Claude Rains era britannico: egli aveva già preso parte a film molto importanti fra i quali L'uomo invisibile (1933), La leggenda di Robin Hood (1938) e Mr. Smith va a Washington (1939), ma il ruolo di Louis Renault gli avrebbe dato grande popolarità anche negli anni successivi.
Paul Henreid era di Trieste, nato nell'odierno capoluogo friulano nel 1908, quando la città era sotto il dominio austro-ungarico: si sarebbe trasferito negli Stati Uniti verso fine anni Trenta e avrebbe acquisito la cittadinanza americana. Conrad Veidt era tedesco, e molto attivo nel cinema teutonico negli anni Venti, prima di trasferirsi nel Regno Unito dopo l'avvento del nazismo e infine in America. Peter Lorre era nato in Ungheria nel 1904 come László Löwenstein, e si era trasferito prima in Francia e poi in Gran Bretagna, sempre successivamente all'ascesa hitleriana. Sydney Greenstreet era un attore britannico, e qui interpreta il faccendiere Ferrac, così chiamato nella versione italiana anziché Ferrari (nel 1946, il film venne originariamente censurato di due brevi sequenze dove appare il capitano italiano Tonelli, probabilmente per non rimarcare la subalternità dell'esercito nei confronti dei tedeschi, ndr).
Tra gli interpreti principali, dunque, gli unici statunitensi erano Humphrey Bogart e Dooley Wilson. Questo incontro tra diverse nazionalità probabilmente fu una delle formule vincenti di Casablanca, che davvero fu un armonioso inno alla Resistenza nel quale ciascun artista propose il proprio stile, che si completava con quello degli altri compagni di scena. Per Bogart, che qui appare in scena principalmente con lo smoking bianco da proprietario del Café Américain e con l'impermeabile e il cappello del memorabile finale, quella di Casablanca fu la prova che gli consentì di conquistare definitivamente il pubblico americano, che lo elesse come attore di riferimento dell'epoca. E sarebbe rimasto tale per sempre.
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La musica di Casablanca
Louis, forse oggi noi inauguriamo una bella amicizia.
Candidato a otto Premi Oscar, Casablanca ne vinse tre: miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura. Tra le nomination, una venne assegnata anche alla colonna sonora di Max Steiner, compositore austriaco di nascita e cittadino statunitense per acquisizione, attivo a Hollywood dal 1929 e reduce dal grande successo di Via col vento. Insieme al tema principale dei titoli di testa, dallo stile arabeggiante, la partitura di Casablanca si impernia essenzialmente su altri due motivi: As Time Goes By e La Marsigliese.
Scritta da Herman Hupfeld nel 1931, As Time Goes By venne riadattata da Steiner sia come canzone (eseguita nel film da Dooley Wilson, accompagnato al piano da Elliot Carpenter) che nella versione strumentale, in particolare nella sequenza del flashback parigino e, in generale, nei momenti romantici con Rick e Ilsa protagonisti. È divenuto, semplicemente, un brano cult, ripreso da tantissimi altri artisti nei decenni successivi e riproposto in moltissime versioni. La stessa Warner Bros. Pictures, tutt'ora, utilizza As Time Goes By come sottofondo musicale della sigla di apertura di parecchi suoi film.
Attraverso La Marsigliese e le sue variazioni, Steiner evidenziò i diversi momenti di Casablanca, sia i più tormentati di Rick che quelli della redenzione finale del protagonista e dello stesso capitano Renault. L'inno francese è, per sua stessa natura, una marcia per la libertà, la stessa che viene invocata attraverso il film, il quale rappresenta, ancora adesso, un riferimento artistico contro ogni forma di oppressione.