Roger un tempo era tra le migliori promesse del campionato di truck racing, ma la sua carriera si è avviata verso un progressivo declino che lo vede spesso perdere nei confronti di Debora, compagna-rivale considerata come la regina della specialità. Alle prese con problemi economici nella sua scuderia, a corto di vittorie da un po', una sera Roger si trova in macchina insieme al miglior amico Danilo quando partecipano a una gara contro un'auto che li aveva provocati, finendo per causare un incidente. All'arrivo della polizia, Roger mente sostenendo di essere stato lui al volante, per proteggere il sodale.
Come vi raccontiamo nella recensione di Carico sconosciuto, la situazione prende una piega drammatica dopo che il padre perde la vita in seguito allo scontro con un mezzo sbucato dal nulla e Roger scopre di essere pieno di debiti fino al collo, con il genitore che aveva chiesto prestiti al potente gangster Odilon. Questi lo mette in contatto con Smokey, un trafficante che organizza dei colpi rubando proprio autoarticolati carichi di merce da rivendere poi di contrabbando. Roger entra così suo malgrado in un mondo malavitoso dal quale sarà sempre più difficile uscire...
A tutto gas ma a corto di carburante
Una sceneggiatura che parte da una premessa vista e rivista, tanto schiava degli algoritmi che sembra quasi scritta da un'intelligenza artificiale. Carico sconosciuto è un film nato vecchio, nella concezione e nello relativo svolgimento, con queste premesse da Fast & Furious dei poveri che partono già da un incipit che nega l'effettivo sprint dell'assunto: d'altronde anche con tutto l'impegno e gli effetti speciali ad hoc, è impossibile rendere appieno il senso della velocità a bordo di giganteschi camion. Se nella competizione agonistica, che fa da sfondo al contesto crime, si cerca di replicare con scarso successo quanto effettivamente avvenente nelle varie competizioni di truck racing, a mancare di adrenalina sono tutte le sequenze a sfondo action sulle strade statali, con tanto di prologo che ci trascina già dai primi secondi in una delle fasi clou, per poi procedere con un lungo flashback atto a mostrarci come si fosse arrivati fino a quel punto.
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Una storia piena di cliché
Batte bandiera carioca questa produzione Netflix che vorrebbe rifarsi a un immaginario consolidato, senza risultare però tamarra e spaccona al punto giusto ma anzi trovando una vena retorica e sentimentale quando il protagonista si trova addirittura a prendersi cura della figlia quattordicenne del suo migliore amico, morto proprio a causa sua. E che dire dell'improbabile love-story con la principale rivale del campionato, all'insegna di un ipotetico ménage pseudo familiare da poter forse sfruttare in un ipotetico sequel. Nell'ora e quaranta di visione la tensione latita e le emozioni pure, con una sequela di eventi che si susseguono sempre più forzatamente: non appena i guai per Roger sembrano finiti ecco aggiungersene di nuovi, tra gangster spietati e la polizia che gli chiede di agire da infiltrato, anche questo ennesimo riciclo di una miriade di pellicole a tema.
Un pilota non all'altezza
L'insensatezza dei vari personaggi coinvolti, buoni o cattivi che siano, non aiuta a entrare nella storia e rende il tutto maggiormente inverosimile anche contestualizzando il tutto al relativo genere di appartenenza, con gli exploit ludici che non riescono mai ad essere completamente avvincenti anche per via di una gestione delle dinamiche action rudimentale e poco avvezza al puro spettacolo. Assai anonimo il cast, a cominciare proprio da Thiago Martins nel ruolo principale, che non risulta mai credibile né nelle parziali sfaccettature drammatiche né nei passaggi dove avrebbe dovuto mettere in campo quella dose di carisma tale da reggere il peso del racconto.
Conclusioni
Meccanico con l'ambizione di vincere il campionato di truck racing, il protagonista si ritrova alle prese con un sacco di debiti che il padre, recentemente scomparso, aveva contratto con un gangster locale. Chiamato a fare il corriere per la banda criminale, cercherà al contempo di darsi da fare anche sul circuito, ma si troverà alle prese con diverse situazioni impreviste. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Carico sconosciuto, quest'action su quattro ruote di produzione brasiliana non brilla per originalità, riciclando per l'ennesima volta un plot archetipico senza inventiva o carisma particolari. Spettacolo e azione ai minimi storici, con gli imponenti mezzi a quattro ruote che non riescono a infondere il necessario senso di velocità e adrenalina, tra trame agonistiche e altre crime, con un cast che non morde e una regia altrettanto a corto di benzina.
Perché ci piace
- Inizialmente l'ambientazione nel mondo del truck racing instilla curiosità nella sua peculiarità...
Cosa non va
- ...ma la sceneggiatura e il versante agonistico sono troppo deboli per risultare credibili.
- Scene d'azione poco avvincenti.
- Un cast anonimo, a cominciare proprio dall'inespressivo protagonista.