Clamore, entusiasmo, rivalsa femminile. Nasce tutto dalla principessa armata di meraviglioso coraggio e dalla tenace combattente dai pugni brillanti. Abbiamo letto di "personaggi femminili forti", "donne indipendenti", "eroine che non devono dimostrare più niente a nessuno". Tutto vero. E quando non sarà più necessario sottolinearlo significa che non saranno più eccezioni, che la regola è stata ribaltata, ridefinita, svuotata di divari e discriminazioni. Smettere di stupirsi sarà il nostro salto nel futuro. Adesso non è ancora quel tempo, ed è giusto sorprendersi davanti a quello che film come Wonder Woman e Captain Marvel sono, e soprattutto hanno rappresentato. Non staremo qui a sottolineare le ricadute sociali dei primi due cinecomic dedicati a una supereroina, ma ci soffermeremo sull'anima di due personaggi simili, capaci di sfiorarsi, ma profondamente diversi nell'indole e nel loro ruolo nel mondo.
Tra sorrisi ingenui e bronci delusi, Diana Prince e Carol Danvers ci hanno proposto due modelli femminili opposti nello spirito, nel modo di stare al mondo e di rispondere alla loro vocazione eroica. E visto che ci soffermeremo soprattutto sulle differenze tra l'amazzone di casa DC e la combattente del Marvel Cinematic Universe, in questa premessa va citato un profondo legame tra Diana e Carol. Entrambi i loro viaggi eroici si basano sulla scoperta della verità, sulla necessità di trovare risposte e liberarsi delle storie con cui sono cresciute. Il più grande atto di indipendenza di Wonder Woman e Captain Marvel risiede nella conoscenza. Un dono che può avvenire soltanto lasciando la propria casa e sporcandosi le mani col mondo (o la galassia) là fuori. Diana e Carol sono state educate con storie troppo vecchie o troppo false, sono figlie di menzogne create per proteggerle o arginarle, limitarle e inibirle.
Così non sarà. Perché il viaggio dell'eroina, in entrambi i casi, prevede di scontrarsi con l'amara realtà delle cose. Niente miti, niente storie, soltanto una dolorosa verità con cui scendere a patti per rinascere più forti e consapevoli. Al di là di questo contatto basilare, ecco le principali differenze tra l'elegante donna delle meraviglie e la tenace combattente scintillante. Non un duello nerd per stabilire la migliore tra le due, ma un confronto utile a capire meglio le due ambasciatrici della femminilità più indomita e fiera.
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1. La Grazia e la Rabbia: Gal Gadot e Brie Larson agli antipodi
Partiamo dall'aspetto più ovvio, lampante ed evidente: le interpretazioni di Gal Gadot e Brie Larson, basate su due personaggi con caratteri assai divergenti. L'attrice israeliana è stata perfetta nello sposare l'animo ingenuo e volitivo di una donna nata, cresciuta e vissuta per troppo tempo nella sua isola ovattata. Una campana di vetro in cui è stata indottrinata di miti e leggende ormai lontani anni luce dall'umanità odierna. Con candore mai malizioso, Diana si lancia nel mondo con ottimismo quasi bambinesco, con occhi pieni di meraviglia, curiosi, assetati di sapere. La sua predisposizione naturale verso l'altruismo nasce dal suo voler credere alla propensione umana per il bene. Quando l'amazzone scopre che le cose non stanno così, nasce Wonder Woman, ovvero un'eroina ormai conscia del Male ma decisa comunque a combatterlo in nome dei valori in cui crede. Questo ha permesso a Gal Gadot di mettere in scena un'eroina elegante, tanto tenace quanto dolce, dotata di grazia e di un aspetto fisico talmente divino da non passare inosservato, ma mai esibito in modo fine a se stesso.
Dalle parti di Carol Danvers la musica cambia. Ed è un suono rock come un singolo dei Nirvana. Captain Marvel ci mostra una Brie Larson avara di sorrisi, ma perennemente imbronciata, sarcastica, scostante, arginata nel suo fortino di diffidenza. Avendo un vissuto molto più traumatico e doloroso di Diana, Carol non ha mai creduto nelle favole, quindi il suo modo di fare è molto più pragmatico, disilluso e arrabbiato. Più reazionaria della pacata "collega" Captain Marvel si identifica nel mento prominente e nel broncio di una Brie Larson stizzita e indomita. Questa fondamentale differenza di indole ricade anche sui loro stili di combattimento. Wonder Woman, come ogni amazzone, mette in scena vere e proprie coreografie accurate in cui alterna con maestria lazo, spada e scudo. Al contrario Captain Marvel ha un approccio molto più rozzo e grezzo. Senza bisogno di orpelli, Carol picchia senza badare all'estetica.
2. Purezza e contaminazione
Dalla purezza alla contaminazione. Dalla contaminazione alla propria essenza. I viaggi di Diana e Carol partono da punti opposti e hanno mete lontane. Come accennato, Diana lascia Themyscira infarcita di miti e leggende, credendo con fermezza nel buon cuore della natura umana. Il suo percorso di formazione prevede una lenta e inesorabile presa di coscienza di questa grande menzogna: il Male non è solo Ares, ma ormai disperso nel cuore degli uomini. Pian piano l'immacolata principessa si sporca le mani e gli occhi con la miseria della guerra, dell'odio e della morte. Al contrario Carol ci viene subito presentata come una persona traumatizzata. La sua mente è ferita da schegge di ricordi confusi, da memorie confuse. Danvers è preda della sua confusione, disorientata, alla veemente ricerca del suo confuso puzzle da rimettere in ordine. Wonder Woman è il candore macchiato dalla realtà delle cose. Captain Marvel è subito caos che pian piano fa luce con la verità. Due percorsi inversi da cui nascono due donne agli antipodi. Non a caso una è una principessa, mentre l'altra è una guerriera.
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3. La vocazione eroica
In ogni origin story che si rispetti, c'è sempre un preciso momento in cui il supereroe nasce, sceglie chi essere, in cosa credere, fonda il suo stesso mito attraverso una scelta etica e morale. Wonder Woman e Captain Marvel non si sottraggono a questa necessaria abitudine, ma lo fanno rispondendo a due vocazioni eroiche tutt'altro che simili. Wonder Woman non abbandona mai il retaggio culturale che la accompagna lungo tutto il film. Nata e cresciuta col mito della bontà umana, Diana decide di credere nell'amore che unisce le persone, promettendo di difenderlo e alimentarlo sul nostro pianeta. Il suo senso di appartenenza al credo di Themyscira, per quanto revisionato e aggiornato, rimane dunque vivo e ben radicato nella donna delle meraviglia.
Tutt'altra faccenda per Captain Marvel. Perché, per quanto la sua missione nel film preveda il salvataggio di un popolo oppresso (non lo citiamo per evitare eventuali spoiler), la ri-nascita di Captain Marvel avviene dicendo addio alle vecchie ceneri di Carol Danvers, ovvero una donna per troppo tempo manipolata e vittima di una profonda menzogna. L'entrata in scena dell'eroina è una faccenda molto più personale che altruista, una rivalsa individualista nei confronti di una serie di argini, bugie e falsi consigli da cui Carol si libera, finalmente, con tutte le sue forze rabbiose.
4. Tra amore e indipendenza: il rapporto con gli uomini
Complici, amici, spalle, amori, mentori crudeli, divinità malefiche. In Wonder Woman e Captain Marvel la figura maschile è assai mutevole, oscillando tra zone di luce e zone d'ombra. In Wonder Woman Steve Trevor è l'involontario deus ex machina della vicenda. Senza la sua caduta dal cielo nulla sarebbe accaduto. Il personaggio maschile è fondamentale per mettere in moto l'avventura di Diana, anche perché Steve la accompagna, consiglia e segue per la maggior parte del tempo. Diana ha bisogno che Steve la guidi nel mondo contemporaneo per poi trovare la sua strada. Tra Diana e Trevor, però, si instaura soprattutto un legame affettivo, in cui emerge una naturale dipendenza tra innamorati. Un vincolo amoroso che persiste nel tempo anche dopo il sacrificio della spia americana.
Discorso molto diverso per la nostra Carol Danvers che ha un rapporto molto conflittuale con la figura maschile. Eccezion fatta per Nick Fury, con il quale sia creano simpatiche dinamiche da buddy movie, la vita di Carol è costellata di brutte esperienze con l'altro sesso. I suoi compagni di accademia erano rozzi, stupidi e prodighi di commenti sessisti, (spoiler) il suo maestro si rivela uno sporco burattinaio. Captain Marvel non è mai ammiccante, sexy, piacente e compiaciuta del suo aspetto. Captain Marvel non ha bisogno di amori da salvare o da cui essere salvata. Semplicemente si autodetermina per quella che è davvero. Simili nel bisogno di verità, Wonder Woman e Captain Marvel ci appaiono come sorelle diverse che praticano lo stesso sport. Volendo utilizzare un ardito parallelismo tennistico, potremmo definirle "la sorelle Williams del cinecomic", con Diana che si ispira allo stile più elegante e aristocratico di Venus e Carol che si specchia nella grinta rabbiosa di Serena. Per giocare finalmente sulla stessa erba degli uomini.