Esiste un periodo meraviglioso, in cui i film, le serie televisive, la musica, i giochi, i libri e i fumetti hanno raggiunto le più alte vette d'eccellenza, lasciando un segno profondo nel cuore di chi è stato abbastanza fortunato da vivere nel momento giusto.
La cosa divertente è che questo periodo cambia a seconda del vostro interlocutore e coincide, di solito, col periodo della vita in cui si è stati adolescenti. Quasi tutto ciò che si è visto quando si aveva, diciamo, tra i dodici e i diciotto anni diventa Mito, parte fondamentale del proprio mondo interiore ideale e perfino oggetto di ammirazione, venerazione e nostalgia.
Non è certo un fenomeno nuovo: buona parte dell'industria culturale si fonda sul recupero e sulla riscrittura degli elementi passati dell'immaginario collettivo, adattando quello che si ricorda come "le cose belle di una volta" alla modernità, fino ad arrivare al post-modernismo contemporaneo che, di questo processo, ne ha fatto la propria raison d'etre.
Questo preambolo è necessario per contestualizzare Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix, serie animata di sei episodi disponibile su Netflix, ultima fatica del produttore e showrunner Adi Shankar, altrimenti noto come il "Quentin Tarantino del mondo digitale".
Se al principio degli anni '90 eravate adolescenti davanti a uno schermo, questa serie è stata fatta per voi.
Il peggior paradiso possibile
1995, un futuro passato a poca distanza dalla nostra realtà.
Gli Stati Uniti non esistono più. Sono stati soppiantati da una megacorporazione, la Eden, che ha promesso benessere e serenità in cambio del controllo totale sulle vite dei cittadini e del monopolio assoluto su qualunque prodotto o servizio.
Se all'apparenza questo regime totalitario e onnipresente sembra aver consentito al popolo di dimenticare ogni preoccupazione e vivere felici, nella realtà ha solo acuito le differenze tra ricchi e poveri, tra i benestanti e i paria, sfruttati e umiliati.
Opporsi alla Eden significa essere etichettati come criminali e terroristi, braccati da polizia e forze speciali fino a essere cancellati dall'esistenza. Dolph Laserhawk è un ex soldato potenziato ciberneticamente, dotato di capacità straordinarie. Assieme al compagno e amante Alex Taylor ha deciso di darsi al crimine per poter fuggire da Eden e dal suo marciume. Il destino ha però in serbo ben altro per Laserhawk: tradito dall'amore della sua vita e catturato, il nostro tenebroso antieroe sarà reclutato da una misteriosa e spietata carceriera e, assieme ad altri pittoreschi criminali, obbligato a svolgere missioni suicide e dalle finalità poco chiare.
Mentre Laserhawk e i suoi compagni rischiano la vita e la pressione sociale raggiunge il punto critico, qualcuno nell'ombra è pronto a fare la mossa finale.
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La fiera del postmoderno
Creata da Adi Shankar e realizzata dallo studio Bobbypils, Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix è un interessante esperimento concettuale, uno show psichedelico che fonde e ibrida videoclip, pixel art, anime giapponesi e video art. Il risultato, lo diciamo subito, non è sempre riuscito e a volte si ha la sensazione di una dispersione eccessiva o di un'amalgama non efficace tra le varie componenti. Le animazioni sono scarne ed essenziali, così come il character design, con poche eccezioni degne di nota, come il personaggio più riuscito della serie, la rana superdeformed Bullfrog, membro della setta degli Assassini di Assasin's Creed.
Ma non è tanto sulla tecnica che punta la serie (e meno male) quanto sul gioco metatestuale e postmoderno con gli spettatori, almeno con quelli che sapranno riconoscere e godersi le numerose citazioni non solo ai cult dell'epoca, da Johnny Mnemonic a Cobra - Il film del recentemente scomparso Buichi Terasawa, ma soprattutto ai vari brand della Ubisoft, dal già citato Assassin's Creed a Far Cry (a cui la serie si rifà fin dal titolo), da Watch Dogs a Rayman (qui nella riuscita parte di un presentatore televisivo cocainomane e arrogante) e così via.
Tutta la serie è un continuo gioco al riconoscimento reciproco tra gli autori, gli spettatori e gli stessi personaggi, un ammiccamento continuo che, per quanto smaccatamente autoreferenziale, riesce comunque a mantenere un suo senso e una sua linearità grazie a una sceneggiatura funzionale e con qualche spunto decisamente interessante, che magari avrebbe meritato anche approfondimenti maggiori come, per esempio, tutta la parte relativa allo sfruttamento degli ibridi e delle creature extradimensionali.
Resta comunque il dubbio che, alla fine, Captain Laserhawk non riesca a elevarsi oltre l'essere una serie "for fans only", accontentandosi, quindi, di essere "solo" un prodotto di super-nicchia.
Conclusioni
La recensione di Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix dovrebbe, in realtà, essere doppia. Una se siete il preciso target di riferimento, se siete in grado di cogliere riferimenti, citazioni e giochi metatestuali. In questo caso, anche se con qualche limite tecnico e di durata, vi divertirete. Se invece quel mondo vi è alieno, difficilmente questa serie vi spingerà a volerne sapere di più.
Perché ci piace
- Bullfrog.
- Attinge a piene mani da uno degli immaginari più ricchi e vitali degli ultimi decenni.
- La storia riesce a essere avvincente...
Cosa non va
- ... se riuscite a passare sopra a qualche difetto di troppo.
- Realizzazione tecnica mediocre.
- Decisamente di nicchia.