Cannes 2023, giorno 5: chiedi chi era Lily Gladstone

A Cannes è uscito il sole. Ed è uscita pure una nuova stella: Lily Gladstone, protagonista di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Killers of the Flower Moon: Leonardo DiCaprio e Lily Gladstone

Ci avrete fatto l'abitudine: i nostri diari, siamo al giorno cinque, si aprono sempre con il bollettino meteo. Finalmente la svolta: se i film in Concorso sembrano ancora stentare (no, Scorsese non è in concorso...), ma sale la quotazione di The Zone of Interest di Jonathan Glazer (qui trovate la recensione) sulla Croisette si è definitivamente (aperta) l'atmosfera tardo-primaverile, facendo scorgere un caldo sole tra le diradate nuvole. Era ora. Peccato il ritardo, perché il red carpet di Killers of the Flower Moon, immediatamente bollato come grande capolavoro (standing ovation di nove minuti post-proiezione in Lumière), è stato quello più complicato da gestire, anche per l'incessante pioggia che ha rallentato la giostra. Tuttavia, ormai ci abbiam fatto l'abitudine: Cannes è il regno dei ritardi (lo ripetiamo: inammissibile l'inizio delle proiezioni con almeno mezz'ora di ritardo), e dei ritardatari.

Detto questo, il week-end si è aperto all'insegna di Martin Scorsese, scortato da Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (che non ha mancato l'occasione di attaccare Trump, e i suoi sostenitori "che pensano che quello stupido possa fare un buon lavoro come Presidente"). Leo a destra, Bob a sinistra, quasi fossero i suoi bodyguard (ma dov'era Jesse Plemons in conferenza stampa, co-protagonista del film?). Un momento emozionante, probabilmente la diapositiva must di questa 76esima edizione. O almeno quella più significativa, per quanto Indiana Jones e il Quadrante del Destino (qui la nostra recensione) abbia notevolmente contribuito al risultato.

Leonardo DiCaprio e Robert De Niro? No, è il momento di Lily Gladstone!

Ma attenzione, se di cinema si parla, è doveroso soffermarsi sulla vera sorpresa di Killers of the Flower Moon (uscirà ad ottobre al cinema, intraprendendo il cammino verso gli Oscar 2024). Chi? Ma ovviamente Lily Gladstone. Classe 1986, la Gladstone ha sangue indiano, un po' Nasi Forati e un po' Piedi Neri, ed è tra i volti che più rappresentano l'integrazione e l'adiacenza culturale che l'industria hollywoodiana sta provando a perseguire (con risultati altalenanti, e a volte discutibili) in funzione delle sue produzioni.

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Killers of the Flower Moon: Leonardo DiCaprio e Lily Gladstone nella prima foto

Ma oltre ciò, c'è - per fortuna - di più: Lily Gladstone, che ha debuttaato in Jimmy P: Psychotherapy of a Plains Indian, si è poi (quasi) affermata grazie a Kelly Reichardt che l'ha diretta in Certain Women. Un ruolo che le è valso numerosi premi, e una nuova chiamata da parte di Kelly Reichardt, che l'ha voluta per un piccolo ruolo nel caso cinematografico del 2019, First Cow. Nata a Kalispell, nel Montana, ha studiato a Washington, interessandosi al teatro (e a Shakespeare, ça va sans dire) e alla recitazione.

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Road to Oscar

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Killers of the Flower Moon: una foto del film

Per imprimere la giusta verità storica, Scorsese non ha avuto dubbi su di lei, scritturandola per il nevralgico ruolo di protagonista femminile, nonché "guida morale" del film. Il ruolo? Quello di Mollie Burkhart, appartenente alla tribù degli Osage nonché moglie di Ernest Burkhart alias Leonardo DiCaprio. A proposito, l'attrice, virtualmente già nominata ai prossimi Academy Awards, ha rivelato di essersi sensibilmente emozionata conoscendo Leo. Un'emozione che le ha fatto "tremare le mani, prima di comprendere la sua enorme generosità". Ma ha anche raccontato quanto sia stata fondamentale la sua presenza, in funzione del rispetto nei confronti dei Nativi Americani, avendo chiesto direttamente agli Osage testimonianze private e storie intime.

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Killers of the Flower Moon: Robert De Niro e Leonardo DiCaprio in una foto del film

Sta di fatto che la presenza di Lily Gladstone all'interno di un'opera come Killers of the Flower Moon aiuta lo star system a superare il blocco dell'inclusività, e quindi puntando sulla coerenza, sulla bellezza e soprattutto sul talento. A spiegare la svolta, è stato proprio Martin Scorsese, durante la press conference, assediata sia dentro che fuori la sala: "Andavo a cena dagli Osage, perché pensavo fosse importante sentire le storie direttamente da loro". A rispondergli, durante la conferenza, direttamente Standing Bear - leader della Osage Nation - affermando che "Scorsese e il suo team hanno ripristinato una certa fiducia". E sì, Lily Gladstone ha fatto la differenza. Pensare che questo è solo l'inizio...