Per un'apertura di Cannes scoppiettante e soleggiata come quella del settantennale ci voleva una giuria altrettanto variopinta. Detto fatto. Pedro Almodóvar, occhiali da sole inforcati per proteggersi gli occhi dallo scintillante sole della riviera francese, guida un team di attori, registi e compositori davvero eterogeneo. A comporre la giuria di questa edizione del concorso internazionale sono Jessica Chastain, Paolo Sorrentino, Will Smith, la sensuale diva cinese Fan Bingbing, ma anche le registe Maren Ade e Agnès Jaoui, il maestro coreano Park Chan-Wook e il musicista Gabriel Yared, autore delle musiche per molti film di Jean-Luc Godard e, più di recente, per Xavier Dolan.
"E' impossibile essere più felici di quanto sia io in questo momento a essere circondato da questi artisti fantastici" esclama il presidente di giuria Pedro Almodovar che si confessa particolarmente soddisfatto della compagine che dovrà guidare alla ricerca della nuova Palma d'Oro. "Abbiamo fatto appena ora la prima riunione ieri, è un po' presto per dire cosa faremo. Abbiamo cenato insieme e alla fine della serata eravamo diventati ottimi amici. Adoro vedere un gruppo così vario dal punto di vista culturale e per gusti. Credo molto nella diversità".
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Un concorso più rosa, ma senza disuguaglianze
Jessica Chastain, fasciata in una tuta rossa, appare radiosa. L'attrice si è distinta spesso nelle battaglie contro le disuguaglianze di genere e quando le viene chiesto cosa pensa della presenza delle registe donne in gara confessa: "Sono davvero felice che quest'anno siano presenti tre registe donne in competizione, ma per quanto mi riguarda non farò distinzione di genere. Spero di vedere qualcosa che mi colpisca, apra la mia mente e il mio cuore e mi mostri una nuova via". Parlando di registe donne, Maren Ade, presente in competizione lo scorso anno con l'acclamato Vi presento Toni Erdmann confessa di sentirsi molto più a suo agio nei panni della giurata che di colei che deve essere giudicata: "Devo ammetterlo. Mentre guidavo per venire qui pensavo 'Come sono felice di non dover far vedere il mio film quest'anno'. Questo cambio di prospettiva è molto più divertente".
Sorridente, ma formale Fan Bingbing che loda i colleghi di giuria e sottolinea l'onore di essere stata scelta per un compito così prestigioso, il tutto assistita dall'attento traduttore. Più avventuroso, linguisticamente parlando, il nostro Paolo Sorrentino si esprime in un inglese ormai quasi scorrevole. Merito delle ripetizioni impartitegli dal Papa Jude Law? "Mi piacerebbe che trovassimo il cinema del domani, potrebbe essere una scoperta interessante" dichiara il regista napoletano. Gli fa eco Park Chan-wook: "Tutto è possibile. Venendo qui senza preconcetti voglio concentrarmi sui film senza preoccuparmi di chi li ha fatti. Aspetto un colpo di fulmine". Vivace e ironico come suo solito, Will Smith scherza: "Il mio obiettivo è ripartire da qui un po' meno ignorante di quando sono arrivato. Sono cresciuto a Philadelphia Ovest, sapete quanto dista da qui? Quando sentivamo parlare di Cannes a Philadephia Ovest sapevamo che era il top del top del cinema. Voglio imparare tutto il possibile da questi fantastici artisti. Se temo le riunioni di giuria? Non vedo l'ora di poter battere le mani sul tavolo urlando che non sono d'accordo e poi voglio veder emergere uno scandalo da questa giuria... così parleranno di noi".
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Il caso Netflix: tradizione vs modernità?
A tener banco nel corso della conferenza stampa è il caso Netflix. Dopo la chiusura da parte del festival, che ha ribadito regola essenziale per accedere al palmares la distribuzione di una pellicola nelle sale francesi, Pedro Almodovar ha preparato un comunicato che ha letto di fronte alla stampa: "Le piattaforme digitali sono un nuovo modo di offrire parole e immagini, il che contribuisce ad arricchire le persone. Ma queste piattaforme non dovrebbero andare a sostituire forme preesistenti come i cinema. Non dovrebbero cambiare l'offerta per lo spettatore. L'unica soluzione credo sia che le nuove piattaforme debbano aderire alle regole vigenti adottate e rispettate dagli altri network". Il regista spagnolo ha poi aggiunto: "Personalmente non credo che la Palma d'Oro debba essere assegnata a un film che non verrà visto sul grande schermo. Tutto ciò non significa che io non sia aperto o non celebri le nuove tecnologie e opportunità, ma finché sarò vivo lotterò per la capacità di ipnosi del grande schermo."
Will Smith, che di recente ha girato per Netflix il fantasy poliziesco Bright, ha preso la parola per fornire un'opinione diversa da quella del suo Presidente. L'attore ha spiegato: "Io a casa ho una figlia di 16 anni, un figlio di 18 e uno di 24. Vanno al cinema due volte alla settimana e guardano Netflix. Il confine tra quesi due modi di fruizione ormai sta diventando davvero sottile. A casa mia Netflix non ha avuto effetto sul loro amore per il grande schermo. Vanno in sala per essere travolti dalle immagini di alcuni film e stanno a casa per vedere altri prodotti. In casa mia Netflix ha portato solo benefici, perché permette ai miei figli di vedere cose che altrimenti non avrebbero visto. Ha ampliato la comprensione cinematografica globale dei miei ragazzi."