Un road movie, una storia d'amore, un viaggio alla scoperta di se' stessi, così è descritto il film firmato da Phyllis Nagy e diretto da Todd Haynes, Carol, opera interpretata dal premio Oscar Cate Blanchett e dalla strepitosa Rooney Mara di Millennium - Uomini che odiano le donne. La storia, adattamento del romanzo di Patricia Highsmith, è ambientata a New York, durante un periodo che segna il passaggio tra la fine della Seconda Guerra mondiale e l'inizio dei favolosi anni '50 e racconta la storia di due donne, Carol (Blanchett) e Therese (Mara). La prima è una donna elegante, sofisticata, appartenente alla middle-class, intrappolata in un matrimonio di convenienza senza amore da cui sta tentando di liberarsi con un doloroso divorzio. Therese è una giovane sui vent'anni che si sta affacciando alla vita e temporaneamente impiegata come commessa in un grande magazzino; s'incontrano ed è immediata attrazione, ma le condizioni sociali dell'epoca ovviamente non rendono le cose semplici.
In una società dove il ruolo della donna è deciso fin dalla nascita, le due protagoniste cercano di comprendere gli indizi che i loro cuori stanno lanciando l'una all'altra, ma questo processo delicato e vulnerabile è messo a dura prova quando il marito di Carol (Kyle Chandler) comincia a sospettare della loro relazione e intende usarla come prova in aula per ottenere la custodia della figlia. A questo punto le due donne si lasciano alle spalle il caos nel quale stanno annaspando e partono in auto, in un viaggio letterale e metaforico che le metterà a confronto con la realtà di chi sono veramente, cosa rappresentano l'una per l'altra e cosa si aspettano da questa relazione. L'autrice della sceneggiatura descrive la sua opera come una storia d'amore dove "la verità è il tonico per eccellenza. Se sei sincera su cosa provi, su chi sei e in cosa credi, forse non ci sarà necessariamente un lieto fine, ma diventerai sicuramente una persona migliore". Alla conferenza stampa del Festival di Cannes del 2015 sono presenti le due protagoniste, il regista, il direttore della fotografia Ed Lachman e i produttori Elizabeth Karlsen, Stephen Woolley, Christine Vachon.
Dalle parole scritte al film
"E' un processo molto complicato quello di fare proprie le parole scritte da qualcun'altro" ha dichiarato la splendida Cate Blanchett "la sfida di interpretare un personaggio che arriva da un romanzo di Patricia Highsmith è il mistero e l'ambiguità... quello che trovo meraviglioso è che Phyllis ha tradotto questi elementi nel film, Carol è quasi un costrutto dell'immaginazione di Therese, la vediamo attraverso il prisma del caos interiore di questa ragazza e Phyllis ha inventato un intero mondo per Carol, un vero e proprio dono per me. Da un lato avevo il mistero sfuggente del romanzo, dall'altro le battute splendide, quasi degli "haiku", creati da Phyllis per Carol" La star ha parlato poi del processo di produzione dal punto di vista degli attori "non c'è stato molto tempo per fare delle prove prima di cominciare a girare, ma Todd ci ha dato l'opportunità di immergerci nella storia, nei personaggi, ancor prima di iniziare grazie a questa lavagna dove erano illustrate tutte le scene che ci aspettavano, e quindi sapevamo già cosa e come sarebbe stato girato, un riferimento visivo incredibile che è stata un'enorme fonte di ispirazione".
Il regista continua parlando del materiale di partenza "guardo sempre altri film per cercare idee e spunti per dare il via a una storia, ma in questo caso tutto parte dal romanzo di Patricia e dalla sceneggiatura di Phyllis. Abbiamo cominciato a parlare di questi personaggi tra di noi e quando stai parlando di un film su una storia d'amore, uno dei modi più efficaci per raccontarla è partire dal punto di vista di uno dei personaggi. Quello che trovo interessante è che all'inizio partiamo dal punto di vista di Therese, ma durante il loro percorso c'è un cambiamento, un passaggio al punto di vista di Carol che chiude il cerchio. C'è sempre un focus speciale sullo sguardo di colui - o colei - che è più innamorato, che è più indifeso, e certamente il personaggio che ha più potere, sotto ogni punto di vista, è Carol ma a causa di tutto quello che succede, di tutto quello che la vita ci scaglia contro, Therese cambia moltissimo e quindi le due donne che troviamo alla fine del film non sono le stesse che abbiamo conosciuto all'inizio".
Ricreare gli anni '50
Ed Lachman ha parlato delle decisioni che hanno contribuito a creare l'estetica del film "Todd non voleva ricreare un mondo artificioso, irreale, volevamo esplorare questo periodo ancora più a fondo, partendo da quello che abbiamo fatto per Mildred Pierce... c'è un look naturale, quasi "sporco", per il mondo in cui vivono le nostre protagoniste, un mondo stressato e ancora in lutto per la guerra che ha sconvolto il pianeta.. Abbiamo cercato di documentare un mondo in maniera realistica, non attraverso il cinema ma attraverso la vita. Ci siamo ispirati ad alcuni fotografi dell'epoca, come Vivian Maier, per ottenere gli effetti voluti e ci sono stati cambi nella sceneggiatura, come ad esempio il fatto che Therese non aspira a diventare scenografa ma è interessata alla fotografia, una bellissima metafora per me da esplorare: illustrare il suo mondo mentre lei cresce, si "sviluppa", come persona e attraverso il suo amore per quest'altra donna".
Haynes ha continuato ricordando che si tratta del periodo subito dopo la fine del conflitto mondiale "l'estetica, i colori, la luce... c'è un senso quasi di torbido, anche da un punto di vista morale, e da lì ci siamo chiesti come doveva essere il look del film, come sarebbe stato girare usando i riflessi di uno specchio, o guardando con la camera attraverso una finestra, sottolineando l'atto di guardare ed essere guardati attraverso un gioco di sguardi e riflessi che svela la presenza segreta della videocamera". Anche la scelta di girare in Super 16 mm è legata a questo tipo di estetica "la struttura fisica della pellicola ti consente di raggiungere una qualità emotiva che non è accessibile con il digitale, lo stesso vale per la resa dei colori nel negativo della pellicola, completamente diverso da quello che succede con il digitale".
Un film politico?
Ovviamente un film al femminile come questo, con due protagoniste eccellenti, due autrici per il materiale di base e due donne nel team di produzione ha suscitato commenti sulla necessità di un cambiamento nell'industria dell'intrattenimento - ancora oggi un business che rispecchia la realtà che ci circonda, dove non esiste parità tra i sessi, ne' per quanto riguarda il livello artistico, ne' da un punto di vista meramente finanziario - un cambiamento che sta avvenendo molto lentamente. La Blanchett ha ribadito che "una maggiore diversità e ricchezza di ruoli e storie non può che essere di beneficio per il pubblico, sia maschile che femminile, e quello che è davvero intrerssante di questo libro, come tutti i libri di Patricia, è che ci sono i punti di vista dei personaggi maschili e femminili mischiati tra di loro, anche se il fulcro della storia sono due donne. E' stato fantastico lavorare con due produttori donne che vogliono creare grandi film di intrattenimento, intelligenti, per il pubblico, d'altronde è quello che vogliono fare tutti no?".
L'altro grande dibattito che nasce da film come Carol è certamente quello sull'omosessualità, quali sono, se ci sono stati, i progressi sociali rispetto all'argomento e considerato che "in oltre settanta paesi essere omosessuale è ancora illegale e quindi penso che ci sia ancora un grande bisogno di discutere la questione, che ancora oggi è un problema. Viviamo in un mondo che è estremamente conservatore e pensare altrimenti è assolutamente insensato" ha ribadito Cate "quello che trovo interessante è che la sessualità di una persona è qualcosa di privato, ma oggi come oggi, chi è o chi non è gay, è costretto a parlarne costantemente, a mettere questo aspetto di se' stessi prima di ogni altra cosa". L'attrice si è preparata al ruolo leggendo più di cinquanta romanzi erotici, un genere definito lesbian pulp, dove quasi sempre il finale è drammatico "la storia di Patricia è stata la prima ad avere un lieto fine e penso sia importante ricordare che Carol e Therese sono personaggi di fantasia: tutto quello che c'è oggi, le comunità, i gruppi di sostegno, le battaglie per il riconoscimento dei diritti, prima tutto questo non c'era, queste persone non avevano questo tipo di supporto morale, c'era un profondo senso di solitudine e alienazione ".
Rooney aggiunge che nonostante ci siano stati grandi progressi negli USA dall'epoca in cui è stato girato il film "come ha detto Cate, pensare che la questione sia risolta è ridicolo, c'è ancora molta strada da fare prima di poter arrivare a un punto in cui non c'è più bisogno di parlarne". La produzione si aggrega al coro delle protagoniste dicendo "nulla è cambiato e tutto è cambiato perchè oggi possiamo avere un film come questo e la speranza è che generi il tipo di discussione di cui abbiamo bisogno. La presa di posizione politica di questo film avviene nel momento in cui lasciamo che le protagoniste vivano la loro vita con onestà. Come ha detto Cate, ci si aspetta che viviamo la nostra identità sessuale di fronte agli occhi di tutti, ma il fatto è che quando vivi la tua vita, la tua identità è costantemente sotto i riflettori. Il problema è che non c'è abbastanza rappresentazione di questa realtà nei film o nell'arte in generale e questa è la più grande affermazione politica di questo film. Da una discussione seria, si è passati a un momento di leggerezza parlando della scena d'amore tra Carol e Therese, ed entrambe le attrici hanno commentato in maniera positiva e scherzosa "il mio atteggiamento verso le scene di nudo è cambiato molto da quando ho partorito, visto che un sacco di gente mi ha vista nuda" ha detto la Blanchett, suscitando l'ilarità in sala "c'è stata un po' di apprensione, ma non perchè si trattava di una scena di sesso con una donna, ma per l'enorme importanza che la scena ha nel contesto della storia, in realtà è stato molto divertente". Mara ha continuato a suscitare risate dicendo "ormai mi ritrovo così spesso nuda che non ci faccio più caso".
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