Nonostante i cattivi auspici della vigilia, il clima di Cannes si sta dimostrando clemente nei confronti del Festival e dei suoi partecipanti in questi primi giorni dell'edizione 2010. Un'edizione che dopo l'avvio firmato Ridley Scott ed i primi ospiti di ieri, Russell Crowe e Cate Blanchett, entra nel vivo con i primi film in concorso. Il francese Tournee ci ha portati nel mondo del new burlesque raccontandoci di Joaquin, uomo di spettacolo che porta nella sua Francia, dagli Stati Uniti, una compagnia teatrale tutta al femminile che si cimenta in questo tipo di spettacoli, redivivo da metà anni '90 dopo essere stato in voga negli anni '20 e '30. Ad interpretare il protagonista è Mathieu Amalric, per la prima volta regista di sè stesso, mentre le attrici che lo accompagnano vengono direttamente da quel mondo e sono le reali ideatrici delle coreografie e dei costumi mostrati nel film. (Leggi la recensione del film)
Completamente diversi i toni del cinese Chongqing Blues, storia dal ritmo diradato che segue il percorso del protagonista Lin alla ricerca di dettagli sulla morte del figlio, scoperta al suo rientro in città dopo una lunga assenza. Wang Xiaoshuai fa un ritratto cupo di Chongqing, la città che fa da sfondo agli spostamenti di Lin alla ricerca dei testimoni di quanto accaduto al figlio Lin Bo, ricostruendo poco a poco quanto accaduto. L'ossessione del padre che vuole scoprire le cause di quanto accaduto al figlio, diventa poco a poco anche la traccia di un personale viaggio nel suo passato.
Altro fuori concorso della giornata è Nostalgie de la luz, del cileno Patricio Guzmàn. Anche in questo caso si tratta di un documentario, ma dallo stile molto più classico di quello della Guzzanti: Guzmàn racconta il suo Cile, terra congeniale sia agli studi archeologici che astronomici, partendo dal deserto di Atacama per affrontare il tema del passato, comune ad entrambe le tipologie di studiosi. Se il deserto è infatti ricco di tracce del passato del nostro pianeta, i potenti telescopi costruiti in Cile permettono di guardare il passato dell'universo che ci circonda. Testimonianza dirette di personaggi del suo paese sono alternate ad immagini e ricostruzioni suggestive, del Cile così come dello spazio, in un mix interessante ed emozionante.
Assolutamente da non trascurare l'apertura di Un Certain Regard, affidata alle mani esperte dell'ultracentenario regista portoghese Manoel De Oliveira, ed al suo Lo strano caso di Angelica e al bellissimo film rumeno Tuesday, After Christmas di Radu Muntean del quale vi segnaliamo la recensione. La pellicola di De Oliveira è una riflessione sulla vita e sulla morte incentrata su un giovane fotografo chiamato a scattare un'ultima foto della figlia defunta di una coppia facoltosa. Si tratta di un progetto lasciato nel limbo per anni, girato recentemente da una sceneggiatura datata 1952, adattato ai giorni d'oggi dall'ambientazione originale post Seconda Guerra Mondiale.