Scegliere di adattare un romanzo come Can You Keep a Secret di Sophie Kinsella significa soprattutto realizzare un'opera fresca, senza grandi pretese autoriali e di puro intrattenimento. E così è stato per il film diretto da Elise Duran con protagonisti Alexandra Daddario (che del film è anche produttrice esecutiva) e Tyler Hoechlin e basato sull'omonimo romanzo dell'autrice di I Love Shopping conosciuto in Italia con il titolo Sai tenere un segreto?.
Distribuito in Italia da Leone Film Group, Can You Keep a Secret? è stato presentato in anteprima nella sezione autonoma Alice nella città nella colorata cornice della Festa del cinema di Roma. Un film che, come sottolineato dalle tre donne artefici della sua nascita (Alexandra Daddario, Elise Duran e Sophie Kinsella) dietro l'apparente gioiosità e spontaneità, nasconde un profondo messaggio di solidarietà femminile e di reciproco supporto.
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Tra Girl Power e solidarietà femminile
Al centro di Can You Keep a Secret? abbiamo Emma, una ragazza ordinaria che durante un volo turbolento incontra l'affascinante e misterioso Jack. Convinta che l'aereo su cui i due stanno viaggiando sia prossimo a schiantarsi, la ragazza finisce per raccontare tutti i suoi più reconditi segreti al ragazzo. Passata la paura e l'iniziale imbarazzo tutto sembra essere tornato alla normalità, se non fosse che Jack è in realtà il co-fondatore dell'azienda per cui lavora la stessa Emma. In Can You Keep a Secret? si sorride e si passano quasi due ore di completo relax. L'intera opera è investita di quel tipico ottimismo che avvolge i racconti nati dalla mente di Sophie Kinsella. Pagina dopo pagina, il lettore prima, e lo spettatore al cinema poi, inizia a conoscere a fondo Emma, sorride delle sue idiosincrasie e si immedesima nelle sue paure. Sebbene aggiornato dal punto di vista narrativo, il film conserva lo spirito e l'anima del romanzo da cui trae spunto, come sottolineato dalla stessa regista: "per quanto io abbia tentato di aggiornarlo il più possibile, il cuore che batte nel mio film è lo stesso di quello del romanzo di Sophie. Entrambi trattano dopotutto contenuti universali e reali, capaci di mantenere la propria freschezza nonostante il passare degli anni".
La stessa Alexandra Daddario ha visto nella giovane protagonista l'immagine di una donna ordinaria e per questo capace di elevarsi a modello per tutte le spettatrici. Una superficie riflettente i mille dubbi che ci attanagliano e, allo stesso tempo, un modello di positività e di rivalsa. Come da lei stessa raccontato "ho adorato questo libro, non solo perché fa ridere e allo stesso tempo commuovere, ma perché conserva un messaggio più profondo di quello che si potrebbe recepire in superficie. La bellezza di questa storia sta infatti nel suo intento di esaltare la forza femminile e il legame di leale solidarietà che ci caratterizza. Ecco perché, in quanto produttrice, ho voluto fortemente lavorare con una regista donna. Il libro, come il film, è un'opera incentrata sulle donne e io desideravo che a farne parte fossero solo ragazze forti, capaci di veicolare con facilità il senso profondo della storia: imparare a supportarci a vicenda, mostrando la nostra caparbietà".
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La stessa solidarietà che lega Emma con le sue coinquiline e che la regista auspica venga recepita come modello da imitare per le sue spettatrici di tutte le età, è la stessa che univa anche il cast e l'intero staff tecnico sul set, Sophie Kinsella compresa. "Quando mi hanno proposto di tradurre il mio romanzo sul grande schermo, ho capito sin da subito quanto i produttori, e poi Alexandra ed Elise, avessero amato il mio libro. Sono stata felice di aver partecipato io stessa alla sceneggiatura ed essere stata subito coinvolta in questo progetto, visitando fisicamente il set e seguendo da vicino la nascita di questo film".
Condividere segreti per conoscere se stessi
Cosa rende speciale un rapporto? La reciproca fiducia. E da dove può nascere questo senso di completo affidamento nei confronti degli altri e la totale lealtà nei loro confronti? Sicuramente dalla condivisione di ricordi, momenti personali e, soprattutto, di segreti. Ne è fortemente convinta Alexandra Daddario, secondo cui "raccontare i segreti porta in luce la vulnerabilità delle persone. Crea un rapporto tra gli esseri umani in un mondo che per quanto sempre più connesso, si rivela sempre più disconnesso. Sebbene io non abbia molti segreti da raccontare, ci tengo a sottolineare che secondo me la cosa più importante che l'essere umano deve imparare è la capacità di esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni con onestà".
Alexandra Daddario tra film e serie TV
Era il 2010 quando una giovanissima Alexandra Daddario viene lanciata nel panorama cinematografico da quello che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una lunga saga: Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini. Il film fu un successo al botteghino, tanto che in pochi anni la giovane attrice, classe 1986, ha accumulato ruoli sempre più interessanti in progetti più o meno conosciuti al grande pubblico (da Buryng the Ex di Joe Dante a Baywatch di Seth Gordon). Una carriera lanciatissima, la sua, che l'ha portata a lavorare sia per il piccolo che per il grande schermo. È infatti del 2014 la sua apparizione nella già acclamata serie tv True Detective, mentre in tempi recenti ha partecipato ad altri interessanti progetti come The Last Man on Earth e Why Women Kill.
Come per altri tantissimi suoi colleghi, passare da un set televisivo, a quello cinematografico non è un problema per Alexandra Daddario. Un interscambio di interpreti e autori facilitato negli ultimi anni da una rivoluzione nel campo televisivo che ha portato alla realizzazione di progetti sempre più ambiziosi e di grande successo commerciale. Un'uguaglianza che la stessa attrice ha saputo ben cogliere e riassumere: "le cose per la televisione e il cinema si sono talmente evolute che le differenze tra i due non esistono nemmeno più. Ciò che cambiato è semmai la modalità di andare al cinema e di usufruire di questi servizi di visione. Si sono raggiunti livelli talmente elevati in termini di qualità tra cinema e TV che è venuto anche a mancare quello che un tempo era lo stigma di un attore televisivo a discapito di quello cinematografico. Per quanto mi riguarda posso affermare che adoro lavorare in entrambi i settori, cosa assolutamente impensabile fino a dieci anni fa quando ho iniziato a muovere i miei primi passi nel mondo del cinema. Questa eliminazione di barriere qualitative tra cinema e TV non solo ha comportato la nascita di modalità di visione esperienziale del tutto innovative, come l'on-demand, o piattaforme digitali come Netflix, ma ha fornito di conseguenza più opportunità ai giovani autori di realizzare i propri progetti, dando più spazio anche alle donne".
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