Anche il contenuto di una semplice tazzina scomoda la questione dei punti di vista. Cos'è il caffè? Una bevanda profumata, ricca di aromi e sfumature, sintesi della spinta vitale o più semplicemente acqua nera, liquido pieno di amarezza? La domanda sembra insolita, il dilemma appare poco importante, ma in Caffè diventa fondamentale. Sfruttando il caffè come MacGuffin, puro e semplice espediente narrativo, il film di Cristiano Bortone racconta tre storie legate dalla caffeina e mosse da desideri di rivalsa, sogni goffi e cambiamenti radicali.
![Caffè: Miriam Dalmazio e Dario Aita in un momento del film](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2016/08/08/caff_miriam_dalmazio_dario_aita2_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione "Giornate degli Autori", Caffè rappresenta la prima co-produzione tra Italia e Cina, ma soprattutto un raro tentativo di proporre un racconto dall'ampio respiro corale nel nostro cinema. Uno sforzo pregevole non ripagato appieno da un film dai tanti retrogusti, dove i temi scomodati sono troppo impegnati per essere diluiti in diversi capitoli. Perché tra Italia, Cina e Belgio, Caffè ci parla di integrazione, razzismo, pregiudizi, disoccupazione e gerarchie sociali. Troppi ingredienti per un solo film, troppi sapori per una sola tazzina.
Desideri inespressi
![Caffè: Hichem Yacoubi in una scena del film](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2016/08/08/caff_hishem_yacoubi_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Seppur distanti migliaia di chilometri, i personaggi di Caffè sono uniti da qualcosa. Il caffè, come detto, è solo un pretesto per dipingere un panorama umano impregnato di insoddisfazione, un deus ex machina che tra caffettiere da ritrovare, sacchi da rubare e piantagioni dove tornare, muove l'azione e motiva tutti i protagonisti. E come fossimo davanti a diverse dosi di zucchero, questa infelicità aumenta o si attenua a seconda della storia che guardiamo, con un livello di gravità che ondeggia al cambiare delle linee narrative.
![Caffè: Ennio Fantastichini in una scena del film](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2016/08/08/caff_ennio_fantastichini_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
In Italia Renzo e Gaia aspettano un figlio e soprattutto un lavoro dignitoso, in Belgio il commerciante iracheno Ahmed viene derubato ed è intenzionato a riprendersi quello che è suo, mentre in Cina troviamo Fei, un affermato manager costretto ad affrontare scelte impreviste ma decisive. Bortone abbozza il carattere di tutti e ne rappresenta le intenzioni attraverso i loro desideri. A tutti loro manca qualcosa (il lavoro, l'accettazione altrui, la felicità autentica), a tutti serve un pezzo per sentirsi persone davvero compiute.
Cremoso, amaro, annacquato
![Caffè: un momento del film](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2016/08/08/caff_scena_JPG_375x0_crop_q85.jpg)
Questo bisogno impellente di completezza, perlomeno in due delle tre storie, assume presto contorni drammatici. L'incapacità di una ricerca armonica della propria felicità fa sfociare Caffè nella violenza, con i suoi personaggi che ci appaiono maldestri quando voglio perseguire i loro scopi. Bortone tenta di conciliare uno sguardo sulle brutture sociali con un'attenzione intima ai suoi protagonisti, ma ci riesce a tratti, non aiutato da una coralità potenzialmente significativa ma che alla fine sfilaccia le emozioni del film.
![Caffè: Dario Aita in un momento del film](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2016/08/08/caff_dario_aita_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Sul nobile esempio di opere come Babel e Crash - Contatto fisico, Caffè aspira ad abbracciare tante vite senza però riuscire a coglierle tutte come meriterebbero. L'aspetto migliore rimane la capacità di fornire ad ogni storia, o meglio ad ogni luogo, un suo tempo e un suo stile di racconto. Se in Belgio emerge con veemenza l'odio razziale, in Italia assistiamo alla disperazione dei precari, mentre in Cina si venera il passato, là dove tutto è più dilatato, lento, pensato per essere goduto. Il regista romano dà così un aroma diverso ad ogni sua storia e invita il pubblico a sedersi per una pausa dove la dolcezza va ricercata nel fondo del caffè. E delle persone.
Movieplayer.it
2.5/5