Quello del polacco di Sylwester Jakimow è il più classico dei whodunit, pensato e strutturato per lo streaming. Un giallo a tinte marcate, che si rifà (almeno in parte) alla saga di Knives Out (e in parte anche a Squid Game!), anche se il cadavere funziona da pretesto. Il tutto, ovviamente, con un diametro meno incisivo, ma comunque allargato alla classica famiglia dai molti (troppi?) segreti. In questo caso, il titolo, dice già tutto: Caccia all'eredità. Un titolo che anticipa la trama, pronto e impacchettato per l'immediata fruizione. Un film che non cerca lo sforzo dell'utente, accompagnandolo al centro di una storia che, come da tradizione di genere, non lesina i colpi di scena.
Arrivato su Netflix, il film di Jakimow, tra escape room, testamenti e sotterfugi, sfrutta la location unica di una grande casa per alternare l'enigma alle soluzioni, offrendo al pubblico una sorta di alternativa. Questo è reso possibile anche grazie ai numerosi giochi (letteralmente) che si sviluppano all'interno dello script, il quale sembra sfruttare un costante movimento funzionale alla dinamicità della storia, aiutato dalla scenografia che richiama quella delle escape room.
Caccia all'eredità: c'è un cadavere. O forse no?
Come detto, Caccia all'eredità ha per protagonista una grande famiglia, riunita per riscuotere l'eredità del ricco zio (Jan Peszek, uno dei più quotati attori teatrali polacchi). Solo che lo zio in questione, inventore di giochi, non è morto per davvero. Almeno inizialmente. È una sorta di bluff, che però cambia rotta e si ribalta, culminando con il colpo di scena incentrato sull'inganno del vecchio zio, che viene poi ritrovato morto (questa volta per davvero) con un coltello conficcato nel petto. Chi, tra i familiari, è l'artefice del gesto? Il movente sembra accomunare tutti i protagonisti (interpretati, in ordine sparso, da Maciej Stuhr, Joanna Trzepiecińska, Mateusz Król, Gabriela Muskała, Piotr Pacek, Piotr Polak e Adam Ferency, i cui nomi abbiamo recuperato con fatica su internet: perché non fornire le note di produzione insieme alle anteprime dei film?), tutti desiderosi di mettere le mani su una lauta fetta di eredità, accessibile solo dopo aver superato diverse prove.
Un giallo che gioca con gli spettatori
Una vittima, numerosi indiziati e un solo colpevole. Schema solito, che nel film di Sylwester Jakimow trova una sua ulteriore realizzazione. In mezzo, la domanda fatidica: cosa sareste disposti a fare pur di ottenere ciò che più desiderate? Il divertissement di Caccia all'eredità mette sul tavolo tutte le prove, a portata di spettatore: una visione attenta, infatti, potrebbe anticipare la soluzione finale, stimolando di conseguenza l'attenzione e mantenendo alta la tensione, pur basica nel suo modus operandi decisamente ripetitivo. A supporto del climax, le molte digressioni si allontanano dal centro e cercano di tirare le fila tra i rapporti famigliari, non propriamente limpidi (un microcosmo di tanti vizi e poche virtù).
Più in generale, il film polacco (e le produzioni polacche sembrano andare molto bene in streaming, ritrovandole puntualmente nella top 10), è più simile a un gioco di ruolo, nel quale le pedine si muovono seguendo la fintamente intricata sceneggiatura firmata da Lukasz Sychowicz. Niente di eccezionale, sia chiaro (non è Agatha Christie, e non mira a esserlo), ma Caccia all'eredità ha una sua coerenza, pur marcatamente derivativa, e ha anche un inaspettato coraggio: è un giallo, ma che in fondo non è un giallo. Piuttosto, un ibrido corale con una sua logica e una sua individualità narrativa, in cui il maggiordomo è sempre il primo tra gli indiziati.
Conclusioni
Caccia all'eredità sfida lo spettatore portandolo al centro di una escape room giocata in famiglia. Un microcosmo avido e indolente, che riflette l'ossessione moderna per la ricchezza e l'apparenza. Una trama che tiene ben salda la tensione, rifacendosi ai più classici whodunit. Un genere che funziona sempre, soprattutto in streaming. Niente di memorabile, ma quello polacco che trovate su Netflix può essere considerato un buon diversivo da piattaforma.
Perché ci piace
- Una trama intelligente.
- Il pretesto dell'eredità legata ad un'escape room.
- Il cast funziona.
Cosa non va
- Spesso ripetitivo.
- Nulla di troppo originale.