Anni '70, costa francese: Vanessa (Angelina Jolie), ex ballerina, e Roland (Brad Pitt), autore di successo con il blocco dello scrittore, vanno in vacanza per cercare di salvare il loro matrimonio ormai in crisi. Da tempo infatti Vanessa evita qualsiasi contatto fisico con il marito, bloccata da un segreto che le impedisce di lasciarsi andare. Quando nella stanza d'albergo accanto alla loro una coppia di giovani sposi, Lea (Mélanie Laurent) e François (Melvil Poupaud), irrompe nelle loro vite con tutta la sua sensualità, Vanessa non riesce a fare a meno di spiare e studiare i nuovi vicini.
Al suo terzo film da regista dopo Nella terra del sangue e del miele e Unbroken, Angelina Jolie torna a collaborare con il marito Brad Pitt, con cui non lavorava da dieci anni, dall'epoca di Mr. and Mrs. Smith, set galeotto che li ha fatti incontrare. Sceneggiatrice, produttrice, regista e interprete di By the Sea, Jolie cerca di mettere in scena il dramma personale di una coppia borghese che ha perso la freschezza dei primi anni di matrimonio, ma finisce per realizzare una pellicola involontariamente comica.
Un lungo servizio fotografico
La confezione di By the Sea è notevole: la fotografia è di Christian Berger, che ha lavorato in Il nastro bianco di Michael Haneke, le musiche del premio Oscar Gabriel Yared, autore, tra gli altri, delle colonne sonore di Il paziente inglese e Il talento di Mr. Ripley, e i protagonisti sono, come direbbe il Derek Zoolander di Ben Stiller, tutti belli, belli in modo assurdo, ma sembrano come cristallizzati in un servizio fotografico di una rivista di moda. Su tutti la stessa Jolie, che in due ore di film cambia decine di abiti, scarpe e cappelli, tutti perfettamente candidi e inamidati, con capelli sempre impeccabili e vaporosi e ciglia finte di cui sembra quasi sentire lo spostamento d'aria. Perennemente in pose plastiche, l'attrice è una maschera che sembra fare la parodia di se stessa, magrissima ma con i vistosi seni finti sempre in evidenza, che distraggono in continuazione perché sembrano puntare in modo minaccioso i capezzoli, perennemente turgidi, contro lo spettatore, quasi fossero delle armi improprie.
La disperazione di Brad Pitt
In questo turbinio di sottovesti di seta, foulard e fruscianti gonne di lino, il dolore e il dramma della coppia non è mai reale, non è mai convincente: Brad Pitt, evidentemente incatenato al progetto per motivi d'affetto e non artistici, sembra disperatamente cercare di dare una credibilità al suo personaggio, ridotto a un cliché ambulante, ritratto in almeno una trentina di scene in cui fuma e si versa da bere, la cui frustrazione a volte sembra reale e non dettata dalla sceneggiatura. Destino simile anche per un ottimo attore come Niels Arestrup, confinato a fare il barista locale, costretto a sorbirsi i piagnistei dello scrittore interpretato da Pitt, e alla bella e brava Mélanie Laurent, letteralmente ridotta a un pezzo di carne esuberante da esibire, in contrasto alla scheletrica e frigida Vanessa della Jolie.
Prendendosi estremamente sul serio, la Jolie, e il suo film con lei, finisce per essere involontariamente ridicola, facendo assomigliare la coppia protagonista ai nostrani Raimondo e Sandra, di cui del resto l'attrice indossa gli stessi occhiali per gran parte del film.
Movieplayer.it
1.0/5