Sono trent'anni che i dinosauri sono i protagonisti preferiti di alcune delle migliori avventure al cinema ed è dall'inizio dell'estate che celebriamo il trentesimo compleanno di Jurassic Park, che il 9 Giugno del 1993 sbalordiva tutti per la prima volta sul grande schermo. La saga è tornata tra i titoli del momento su Netflix e aumentano sempre più le visite a Cinecittà World per provare Jurassic War, una delle attrazioni in 4D all'interno dell'Immersive Tunnel, che comprende una simulazione all'interno di un laboratorio in cui degli scienziati hanno ricreato il DNA di T-Rex e Brachiosauri, proprio come nella narrazione originale della serie di film Jurassic Park e Jurassic World. Ma i nostri animali preistorici preferiti (forse anche perché irraggiungibili) vengono citati anche per creare paragoni di maestosità e pericolosità di altre specie. È così che il T-Rex torna sul grande schermo, annientato da un essere più grande, più minaccioso e con più denti di lui.
Shark 2 - L'abisso è in sala con la scena finale di Jurassic World
Persino il trailer di Shark 2 - L'abisso è per gli stomaci forti. Denti, sangue e tanta, tanta paura dai mari. Eppure, notiamo qualcosa di insolito: una scena dal passato salta subito agli occhi. Il trailer ci porta a milioni di anni fa e ci mostra come diversi predatori di diversa taglia agiscono per sfamarsi, in una veloce visione della catena alimentare, finché una frase recita: "per oltre 65 milioni di anni una specie ha dominato il mondo". Ed ecco qui che fa il suo ingresso il re dei predatori: il T-Rex. Ma, colpo di scena: non si parla di lui! Nel trailer, nonostante il nostro famelico protagonista di Jurassic Park sia minaccioso e riesca a cacciare anche in acqua, non riesce a fare in tempo a consumare la sua preda (un predatore più debole) perché la sua testa viene addentata da un altro essere, proveniente proprio dal mare. L'animale dominante, in cima alla catena alimentare, risulta quindi essere il megalodonte che, in un sol boccone, divora il nostro T-Rex. Non vi ricorda nulla?
Viene ripresa la scena del combattimento finale in Jurassic World: quella in cui un ibrido tra un megalodonte preistorico e un coccodrillo (quest'ultimo solo nel volto) ricreato in laboratorio addenta il cattivissimo ibrido da cui scappano i nostri eroi. Proprio dalle acque, come deus ex machina, la creatura marina diventa l'unico vero animale che riesce ad uccidere definitivamente l'Indominus Rex che, intanto, stava combattendo con un Tirannosauro e un Velociraptor_, alleatisi per sconfiggere la creatura... eppure entrambi in seria difficoltà. Che la supremazia dei predatori delle acque fosse già argomento caldo nel 2015?
Jurassic World e Jurassic Park: Dove eravamo rimasti?
Jurassic World è il quarto film della serie cinematografica del franchise Jurassic Park e il primo della trilogia Jurassic World; al film infatti seguono Jurassic World - Il regno distrutto e Jurassic World - Il dominio. Ma qualcosa nella storyline non torna. Il terzo capitolo della saga si chiude con un grande problema: c'è stata una rottura nella voliera. Gli pterodattili sono liberi di volare ovunque (e soprattutto riprodursi ovunque!). L'attesa di un nuovo capitolo diventa smaniosa: se si regalano delle ali ad un animale preistorico o se si lascia libero di vagare ovunque un predatore alato, ci si aspetta una grande trama. Una nuova era in cui New York o la California o persino l'Italia sono ormai assoggettate da attacchi dall'alto e i cecchini sui grattacieli cercano di annientare la minaccia. Che storia! Non impossibile se si pensa che nel secondo capitolo della saga abbiamo portato un T-Rex a casa nostra, in quello che viene ricordato come "l'incidente di San Diego". Tutto il pubblico non vedeva l'ora di tornare al cinema per seguire gli pterodattili e scoprire quali eventi sarebbero susseguiti. Sembra quasi una sceneggiatura già scritta, un percorso che ci conduce lì: il percorso che abbiamo compiuto sin dal primo film, quando Alan Grant (Sam Neill) ci ha insegnato che la familiarità dei dinosauri con gli uccelli è molto più probabile di quella con i rettili. Anche Ian Malcolm (Jeff Goldblum) con il suo "la natura troverà il modo" ci fa direttamente pensare a quello che può succedere liberando un dinosauro e permettendogli di arrivare ovunque.
Ma nulla. Nulla di tutto questo accade. Dimentichiamo la questione di un predatore libero in volo per il mondo perché il quarto film NON parla in alcun modo di questo. E non solo: non c'è alcuna attinenza con i due film precedenti, nonostante siano appartenenti alla stessa saga. Anzi, le incoerenze sono tante, come quella che ci riporta nell'Isla Nublar. Ma come, il tornando aveva scaraventato gran parte delle strutture del parco sul sito B, sull'Isla Sorna, e da allora è quella l'isola popolata dai dinosauri. Come mai tutto è ambientato improvvisamente di nuovo sull'isola originale? Ma non è l'unico dettaglio che non rispetta i film della saga: scopriamoli insieme.
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Jurassic World: è di nuovo colpa di John Hammond?
Il parco divertimenti con dinosauri ricreati in laboratorio è diventato realtà. Milioni di accessi ogni giorno rendono il luogo un posto ambito, costoso e in cui è assolutamente ordinario divertirsi in compagni di dinosauri. È tutto normale: bambini piccolissimi salgono in groppa a dei cuccioli triceratopi e tirano il collo dei piccoli brachiosauri nel tentativo di abbracciarli goffamente. Sono trattati come i Pony negli allevamenti: esseri "carini e coccolosi" da cavalcare per puro divertimento. Queste sono le attrazioni più "caute" del parco divertimenti, quelle dedicate ad una fascia d'età di circa 5-10 anni. Seguono squali dati in pasto a creature marine enormi che vengono trattati come docili delfini negli zoomarine; oltre ai tour in Girosfere con la possibilità di essere schiacciati da zampe giganti di dinosauri maestosi. I vecchi pericoli della scorsa trilogia sono ormai lontani e nessuno ha più paura, anzi: gli spettatori richiedono più denti e più zanne. Il claim dei lavoratori all'interno dell'azienda è infatti "più denti, più grossi, più soldi" Più pericolo, ma senza rinunciare alla loro sicurezza. Insomma, vogliono restare comodamente spettatori ma lasciandosi sorprendere dal proibito e dalla paura. Gli scienziati in laboratorio creano quindi ibridi di diverse tipologie di carnivori per soddisfare le aspettative, spettacolarizzando il terrore e abusando della vita che viene data ai dinosauri. Qualcosa di disumano avviene nel contatto con queste vite e con il pericolo.
John Hammond viene citato più volte nel film da Masrani, l'uomo che ha ereditato da Hammond il suo sogno e che finanzia il parco Jurassic World con la sua società, la Masrani Global. Ma l'ultima volta che abbiamo visto John Hammond non era così propenso alla riapertura del parco, anzi: in Jurassic Park II aveva addirittura inviato una spedizione per contrastare la InGen, intenta a tornare sul territorio proprio per mettere le basi per il parco. Hammond si era reso conto sul campo che non fosse possibile realizzare il parco dopo aver messo in pericolo la sua stessa vita e quella dei suoi adorati nipotini. Risulta quindi strano che sul letto di morte abbia assegnato ad un magnate il compito di realizzare il suo vecchio sogno, poi diventato un incubo. Il film è dichiaratamente collegato al primo Jurassic Park e non ai successivi, dunque. Forse è più vicino all'immagine del personaggio di Hammond del libro , meno filantropo e più uomo d'affari, ma rimane comunque incoerente con il dolce anziano signore che conosciamo noi e che ha compiuto un percorso attraverso i primi due capitoli. Non si prendono in considerazione in alcun modo le vicende dei due film antecedenti a questo.
Buchi di trama e buchi di trauma: da Isla Nublar a Isla Sorna
Il film non tiene assolutamente conto del secondo e del terzo capitolo della saga e rivediamo anche alcuni spazi che sappiamo essere, per certo, sull'altra isola. Ma non è l'unico problema della pellicola. Parliamo di un problema di coerenza narrativa: perché milioni di spettatori guardano sorridendo delle capre o degli squali vivi dati in pasto ai dinosauri... ma davanti all'immagine di un Indominus Rex che sbrana un anchilosauro spinoso dopo un duro combattimento, quando Gray Mitchell (Ty Simpkins) e suo fratello Zach (Nick Robinson) sono nella Girosfera, i ragazzi voltano la testa, in lacrime, traumatizzati? Ma come, ma non era divertente vederli usare tutti quei denti? Non vale tra dinosauri? O la minaccia deve fare più paura in momenti precisi della storia? Questo esagerato bisogno di caricare di pathos una scena già spettacolare di suo è assolutamente inutile e fuorviante ai fini della narrazione. Ma per fortuna gli effetti speciali ci fanno pensare meno a quello che non quadra e più a quello che potrebbe accadere ancora.
Isole diverse, pterodattili in volo dimenticati (E che invece tornano in un'altra forma all'interno del film e diventando problematici all'interno del parco stesso), Hammond rinominato ma deprivato della sua coscienza e un diverso modo di trattare i dinosauri erbivori rispetto agli altri animali vittime dei carnivori. Eppure tutto questo è visibile alla terza, forse quarta visione. Non prima. Prima ci si perde nella storia come farebbero dei bimbi che ascoltano una bella fiaba. Tecnicamente stupefacente, gli effetti speciali superano quello che la nostra stessa fantasia potrebbe creare nell'immaginare una storia simile. Non c'è dubbio: il film ti rapisce e ti trasporta nel parco. Più nel dettaglio, al fianco di Owen Grady (Chris Pratt), innamorandoci poi sul finale anche di Claire (Bryce Dallas Howard): quella che sembrava una zia irresponsabile e troppo concentrata sul lavoro si rivela un personaggio in gamba, in grado di risolvere una situazione grave grazie all'intuizione di liberare il T-Rex e, soprattutto, una donna che riesce per tutto il tempo a correre, saltare, salvare i suoi nipoti e attirare un T-Rex con dei tacchi vertiginosi! Il dettaglio sulle scarpe nella scena finale vuole evidenziare anche questo coraggio, palesemente.
Owen Grady: meglio un'amica Raptor che una Zia Claire
Owen Grady: l 'eroe che al Parco non si meritano (e che soprattutto zia Claire inizialmente non merita); l'eroe con le sfumature dell'uomo semplice, normale (più volte viene fatto riferimento al suo odoraccio e il suo modus operandi non convenzionale); l'eroe "sporcato" al punto giusto: umano, ma innamorato degli animali; dolce ma rude negli atteggiamenti; protettivo ma un po' impacciato con gli appuntamenti. Sporcato, tra le altre cose, in tutti i senti: dobbiamo immaginarlo come un normalissimo allevatore di animali, feroci per giunta, che conosce la sua materia, la studia e si abitua a fronteggiare la minaccia delle sue bestie. Si è già "sporcato le mani": osserva i suoi dinosauri cacciare e sbranare altri animali tutti i giorni.
Veniamo da due eroi molto diversi: Grant, il protagonista del primo e del terzo film della saga, è uno studioso e il suo più grande difetto è il suo legame morboso con la teoria e con la storia, che mette al primo posto anche rispetto ai legami affettivi ( lo notiamo soprattutto quando Ellie, interpretata da Laura Dern, cerca di parlare di bambini con lui, assolutamente non propenso a diventare genitore.) Grazie alle esperienze vissute in Jurassic Park dà prova del suo estremo pragmatismo (di cui non era a conoscenza neanche lui, probabilmente) e cambierà completamente, scoprendo l'amore per i bambini nei confronti con i nipotini di Hammond, Timothy (Joseph Mazzello) e Alexis (Ariana Richards) con cui condivide l'avventura all'interno del parco "dei divertimenti" . Ecco qui: si scopre eroe anche in un altro campo. Ma era un eroe già per i suoi studi e la sua cultura. Un paleontologo che passa dalla storia ai fatti. Insomma, un eroe iconico.
Ian Malcom è un teorico. Nel primo film non fa che spiegarci che la natura troverà il modo: per affermarsi, per resistere, per continuare ad esistere. Nel secondo è "Ian il savio": lui sa in anticipo quali sono le mosse da fare e quali evitare. Non viene ascoltato, di nuovo, e, ancora una volta, la natura fa il suo corso, proprio come avverte Ian dal primo capitolo della saga. Infatti, quando i nostri protagonisti portano con sé un cucciolo di T-Rex, scoprono quanto l'amore genitoriale possa essere pericoloso se si toccano le famiglie di dinosauri predatori. Ma Ian lo aveva detto. Lo stesso Ian che è sopravvissuto nella prima pellicola nonostante una gamba ferita. Resiliente, saggio, è quello che torna in un posto pullulante di dinosauri nonostante la sua esperienza soltanto per salvare la sua fidanzata. Insomma, se non è un eroe per definizione questo, non saprei a chi altro fare accenno.
Entrambi ricevono la tipica chiamata dell'eroe all'avventura: conducono una vita tranquilla, nella loro comfort zone, e la loro routine viene interrotta da un evento scatenante. Rispondono alla chiamata per motivi diversi: per risolvere un problema, per aspirare ad una condizione di vita migliore o perché sono eroi all'avventura. La prima volta, sia Malcolm che Grant non hanno idea di cosa stanno per affrontare. Raggiungono il parco per dare un apporto teorico ben pagato e, quindi, migliorare una condizione economica che permetta loro di continuare i loro studi. La seconda partono per delle missioni di salvataggio, per motivi diversi: Malcolm convinto che la propria fidanzata sia in pericolo e Grant ingannato da due genitori che hanno perso il loro bambino nell'Isla Sorna .
Nel primo Jurassic World, invece, Owen Grady è un eroe non convenzionale e la sua chiamata all'avventura è differente: un caso lo porta ad essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. I suoi valori lo portano a reagire ad una situazione di cui non ha alcuna colpa, anzi, che non approvava affatto sin dal principio. Lui conosce bene il pericolo: lo nutre e lo educa tutti i giorni della sua vita. È il suo mestiere, fa parte di una ricerca ben precisa sull'intelligenza dei raptor. Blue, Echo, Charlie e Delta vengono sono dei velociraptor abituati all'idea che Owen sia il loro alpha. Non possono immaginare che l'esperimento sia sfruttabile dal capo della sicurezza della InGen, Vic Hoskins (Vincent D'Onofrio), che vuole utilizzare i quattro animali come armi in guerra. Gli animali sembrano intuire le sue intenzioni e sapranno vendicarsi alla prima occasione utile.
Amiamo Owen dal primo minuto, da quando è pronto a rischiare la vita per quella di un neoassunto di cui non conosce neanche il nome. È un personaggio costruito, raccontato ed interpretato in modo magistrale. Quando il Signor Masrani richiede un consulto del domatore di Raptor, Owen appunto, scopriamo le caratteristiche di un uomo profondamente rispettoso della vita, anche quella degli ibridi creati in laboratorio, e riconosce quanto la loro esistenza sia strumentalizzata. Reputa la condizione di isolamento una eccessiva e pericolosa forma di cattiveria nei confronti di una vita. Poco dopo, viene dimostrato a tutti quanto lui abbia ragione, partendo dal primo grande esempio: l'Indominus divora suo fratello finché è in cattività e cerca di capire il suo posto nel mondo ma, quando esce dalla sua gabbia, comincia a comunicare con gli animali che incontra, soprattuto visto che ci sono parti di specie varie all'interno del suo DNA. Dopo aver sterminato un numero indefinito di dinosauri erbivori in branco, soltanto per il gusto di uccidere e non di nutrirsi, non è più aggressivo coi suoi simili se non quando è attaccato. i suoi nemici diventano gli uomini.
Owen quindi prende le parti degli ibridi poiché alla base del film c'è la comunicazione tra animali... incluso l'uomo. L'enorme rispetto che Owen prova per gli animali è fondamentale per capire le sfumature del personaggio (che anche nel trailer è molto preciso sulle caratteristiche naturali di questi animali, nonostante siano dinosauri creati in laboratorio mixando del DNA). Questo enorme rispetto nei confronti della vita pone gli esseri umani come unici cattivi della storia: sono gli esseri umani che per incrementare le visite del parco sono arrivati a creare degli ibridi in laboratorio. Ibridi, sì, ma pur sempre esseri viventi.
Un vero e proprio delirio di onnipotenza che viene punito. Ecco qua, la morale. Tanto che nel finale uno stanco T- rex con un cenno di ulteriore rispetto si congeda invece di sfamarsi con Blue, unica Velociraptor ancora in vita, e i nostri protagonisti. Che bella la natura! Ma cosa succede quando questo amore per la vita degli animali diventa totalizzante? Semplice: si cerca di salvarli. A tutti i costi. E quindi, si creano ulteriori sequel: partendo da Jurassic World - Il regno distrutto nel 2018, fino ad arrivare a Giugno dello scorso anno (almeno per adesso!) con Jurassic World - Il dominio, la saga ha continuato a sbalordire gli spettatori e ad essere campionessa di incassi, raggiungendo il miliardo con ogni singolo film della trilogia Jurassic World.