Bruno Ganz, con il suo volto inconfondibile, ha attraversato oltre quattro decenni di cinema: che si trattasse di parti da protagonista o di ruoli minori, era comunque in grado di catturare l'attenzione del pubblico in virtù di quell'espressività vibrante e magnetica e di quello sguardo ammantato di malinconia. Basti rivedere uno degli ultimi film interpretati dal grande attore svizzero, The Party di Sally Potter, in cui risultava esilarante nei panni del serafico santone spirituale accoppiato a Patricia Clarkson, mentre fra pochi giorni lo rivedremo sugli schermi nel nuovo, scioccante lavoro di Lars von Trier, La casa di Jack. Due fra gli ultimi tasselli di una carriera estremamente ricca e variegata.
Diventato, poco prima dei quarant'anni, uno degli attori di punta del Nuovo Cinema Tedesco grazie alle sue collaborazioni con registi quali Wim Wenders, Werner Herzog e Volker Schlöndorff, Bruno Ganz, nato a Zurigo il 22 marzo 1941, si è costruito una filmografia sterminata, arrivando anche a farsi dirigere da registi quali Jonathan Demme (The Manchurian Candidate), Francis Ford Coppola (Un'altra giovinezza) e Ridley Scott (The Counselor - Il procuratore), mentre nel 2008 ha conferito un profondo senso di gravitas al personaggio del professor Rohl nel dramma sull'Olocausto The Reader - A voce alta, per la regia di Stephen Daldry. E in occasione della sua scomparsa, vogliamo rendere omaggio a questo interprete magnifico ripercorrendo, in ordine cronologico, sette fra i suoi migliori film.
1. La Marchesa von... (1976)
È Eric Rohmer a lanciare, nel 1976, la carriera cinematografica di Bruno Ganz (fino ad allora noto solo come attore teatrale), offrendogli la parte del Conte F. ne La Marchesa von..., uno dei film più apprezzati del maestro francese. Basato sulla celebre novella di Heinrich von Kleist e ambientato alla fine del diciottesimo secolo, La Marchesa von... è incentrato sul rapporto tra un ufficiale dell'esercito russo e la nobildonna del titolo (Edith Clever), in un meccanismo narrativo in cui la storia del passato funge da cornice ai moti sentimentali e ai dilemmi etici dei personaggi, in armonia con la poetica rohmeriana.
2. L'amico americano (1977)
La fragilità morale di un antieroe messo di fronte a situazioni ambigue e scelte difficili: un fil rouge che lega il Conte F. de La Marchesa von... a Jonathan Zimmermann, malato terminale che dovrà mettere da parte i propri valori per garantire una vita dignitosa alla sua famiglia. Si tratta di una delle performance più intense e memorabili di Bruno Ganz: quella offerta ne L'amico americano, raggelante thriller di Wim Wenders del 1977, tratto dall'omonimo romanzo di Patricia Highsmith, in cui Ganz divide la scena con Dennis Hopper nei panni del famosissimo personaggio creato dalla Highsmith, lo spregiudicato Tom Ripley.
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3. Nosferatu, principe della notte (1979)
Dopo Wim Wenders, nel 1979 è un altro gigante del Nuovo Cinema Tedesco, Werner Herzog, a dirigere Bruno Ganz in un autentico cult movie dell'horror d'autore: Nosferatu, principe della notte, nuova trasposizione del classico di Bram Stoker e suggestivo omaggio al capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau del 1922. A Ganz è affidata la parte di Jonathan Harker, agente immobiliare che lascia la giovane moglie Lucy (Isabelle Adjani) per recarsi in Transilvania a incontrare il Conte Dracula (Klaus Kinski), il quale renderà Harker suo prigioniero. Grazie alla cupa e avvolgente messa in scena di Herzog, Nosferatu, principe della notte si imporrà come uno dei migliori film incentrati sulla leggenda del vampiro.
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4. Il cielo sopra Berlino (1987)
Nel 1987, dieci anni dopo L'amico americano, Wim Wenders regala a Bruno Ganz un altro ruolo che definirà la sua carriera, in un film la cui forza iconica lascia un segno profondo nell'immaginario cinematografico: Il cielo sopra Berlino. Un'opera poetica e fiabesca, costruita come una riflessione sul valore del tempo e dei sentimenti, in cui Ganz presta il volto a Damiel, un angelo invisibile in una Berlino in bianco e nero, intento a osservare gli esseri umani che lo circondano, fin quando non si innamora di Marion (Solveig Dommartin), una giovane trapezista che lo indurrà a una scelta radicale. Nel 1993 Bruno Ganz riprenderà lo stesso personaggio in Così lontano, così vicino!, un ideale sequel in cui Wim Wenders narra invece le vicende dell'altro angelo amico di Damiel, Cassiel (Otto Sander).
5. L'eternità e un giorno (1998)
Fra le migliori interpretazioni di Bruno Ganz si annovera quella nel ruolo di Alexandros, un intellettuale greco in procinto di essere ricoverato in ospedale, in uno dei film più importanti di Theo Angelopoulos, L'eternità e un giorno, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes 1998. Una pellicola sorretta interamente dalla prova di Ganz nella parte del protagonista, che nelle ultime ore prima dell'ingresso in ospedale rivive alcuni momenti del proprio passato, affronta le sorprese del presente e traccia un bilancio della sua vita, mettendo in discussione la sua statura di artista alla luce degli errori commessi verso le persone più care. Angelopoulos e Ganz lavoreranno insieme anche un decennio più tardi, nel 2008, per La polvere del tempo.
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6. Pane e tulipani (2000)
Sceneggiato e diretto nel 2000 da Silvio Soldini, Pane e tulipani si rivela uno dei maggiori successi internazionali del cinema italiano di inizio millennio, grazie a un amalgama fra ironia e romanticismo che riesce a incantare critica e pubblico. Licia Maglietta si cala nei panni di Rosalba Barletta, casalinga e madre di famiglia frustrata che, dopo essere stata 'dimenticata' in un autogrill, decide di fuggire a Venezia, dove stringe un tenero rapporto con il cameriere islandese Fernando Girasole: un personaggio, quest'ultimo, a cui Bruno Ganz conferisce un'eleganza, un carisma e una dolcezza che faranno breccia nel cuore di Rosalba.
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7. La caduta (2004)
Nel 2004, a sessantatré anni, Bruno Ganz si cimenta nel ruolo forse più difficile che abbia mai interpretato, ricavandone però una prova folgorante in una pellicola accolta da un successo superiore ad ogni previsione, con quasi cento milioni di dollari d'incasso in tutto il mondo e la candidatura all'Oscar per il miglior film straniero: La caduta, per la regia di Oliver Hirschbiegel. Una ricostruzione dell'ultima settimana nell'esistenza di Adolf Hitler, asserragliato in una Berlino devastata dalle bombe mentre il sogno del Terzo Reich si sta sgretolando di fronte ai suoi occhi, in cui Ganz - in un ruolo che sarebbe diventato oggetto di infinite parodie su internet - presta volto e voce alla mostruosità, alla ferocia, ma anche alla sofferenza del suo terribile protagonista.