Essere i primi in qualcosa fa sempre un certo effetto, e soprattutto carica di responsabilità e aspettative, che sono molto pericolose agli occhi (e al cuore) del pubblico. Se sei la prima commedia romantica di una grande major (in questo caso Universal, che ha voluto scommettere su questa storia d'amore) su due uomini gay, tutto sembra rischioso all'ennesima potenza. Come spiegheremo nella recensione di Bros, che dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma arriva dal 3 ottobre al cinema con Universal Pictures, autori, cast e regista sono riusciti nell'impossibile: rientrare nei cliché senza essere necessariamente banali e stereotipati, pur eccedendo in qualche frangente.
I'm your bro
Il progetto di Bros è in parte meta-cinematografico, soprattutto i suoi esordi e il suo soggetto. Infatti è co-sceneggiato e co-interpretato dal tagliente comico statunitense Billy Eichner, purtroppo da noi poco conosciuto ma che oltreoceano si è fatto presto una propria voce, grazie alla sua sagace cattiveria e al suo essere apertamente omosessuale fin dagli esordi della propria carriera. Dopo le comparsate in Parks and Recreation, nell'immenso universo televisivo LGBT di Ryan Murphy in American Horror Story e American Crime Story, aver prestato la voce in Bob's Burgers e nel live action de Il Re Leone, aver fatto propri gli show Difficult People e Billy on the Street, ha avuto la parentesi seriale su Netflix Compagni di università. Lì ha conosciuto Nicholas Stoller, ritrovandolo come co-autore e regista di Bros, facendo il salto sul grande schermo, mettendoci la faccia e unendo la propria esperienza di vita a quella di Stoller. Quest'ultimo è stato dietro la macchina da presa di commedie come Non mi scaricare e Cattivi Vicini. Quella che Eichner e Stoller presentano agli spettatori è una storia come tante e allo stesso tempo come nessuna: due giovani uomini gay devono navigare nei trent'anni il difficile mondo delle app di incontri di oggi, l'omofobia crescente e le proprie famiglie invadenti e non sempre aperte come dicono di essere. Bobby (Eichner) e Aaron (Luke Macfarlane, che qualcuno ricorderà da Brothers & Sisters) si incontrano, sembra si piacciano ma le cose non sono mai così semplici in una relazione.
Bros a Roma 2022, Billy Eichner: "Perché non abbiamo fatto prima un film così!"
Come in una commedia romantica
Billy Eichner e Nicholas Stoller sono stati bravi a trasporre in versione LGBTQ+ (che poi altro non è che la vita vera attuale) i cliché e gli stilemi della commedia romantica. Una relazione quella al centro di Bros tra due omosessuali bianchi e più o meno benestanti, come lo stesso Eichner sottolinea e ironizza più volte nel film. Una delle forze di Bros è infatti proprio l'autoironia costante con cui Eichner mette in scena e allo stesso tempo alla berlina le caratteristiche della scena LGBTQ+ attuale, mostrandone pregi, difetti e contraddizioni, proprio come una qualsiasi altra comunità e relazione. Allo stesso tempo coinvolge quella comunità scegliendo solamente persone LGBTQ+ ad interpretare i vari ruoli - il suo Bobby deve aprire il primo museo LGBTQ+ della storia a New York, e nel board si potranno ritrovare alcune personalità conosciute soprattutto in tv come Jim Rash (Community), Dot-Marie Jones (Glee), Eve Lindley (Dispatches from Elsewhere) e camei inaspettate di celebrità nei panni di una versione sopra le righe di se stesse. Bobby è un giornalista radiofonico e rappresentante in vista della comunità, mentre Aaron (un Luke MacFarlane in grande spolvero) è un ragazzo estremamente attento al fisico e al mantenersi in forma. Due mondi che collidono - proprio come in una qualsiasi commedia romantica - e dovranno capire se le differenze a volte abissali tra i loro mondi e modi di essere sono un arricchimento o un ostacolo al loro amore.
LGBTQ+ Pride
Un altro dei pregi di Bros è sicuramente il non aver paura di mostrare - anche se sempre in chiave comica - scene di sesso anche multiplo fra uomini, intervallate da sequenze comiche, romantiche e così via, non facendo mancare niente nel calderone romcom. Forse dove traballa ed eccede un po' il film è in alcuni spiegoni volti a sensibilizzare su determinate tematiche inerenti la comunità LGBTQ+, ma capiamo che Eichner abbia voluto approfittare del palco che gli era stato fornito, per la prima volta di così ampio respiro, per "educare" gli spettatori il più possibile. Spettatori che speriamo si affrettino in massa da andare a vedere il film, poiché negli Usa non ha avuto il successo sperato e sarebbe giusto dare una maggiore voce, e un diverso finale, alle coppie omosessuali che siamo stati abituati a vedere al cinema e in tv finora. Così come dare loro alcune sequenze più "leggere" già cult (come il farsi una foto hot da mandare su un app di incontri) e raccontare una storia che in fondo potrebbe essere quella di qualunque trentenne oggi. La comicità utilizzata da Eichner è schietta e sagace, estremamente intelligente, e rispetto al trailer rilasciato sulla pellicola si muove su binari più raffinati e di ironia e satira tra le righe, oltre che quella che vediamo sullo schermo. Trovare l'amore oggi sembra a volte impossibile, per via della frenesia e della pressione sociale che viviamo costantemente ogni giorno, che uno sia gay, etero, bisessuale, trans, e così via. Speriamo che questo film faccia sorridere, anche di noi stessi, faccia trovare un po' di sicurezza e magari un po' di romanticismo a chi manca. Che diventi una di quelle commedia romantiche confort da vedere nei momenti di disperazione con copertina, divano, tè caldo e biscotti. Let them be Bros.
Conclusioni
Alla fine della recensione di Bros lodiamo come Billy Eichner e Nicholas Stoller siano riusciti a trasporre gli stilemi della commedia romantica in una storia gay positiva per il grande schermo. Hanno ironizzato e allo stesso tempo celebrato (che spesso è la strada migliore o comunque la più funzionale) la comunità che volevano rappresentare, ovvero quella LGBTQ+. C'è forse un po' di eccesso in qualche spiegone e dilungamento di troppo ma nel complesso si offre un prodotto onesto, schietto, divertente e romantico. Un tassello che mancava nell’offerta cinematotografica degli anni ’20 del 2000.
Perché ci piace
- La sagacia di Billy Eichner insieme all’esperienza di Nicholas Stoller per le commedie romantiche.
- L’interpretazione di Eichner e Luke Macfarlane come due poli opposti che si incontrano.
- L’autoironia che attraversa tutto il film e l'epilogo a cui arriva.
Cosa non va
- C’è qualche dilungamento e spiegone di troppo, ma capiamo perché Eichner abbia voluto approfittare dell’occasione per sensibilizzare il più possibile su alcune tematiche.