Non è consuetudine avere una sala intera che ride costantemente in un festival internazionale di cinema, ma è capitato all'edizione numero 81 della Mostra di Venezia grazie a Takeshi Kitano: il suo Broken Rage è una follia che trasuda voglia di continuare a stupire, sperimentare, innovare. Kitano cerca nuove strade e intanto ne trova una distributiva che permetterà a tutto il pubblico di poter godere del suo ultimo lavoro, perché il film arriverà prossimamente su Prime Video. Ed è forse la destinazione corretta per un progetto così peculiare, dalla durata limitata e la forma narrativa che lo caratterizza.
Una storia, due anime
Broken Rage è infatti un film in due parti. Più o meno. Il suo primo segmento è un violento film d'azione che si muove tra la malavita di Tokyo per raccontarci le missioni di un sicario e la sua lotta per la sopravvivenza quando si ritrova incastrato tra polizia e yakuza, alle quali dovrà sfuggire. La seconda metà riprende lo stesso spunto e le medesime situazioni, ma le ripropone in chiave di parodistica, passando dall'azione alla commedia, lasciandosi andare al surreale e l'eccesso per strappare una risata dopo l'altra, colpo di genio dopo colpo di genio.
Le due facce di Takeshi Kitano
Ci sono sempre state più anime nell'arte di Takeshi Kitano, quella più leggera e comica, quella violenta da yakuza movie, quella più riflessiva di titoli come Dolls, ma generalmente una di queste prende il sopravvento e guida il singolo progetto, mentre per Broken Rage il regista giapponese è riuscito a far coesistere e convivere almeno due delle sue identità artistiche. Anche se il film stacca nettamente tra la prima e la seconda parte, l'insieme è paradossalmente coeso, integro, unitario, avendo il ribaltamento di tono come ragion d'essere di un progetto sorprendente e travolgente.
Broken Rage e 62 minuti travolgenti
Dura solo 62 minuti Broken Rage e si arriva alla fine volendone di più, perché è un film che trasuda cinema e voglia di fare cinema. Takeshi Kitano lo sa e gioca anche con questo, ironizzando anche sulla scarsa durata del film in geniali segmenti che spezzano il racconto della seconda parte per dar voce a un presunto pubblico. C'è tanta autoironia nel film, tanta autoconsapevolezza dei propri mezzi, delle proprie attitudini, di quella incredibile capacità di bucare lo schermo e andare a solleticare lo spirito degli spettatori, strizzando l'occhio a tutti quelli che già conoscono e amano Kitano, come possiamo essere noi che scriviamo, ma conscio dell'opportunità di raggiungere nuovo pubblico che può rappresentare l'uscita su una piattaforma popolare e diffusa come Prime Video.
"Un film che azzarda un nuovo stile" dice Takeshi Kitano stesso nelle note di regia diffuse dalla Mostra di Venezia, soprattutto un film che abbraccia la follia e l'anarchia narrativa senza preoccuparsi di nulla. Chissà che non sia questa la strada che l'autore intende percorrere per il prosieguo della sua gloriosa carriera. Non ci dispiacerebbe per niente!
Conclusioni
Takeshi Kitano realizza un nuovo incredibile film che riesce a mettere insieme più anime del suo sfaccettato cinema, passando dall’action violento all’ironia surreale in un unico progetto chiamato Broken Rage. Un film piccolo, di soltanto un’ora di durata, che trasuda cinema e voglia di fare cinema più di tanti altri film grandi e ambiziosi in cui ci capita di imbatterci.
Perché ci piace
- La folle struttura narrativa.
- Takeshi Kitano stesso, che come sempre buca lo schermo.
- Le tante sequenze cult che animano il film.
Cosa non va
- Chi già conosce Kitano e non lo apprezzo potrebbe non essere colpito nemmeno da questo film.