Quello che è appena iniziato sarà un anno di transizione per il mondo delle serie TV. Un anno che è allo stesso tempo il primo da diversi anni senza Il trono di spade e di attesa per la stagione finale della popolare e celebrata serie HBO tratta dall'opera di Martin. Un anno da sfruttare per i competitor della rete via cavo americana, che possono proporre produzioni che vadano a coprire quella nicchia di mercato, appetibili allo stesso pubblico in astinenza da quel tipo di ambientazioni e storie, con la speranza di piazzarsi in pole position anche per il futuro, non troppo prossimo, in cui Game of Thrones sarà ormai definitivamente terminata.
Di esempi ne abbiamo visti negli ultimi tempi, non per ultima The Shannara Chronicles tratta da un'altra saga fantasy letteraria di grande successo ma cancellata (definitivamente?) dopo due stagioni, e quella che debutta il 22 Gennaio su Sky Atlantic sembrerebbe la risposta di Sky (con la co-produzione di Amazon Studios, che ne distribuisce anche gli episodi in USA) a questa esigenza. Una serie senza dubbio ambiziosa, che però, almeno per quanto riguarda il primo episodio visto in anteprima, non è riuscita a conquistarci.
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Sono pazzi questi Celti
Siamo nel 43 dopo Cristo, una novantina d'anni dopo quel primo tentativo di invadere la Britannia da parte di Giulio Cesare. Un primo tentativo non riuscito, nel quale l'Imperatore romano si era arreso al cospetto di un mondo misterioso, popolato da varie tribù, da donne guerriere e druidi, da diverse forze che ora, a poco meno di un secolo di distanza da quella prima visita, sono costrette ad unire le proprie forze per contrastare l'imponente esercito romano. Un'armata di ventimila soldati, "con altri in arrivo", sotto la guida del generale Aulo Plauzio, un comandante forte che non vuole ripetere il fallimento già vissuto da Giulio Cesare ma che nasconde un segreto che potrebbe mettere a rischio la sua missione.
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Tante forze in gioco
La premiere di Britannia ci immerge da subito in questo contesto, alternando la narrazione tra i diversi personaggi che muovono la storia: se da una parte è l'Aulo Plauzio di David Morrissey (noto per esser stato il Governatore di The Walking Dead) a tracciare la linea narrativa principale, dall'altra facciamo la conoscenza di diverse figure che ci accompagneranno per i nove episodi di questa prima stagione. Kelly Reilly è infatti Kerra, figlia del re dei Cantii che deve accantonare le sue divergenze con la sua nemica giurata, la regina Antedia, per poter affrontare gli invasori, mentre dobbiamo ai Druidi dell'anziano Veran di Mackenzie Crook la componente più magico-soprannaturale dello show e della Britannia che ci viene raccontata.
Sono solo alcuni dei tanti personaggi che ci vengono presentati in un primo episodio che si preoccupa di mettere tanta carne al fuoco, passando dall'uno all'altro senza preoccuparsi troppo di uno spettatore smarrito che dovrà imparare a conoscere e incasellare ognuno di loro negli episodi che seguiranno. Si passa così dal druido reietto Divis di Nikolaj Lie Kaas, in viaggio insieme alla piccola Cait rimasta orfana dopo un massacro da parte dei Romani, alle fila dei Romani, tra i quali troviamo anche il nostro Fortunato Cerlino nei panni del centurione che diventerà l'Imperatore Vespasiano. Tante tessere di un mosaico che si andrà a comporre di settimana in settimana, ma che con la sola premiere si fatica a mettere a fuoco.
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Tra storia e mito
Quel che è evidente sin dal primo episodio, però, è l'intento della Britannia di Sky: lungi dal voler essere un dramma storico, la serie scritta da Jez Butterworth si interessa all'aspetto più magico delle credenze dei Celti e delle popolazioni indigene. Quello che viene messo in scena non è solo uno scontro fisico, pur rappresentato con violenza e realismo, ma tra due credi diversi, tra due sistemi di valori e divinità. Uno scontro che si consuma in una cornice visivamente affascinante, sulla quale la regia di Metin Hüseyin cerca di indugiare quando e quanto può, senza rinunciare a concedersi qualche parentesi più leggera ed alcune soluzioni visive più oniriche. Se Il trono di spade appare solido, reale e concreto pur in un mondo in cui magia e creature fantastiche esistono, Britannia gioca sul versante opposto del campo da gioco del fantasy, dando da subito la sensazione di una storia permeata di soprannaturale anche se racconta, e vuole raccontare, una pagina della nostra storia.
Movieplayer.it
2.5/5